venerdì 10 febbraio ’17

    5.a Settimana del Tempo Ordinario

     

     

    Proverbio del giorno (Svezia)

    Un dolore condiviso è un dolore dimezzato. Una gioia condivisa è una gioia raddoppiata.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Il desiderio, la ricerca stessa del bene ci fanno schierare gli uni contro gli altri. In fondo in ogni nostra attività non c’è che una sola grande finalità: il bene! Ma quanta diversità nella realizzazione concreta di questo desiderio universale! Signore, aiutami a trovare oggi, un terreno comune di collaborazione con chi incontrerò. Mandami compagni di strada e purifica le mie iniziative. Guidami sul cammino che porta al vero bene. Mostrami il Padre: mi basterà questo. Amen

     

    SCOLASTICA

    ci è nota dai “Dialoghi” di S. Gregorio Magno. Vergine saggia, antepose carità e contemplazione alle semplici regole e istituzioni umane, come manifestò nell’ultimo colloquio con il suo fratello s. Benedetto, quando con la forza della preghiera “poté di più, perché amò di più”.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Mc 7,31-37)

    Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Fatti veri)

     

    Il 30 marzo 2002, mentre i pompieri continuavano a lavorare per rimuovere le macerie delle torri gemelle, si fece un ritrovamento singolare: una bibbia fusa con un blocco di acciaio. Il libro sacro, diventato un tutt’uno col metallo, era aperto sul Discorso della Montagna. Il vigile del fuoco diede quanto scoperto al fotografo Joel Meyerowitz, che lavorava sul posto. Quando questi ricevette l’oggetto, fu colpito dal passaggio su cui era rimasta aperta la bibbia: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra”. Nel 2012 Joel Meyerowitz donò l’oggetto al Museo della Memoria del 11-09 dove è esposto così com’è stato trovato.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché sappiamo cogliere i segni che Dio ci manda per la nostra salvezza.

     

    Don’t Forget 33.a GIORNATA SOLIDARIETÀ

    La Giornata di ricordo delle VITTIME DELLE FOIBE vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e delle vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

     

    160° quadro della serie: “1000 quadri più belli del mondo”

     

    Agnolo di Cosimo di Mariano, noto come Bronzino -forse per il colore dei capelli- (1503-1572) è tra i più raffinati e mirabili pittori manieristi e uno dei più abili ed incisivi ritrattisti della corte medicea nella Firenze tardo rinascimentale. Questo famoso dipinto fu commissionato da Cosimo I de’ Medici e inviato al re Francesco I di Francia per ingraziarsene l’appoggio in vista di un’alleanza che evitasse

     

    AGNOLO BRONZINO: ALLEGORIA DEL TRIONFO DI VENERE  1540-’45 olio su tavola 146×116 cm National Gallery Londra

    a Firenze di  venire fagocitata dall’impero di Carlo V. Il tema del dipinto esprime una complessa riflessione sui temi dell’amore e della sensualità: il soggetto è infatti un’allegoria dell’ amore sensuale. Venere (dea dell’ amore) in primo piano si identifica grazie al pomo di oro del giudizio di Paride e alle due colombe in basso; ella bacia Eros o Cupido che la abbraccia con grande sensualità. Il putto sorridente coi campanelli al-la caviglia, dietro a loro sparge petali di rosa, a simboleggiare la Gioia che è la conseguenza più immediata del piacere: sparge rose, ma al tempo stesso, si è ferito

    i piedi con le spine. Dietro a lui la fanciulla in ombra, ha un volto grazioso, ma natura ambigua, come testimonia dall’inversione della mano destra, che sostiene l’aculeo velenoso di uno scorpione, con quella sinistra che sostiene un favo di miele (l’amore è dolce e pericoloso insieme). Ha corpo di serpente e zampe di leone, a simboleggiare l’Inganno tipico dell’amore carnale. Ed effettivamente gli stessi Venere e Cupido si stanno ingannando a vicenda: lei sta rubando una freccia dalla faretra di Eros, lui le sfila dal capo il diadema di perle. Le stesse maschere da teatro, forse un satiro e una ninfa, presenti in basso a destra sono un simbolo della realtà che è celata dagli inganni. Sul lato opposto le due figure grottesche sono la Disperazione e la Follia (gelosia?), conseguenze di medio e lungo periodo dell’amore sensuale. Il vecchio con le ali e una clessidra che, in alto a destra, scosta il pesante velo che scopre la scena è Cronos, il dio del Tempo accompagnato dalla Verità (in alto a sinistra), che egli svela: come a dire che solo il tempo dimostra la verità dell’amore. Non è un caso allora che l’altro titolo del dipinto, e forse quello più azzeccato, sia proprio la Lussuria smascherata. Lo stile del dipinto è molto idealizzato, sensuale ma freddo, quasi marmoreo, sublimemente idealizzato.

     

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