Venerdì 1° Agosto 2025

     

    17.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 1° agosto…

    30 a.C. – Con la conquista di Alessandria, l’Egitto diventa una provincia romana

    527 – Giustiniano I diventa imperatore bizantino

    1571 – Cade la fortezza veneziana di Famagosta a Cipro durante la guerra di Cipro

    1619 – I primi schiavi neri arrivano a Jamestown (Virginia)

    1834 – La schiavitù viene abolita nell’Impero britannico

    1894 – Scoppia la prima guerra sino-giapponese, combattuta per il controllo della Corea

    1917 – Papa Benedetto XV emana la Nota ai capi dei popoli belligeranti in cui definisce la guerra «inutile strage»

    2021 – Alla XXXII Olimpiade di Tokyo, due atleti italiani vincono due medaglie d’oro in 16 minuti: prima il salto in alto con Gianmarco Tamberi e poi i 100 metri con Marcell Jacobs

     

    Aforisma di S. Alfonso M. de Liguori

    “Tutto il mondo non può accontentare il nostro cuore; solo Dio lo accontenta.”

     

    Preghiera Colletta

    O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Nasce a Napoli il 27 -9-1696 da genitori appartenenti alla nobiltà cittadina. Studia filosofia e diritto. Dopo alcuni anni di avvocatura, decide di dedicarsi al Signore. Ordinato prete nel 1726, Alfonso Maria dedica il suo tempo e ministero agli abitanti dei quartieri più poveri della Napoli del ‘700.

    Mentre si prepara per un futuro impegno missionario in Oriente, prosegue l’attività di predicatore e confessore e, due o tre volte all’anno, prende parte alle missioni nei paesi all’interno del regno. Nel maggio del 1730, in un momento di forzato riposo, incontra i pastori delle montagne di Amalfi e vedendo il loro abbandono umano e religioso, sente la necessità di rimediare ad una situazione che lo scandalizza come pastore e come uomo colto del secolo dei lumi.

    Lascia Napoli e con alcuni compagni, fonda la Congregazione del SS. Salvatore. Nel 1760 viene nominato vescovo di S. Agata, e governa la diocesi con dedizione, fino alla morte, avvenuta il 1 agosto del 1787.

     

    Parola di dio Matteo 13,54-58

    In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».

    Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

     

    Riflessione dal blog di Costanza Miriano

    In una intervista all’attuale primo nelle classifiche mondiali di golf, SCOTTIE SCHEFFLER, lo sportivo si chiede: “Perché voglio essere il numero uno al mondo? Me lo chiedo ogni giorno. Vinco un torneo, sono felice per due minuti e poi penso già al successivo. Io amo giocare a questo gioco per vivere… ma riempie i più profondi desideri del mio cuore? Assolutamente no”. Se lo dice una persona qualsiasi, ne prendiamo nota e passiamo oltre. Ma qui abbiamo qualcuno che realmente ha vinto il vincibile, e non gli è bastato.

    Come disse JIM CARREY, “Penso che tutti dovrebbero diventare ricchi e famosi e fare tutto ciò che hanno sempre sognato così da vedere che quella non è la risposta”. Ma la risposta c’è, persi come siamo nel labirinto delle nostre vite e del tempo? JORGE LUIS BORGES ha scritto: “Credo che il labirinto sia un sia un simbolo di speranza.

    Se l’universo è un labirinto, allora deve avere un centro, anche se quel centro fosse terribile, come un Minotauro. Però se l’universo non avesse un centro allora saremmo realmente perduti”. Per dirla con S. Agostino, “Quid animo satis?”, che cosa basta al cuore dell’uomo? “Tu ci hai fatti per Te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché accettiamo che la nostra forza non consiste nell’essere perfetti, nel sentirci immuni da colpa, ma nel mettere tutto della nostra vita, anche ciò che ci umilia e ci vergogna, nelle mani e nel cuore di Dio, fidandoci della sua e non della nostra bontà.

     

    Don’t forget! Lettura spiegata della Divina Commedia

    DIVINA COMMEDIA INFERNO CANTO 5° 2.a parte

    Testo di Dante e Parafrasi in italiano moderno

    1-3: Così discesi del cerchio primaio
    giù nel secondo, che men loco cinghia,
    e tanto più dolor, che punge a guaio.
    4-6: Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
    essamina le colpe ne l’intrata;
    giudica e manda secondo ch’avvinghia.
    7-9: Dico che quando l’anima mal nata
    li vien dinanzi, tutta si confessa;
    e quel conoscitor de le peccata
    10-12: vede qual loco d’inferno è da essa;
    cignesi con la coda tante volte
    quantunque gradi vuol che giù sia messa.
    13-15: Sempre dinanzi a lui ne stanno molte;
    vanno a vicenda ciascuna al giudizio;
    dicono e odono, e poi son giù volte.
    16-18: “O tu che vieni al doloroso ospizio”,
    disse Minòs a me quando mi vide,
    lasciando l’atto di cotanto offizio,
    19-21: “guarda com’entri e di cui tu ti fide;
    non t’inganni l’ampiezza de l’intrare!”.
    E ‘l duca mio a lui: “Perché pur gride?
    22-24: Non impedir lo suo fatale andare:
    vuolsi così colà dove si puote
    ciò che si vuole, e più non dimandare”.

    25-27: Or incomincian le dolenti note
    a farmisi sentire; or son venuto
    là dove molto pianto mi percuote.
    28-30: Io venni in loco d’ogne luce muto,
    che mugghia come fa mar per tempesta,
    se da contrari venti è combattuto.
    31-33: La bufera infernal, che mai non resta,
    mena li spirti con la sua rapina;
    voltando e percotendo li molesta.
    34-36: Quando giungon davanti a la ruina,
    quivi le strida, il compianto, il lamento;
    bestemmian quivi la virtù divina.
    37-39: Intesi ch’a così fatto tormento
    enno dannati i peccator carnali,
    che la ragion sommettono al talento.
    40-42: E come li stornei ne portan l’ali
    nel freddo tempo, a schiera larga e piena,
    così quel fiato li spiriti mali
    43-45: di qua, di là, di giù, di sù li mena;
    nulla speranza li conforta mai,
    non che di posa, ma di minor pena.
    46-48: E come i gru van cantando lor lai,
    faccendo in aere di sé lunga riga,
    così vid’io venir, traendo guai,

    49: ombre portate da la detta briga…(segue)

    1-3 Scesi così dal primo cerchio giù nel secondo, che ha una circonferenza minore, ma un dolore molto maggiore   

    4-6 Lì sta Minosse, orribile e ringhia; giudica e condanna a seconda di quante volte avvinghia (la coda sul corpo). 

    7-9 Dico che quando l’anima maledetta gli si para innanzi, confessa tutto ciò che ha fatto e quel conoscitore dei peccati

    10-12 vede quale luogo dell’inferno è adatto a lei; si cinge con la coda tante volte quanti sono i gradini giù dai quali vuole che sia messa.

    13-15   Davanti a lui stanno sempre molte anime; vanno una alla volta per essere giudicate, dicono, ascoltano e poi sono portate giù.

    16-18 «O tu che arrivi in questo albergo di dolore» mi disse Minosse quando mi vide, sospendendo l’esercizio di un compito così importante

    19-21 «stai attento a come entri e di chi ti fidi: non ti inganni l’ampiezza della porta». E la mia guida: «Perché gridi così forte?

    22-24 Non impedire il suo cammino voluto dal destino: si vuole questo là dove si può (fare) ciò che si vuole e non domandare oltre».

    25-27 Ora comincio a sentire i suoni del dolore; ora sono giunto là dove mi colpisce il molto pianto

    28-30 Arrivai in un luogo privo di ogni luce, che muggisca come fa il mare in tempesta quando è sconvolto dallo scontro dei venti

    31-33 La bufera infernale che non si quieta mai, trascina gli spiriti con la sua violenza e li tortura facendoli girare e percuotendoli.

    34-36 Quando arrivano davanti al preci-pizio, qui ulano, piangono e si lamentano, qui bestemmiano il potere di Dio.

    37-39 Compresi che a un tormento come quello sono condannati i peccatori carnali che sottomettono la ragione alle voglie.

    40-42 E come le ali in inverno portano gli stornelli in larga e folta schiera, così il vento trascina gli spiriti malvagi

    43-45 di qua, di là, di su e di giù; non li conforta mai nessuna speranza, non di riposo, ma neppure di minor pena

    46-48 E come le gru emettono i loro tristi canti, creando nell’aria una lunga fila, così vidi arrivare emettendo lamenti

    49 anime portate dal vento molesto… (segue)

     

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