Si è svolta lo scorso 6 dicembre la conferenza finale del progetto Net-work 4 NEET ideato in provincia di Bergamo per aiutare i giovani under 30 che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in alcun tipo di formazione, noti come NEET (Not in Employment, Education or Training). Il progetto aveva l’obiettivo di offrire ai giovani un supporto personalizzato per facilitare l’accesso ai servizi di orientamento, formazione e inserimento lavorativo.
Una rete di attori per il reinserimento dei giovani
Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Istituti Educativi di Bergamo e si è avvalso della partecipazione di un’ampia rete di attori, tra cui il capofila del progetto l’AFP Patronato San Vincenzo, la Cooperativa Aeper, la Cooperativa Generazione FA e il Comune di Bergamo – Informagiovani, Consorzio Sol.Co Città Aperta, Mestieri Lombardia-Bergamo, Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo, Istituto delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo, Cooperativa l’Impronta, Agathà Onlus.
Il progetto ha coinvolto 58 persone, mettendo al centro l’approccio personalizzato, la valutazione delle esigenze e delle inclinazioni individuali e l’utilizzo di modalità innovative per l’ingaggio e l’orientamento dei NEET. Il progetto ha offerto percorsi personalizzati per il reinserimento sociale, come apprendistati di primo livello, tirocini extracurriculari e azioni di contrasto dell’inattività.
Uno dei punti di forza del progetto è stato l’alto coinvolgimento di risorse umane altamente qualificate nella progettazione e implementazione delle attività. Un coach di rete, educatori e orientatori hanno svolto un ruolo chiave nella definizione dei percorsi personalizzati per i giovani NEET, offrendo un supporto emotivo e relazionale ai beneficiari.
Il Patronato ha sempre considerato essenziale riconoscere e promuovere una trama di legami tra istituzioni e volontari, tra mondo produttivo e formazione, tra provvidenza e organizzazione – racconta don Marco Perrucchini, Direttore generale di AFP Patronato San Vincenzo – Alla base della tessitura di queste sinergie, una convinzione: i ragazzi sono “figli” della comunità civile. Come adulti, ognuno è chiamato a contribuire alla loro crescita, affinché loro stessi siano protagonisti attivi e responsabili della città.
Inclusione dei più vulnerabili attraverso percorsi personalizzati di formazione e orientamento
Il modello Net-work 4 NEET ha posto particolare attenzione alle persone più fragili e vulnerabili, come i giovani tra i 16 e i 18 anni non iscritti ad alcun corso di formazione e le giovani donne tra i 18 e i 29 anni in condizioni di grave fragilità. Il progetto ha offerto loro percorsi di orientamento e formazione personalizzati, tenendo conto delle loro esigenze specifiche e dei carichi familiari che spesso rendono difficile l’inserimento lavorativo.
Per i giovani tra i 16 e i 18 anni, sono stati sviluppati apprendistati di primo livello in collaborazione con aziende locali, offrendo ai giovani NEET l’opportunità di acquisire le competenze tecniche richieste dal mercato del lavoro locale e di aumentare le loro prospettive di impiego.
Per le giovani donne tra i 18 e i 29 anni in condizioni di grave fragilità, il progetto ha offerto tirocini extracurriculari, per consentire loro di acquisire esperienze lavorative concrete e di aumentare la loro autostima e sicurezza nell’entrare nel mondo del lavoro.
Un approccio innovativo per la lotta all’esclusione sociale dei giovani
In conclusione, il progetto Net-work 4 NEET ha rappresentato un importante passo avanti nella lotta contro l’esclusione sociale dei giovani, attraverso un innovativo approccio personalizzato basato sulla presa in carico delle esigenze specifiche di ogni giovane.
A questo link è possibile leggere la ricerca presentata il 06/12/2022 in occasione della Conferenza Finale del progetto Net-work for NEET che ricostruisce la genesi, le azioni e gli obiettivi del progetto.
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