Tempo di Natale
Avvenne il 10 gennaio…
49 a.C. – Giulio Cesare attraversa il Rubicone.
1810 – Napoleone, dopo 14 anni di matrimonio infecondo, divorzia da Giuseppina di Beauharnais.
1920 – La Società delle Nazioni si riunisce per la prima volta e ratifica il trattato di Versailles, ponendo fine alla prima guerra mondiale.
1946 – A Londra si tiene la prima assemblea generale delle Nazioni Unite.
Aforisma di Gandhi
“Prima ti ignorano, poi ridono di te, poi ti combattono, poi vinci.”
Preghiera
O Dio, il tuo Verbo dall’eternità riveste il cielo di bellezza e dalla Vergine Maria ha assunto la nostra fragile carne: apparso tra noi come splendore della verità, nella pienezza della sua potenza porti a compimento la redenzione del mondo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Secondo la tradizione, l’eremita Aldo – vissuto in epoca imprecisata tra l’VIII e il l’XI secolo- era un carbonaio che scelse la vita “ritirata” nella forma portata a Bobbio da S. Colombano.
Il monachesimo irlandese, infatti, era basato sua una forma mista: ogni monaco costruiva la sua cella vivendoci da solo, ma condivideva alcuni momenti comunitari e si dedicava a un’occupazione o un mestiere. Le testimonianze storiche su sant’Aldo riguardano l’antichità del culto e il luogo della sepoltura a Pavia nella cappella di S. Colombano, dalla quale venne poi traslato nella basilica di S. Michele, a Pavia, un tempo capitale del Regno dei Longobardi.
E’ probabile, infatti, che sangue longobardo scorresse nelle vene del Santo eremita, o così almeno fa pensare l’origine del suo nome che ha come radice la parola longobarda “ald” (=vecchio).
Parola di Dio del giorno Giovanni1,35-42
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.
Riflessione S. Cipriano
Si tratta di una contraddizione pregare che si faccia la volontà di Dio, e poi, quando egli ci chiama e ci invita ad uscire da questo mondo, mostrarsi riluttanti ad obbedire al comando della sua volontà! Ci impuntiamo e ci tiriamo indietro come servitori caparbi. Siamo presi da paura e dolore al pensiero di dover comparire davanti al volto di Dio. E alla fine usciamo da questa vita non di buon grado, ma perché costretti e a forza.
Pretendiamo più onori e premi da Dio dopo che lo incontriamo tanto di malavoglia! Ma allora, domando io, perché preghiamo e chiediamo che venga il regno dei cieli, se continua a piacerci la prigionia della terra?” … “Piuttosto, fratelli carissimi, con mente serena, fede incrollabile e animo grande, siamo pronti a fare la volontà di Dio. Cacciamo la paura della morte, pensiamo all’immortalità che essa inaugura. Mostriamo con i fatti ciò che crediamo di essere”. “La nostra patria non è che il paradiso.
Là ci attende un gran numero di nostri cari, ci desiderano i nostri genitori, i fratelli, i figli in festosa e gioconda compagnia, sicuri ormai della propria felicità, ma ancora trepidanti per la nostra salvezza. Vederli, abbracciarli tutti: che gioia comune per loro e per noi! Che delizia in quel regno celeste non temere mai più la morte; e che felicità vivere in eterno!”.
Intenzione di preghiera per la settimana
Preghiamo per il nuovo anno 2025 anno giubilare della speranza perché il Signore non ci faccia mai mancare questa virtù che insieme alla fede e alla carità fanno andare avanti il mondo.
Don’t Forget! Le più belle natività della storia dell’arte
CHARLES LE BRUN: NATIVITÀ
1689 – olio su tela – olio su tela – 151 x 215 cm – Museo del Louvre – Parigi
Charles Le Brun (1619 – 1690) è un pittore e decoratore francese, famoso per i lavori di decorazione alla reggia di Versailles, durante il XVII secolo. Nell’“Adorazione dei pastori” la scena è collocata, come da tradizione, in un rifugio per animali, al cui interno sono visibili il bue e l’asino. Il Bambino Gesù riposa adagiato tra il grembo della madre e la mangiatoia, coperto da un candido panno; dal lui s’irradia una luce divina pura e splendente, che illumina tutti i personaggi presenti all’evento.
Mentre con la mano sinistra Maria sostiene il Figlio, porta la destra al cuore e il suo sguardo è rivolto al cielo, come sopraffatto dalla gioia. Questa rappresentazione rammenta le parole del Credo: “Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, dalla stessa sostanza del Padre”. Gesù Bambino è luce da luce, gloria del Padre e, come dice il Vangelo di Giovanni (3, 19) “E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie”.
S. Giuseppe, in penombra, contempla il Bambino con le mani giunte in preghiera e adorazione, in un’atmosfera di raccoglimento. I pastori, che sono i primi a riconoscere la divinità di Gesù e, animati dalla luce che si diffonde dal Bambino, sono prostrati, colti in adorazione del neonato. In alto a destra, in uno squarcio di cielo illuminato da un altro focus di luce proveniente dal Dio Padre Onnipotente, un coro di angeli volano sopra la scena celebrando la gloria della Santa nascita, e coi loro atteggiamenti e i panneggi svolazzanti, animano e ravvivano gioiosamente l’insieme della composizione.
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