Un Padre così non si perde mai

     

    Con l’avvicinarsi delle festività ricordo ai giovani africani battezzati gli anni scorsi di confessarsi per poter fare la comunione il giorno di Pasqua, ma uno di loro scuotendo il capo risponde: «Non è possibile: my baptism finisch!».

    «Come sarebbe a dire che il tuo battesimo è finito?» chiedo. E lui: «I smoke: ho fumato… e non parlo di sigarette».

    A guardarlo si potrebbe pensare che ritenga la sua colpa così grave da non poter essere perdonata, ma il sospetto invece è che il battesimo – con gli obblighi che comporta – gli vada stretto e stia tentando di liberarsene.

    Gli chiedo: «Tu hai figli?». E lui: «Sì, due». «Rimangono figli tuoi anche se loro sono in Africa e tu in Italia, vero?». «Of course».

    «E quello dei due che fa tribolare sua madre, continui a considerarlo tuo figlio o no?». Risponde: «Lui lo porto più dentro nel cuore».

    «Tu fai così perché sei un papà e nella vita non esistono né ex genitori né ex figli. Ma sembri aver dimenticato che col battesimo sei diventato figlio di Dio e che lui è tuo padre e non vuol perdere te come figlio, anche se a volte tu “smoke a joint”. Perciò neanche tu dovresti perdere un Padre così».

    Giorni dopo per confessarsi ovviamente si è rivolto a un prete che non sa una parola di inglese. Ma a Pasqua è venuto a ricevere la Comunione da me.

     

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