nell’immagine un dipinto di Raffaello
Settimana Santa – Venerdì Santo
Preghiera del giorno
O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore ci hai liberati dalla morte, eredità dell’antico peccato trasmessa a tutto il genere umano, rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio; e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita, l’immagine dell’uomo terreno, così per l’azione del tuo Spirito, fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste. Per Cristo nostro Signore…Amen
Parola di Dio del Giorno
(Isaia 52, 13 – 53, 12; Salmo 30; Ebrei 4, 14-16; 5, 7-9; Giovanni 18, 1 – 19, 42)
“…Presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito”.
Riflessione Del Giorno – don Davide Rota
Forse è la prima volta in duemila anni che i riti della quaresima (Settimana Santa e Triduo Pasquale compresi) sono celebrati senza la presenza del popolo cristiano: neanche le più feroci persecuzioni del passato erano riuscite a fare quello che ha fatto il coronavirus e i provvedimenti delle autorità riguardo all’isolamento e distanziamento tra persone. Eppure in questo 2020 i cristiani non si sono limitati a celebrare la quaresima e la Pasqua: la stanno vivendo dal di dentro perché la passione di Gesù è diventata la loro e quella di milioni di persone; la sua morte quella di tante, troppe persone a loro care. E ora nutriamo la speranza che dopo il venerdì santo vissuto in questi ultimi mesi, si possa partecipare finalmente alla gioia della risurrezione. La Pasqua è sicura come lo è il sorgere dell’aurora dopo il buio della notte, ma dobbiamo avere la pazienza di aspettare ancora un po’…Prima c’è da fare un altro rito: oggi infatti è il giorno della memoria e della partecipazione…In altre parole siamo invitati a fare con Gesù morto come che si fa con un defunto caro e cioè a vegliare accanto a lui, a pregare per lui, a condividere il suo dolore e il dolore di chi gli ha voluto bene (le condoglianze appunto). Ma accanto a Gesù morto mettiamo i 5000 morti bergamaschi del mese di marzo…una cifra spaventosa che supera di 7 volte i decessi di marzo 2019; i volti cari di parenti, amici, conoscenti; di preti della nostra diocesi che il virus si è portato via (25 finora, ma se si contano anche i religiosi sono più di 60) e per noi del Patronato quello di don Fausto. I volti di sconosciuti che ogni giorno si aggiungono in tutto il mondo alla tragica contabilità del decessi della pandemia. Molti, consegnati agli ospedali per la cura, sono stati restituiti ai loro cari in un’urna cineraria, senza la consolazione di un ultimo dignitoso saluto e seppelliti frettolosamente, con uno sparuto gruppo di familiari, secondo le disposizioni ministeriali. Anche in questo questi essi hanno condiviso fino in fondo la passione di Gesù che, in quel primo venerdì santo della storia è stato strappato con violenza ai suoi familiari e discepoli, appeso alla croce e frettolosamente sepolto in una tomba che non era neanche sua… Oggi è il giorno del silenzio che si cerca quando il dolore è troppo grande. Della memoria per impedire alla morte di vincere, dimenticando i nostri cari. Della prossimità a Gesù nella sua sofferenza, così come egli è stato vicino a noi nella nostra sofferenza. Della preghiera che Gesù fino all’ultimo ha rivolto al Padre e i nostri cari fino all’ultimo hanno rivolto al Signore da una stanza di ospedale.
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i morti di questa epidemia; per tutti i nostri cari defunti; per le vittime dell’odio e della violenza; per i morti più dimenticati
Santo del Giorno – Stanislao Vescovo martire.
Vescovo di Cracovia, fu pastore sapiente e sollecito. Intrepido sostenitore della libertà della Chiesa e della dignità dell’uomo, difensore dei piccoli e dei poveri, subì il martirio sotto il re Boleslao II. Canonizzato nel 1253, è patrono della Polonia. Le sue spoglie a Cracovia, sono mèta di pellegrinaggio da secoli
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