venerdì 12 febbraio ’16

    V Settimana Tempo Ordinario

     

    nella foto un quadro di Emil Nolde

     

    a Gesù crocefisso

     

    Preghiera del giorno (preghiera per gli educatori)

    Chiamato ad annunciare la tua Parola, aiutami, Signore, a vivere di Te, e a essere strumento della tua pace. Assistimi con la tua luce, perché i ragazzi che la comunità mi ha affidato trovino in me un testimone credibile del Vangelo. Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita, perché le parole, quando veicolano la tua, non suonino false sulle mie labbra. Amen”

     

    BEATI TOMMASO HEMMERFORD, GIACOMO FENN, GIOVANNI NUTTER, GIOVANNI MUNDEN, GIORGIO HAYDOCK MARTIRI

    A Londra, questi sacerdoti, essendosi Elisabetta I regina d’Inghilterra arrogata il primato nelle questioni spirituali, mantennero la fedeltà alla Chiesa di Roma: per questo furono crudelmente condannati a morte e a Tyburn sventrati ancora vivi.

     

    La Parola di Dio del giorno (Mc 7,24-30)

    In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.

     

    Riflessione del Giorno

    Il più autorevole sociologo delle religioni, Rodney Stark nel suo libro “La vittoria dell’Occidente. La negletta storia del trionfo della modernità” non esita a demolire i più tenaci luoghi comuni e ne ha per tutti. Riguardo alla presunta superiorità della cultura islamica rispetto a un’Europa medioevale sprofondata nell’ignoranza, Stark chiarisce che il celebre califfo Al-Mansur che fondò Baghdad nel 762 si affidò ai progetti di uno zoroastriano e un ebreo. Nel secolo precedente il califfo Abd al-Malik edificò a Gerusalemme la Cupola della Roccia grazie ad architetti e maestranze bizantine. Il famoso Avicenna era persiano, come pure Omar Khayyam e Al-Khwarizmi, padre dell’algebra. I più eminenti medici dell’impero musulmano erano cristiani nestoriani (e gli astrologi ebrei quando non addirittura pagani). E fu il cristiano nestoriano Hunayn ibn Ish.aq al-Ibadi (in latino noto come Johannitius) che «raccolse, tradusse, corresse e diresse la traduzione di manoscritti greci, soprattutto di Ippocrate, Galeno, Platone e Aristotele, in siriaco e arabo». Di più, «non solo i dhimmi (i non islamici) furono all’origine della maggior parte della scienza e del sapere arabi, ma fecero anche la maggior parte delle traduzioni in arabo».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le istituzioni educative cattoliche della nostra diocesi, compreso l’APF del Patronato

     

    Don’t Forget:

    VENERDÌ DI QUARESIMA: giorno di astinenza dalle carni e di preghiera.

     

    Quadro della settimana della serie “1000 dipinti più belli del mondo”

     

    Cattura

    Piero di Cosimo: Incendio nella foresta – 1505 – olio su tavola – 71 x 202 cm Ashmolean Museum Oxford – G.B.

     

    Piero di Cosimo (1462-1521) era un pittore fiorentino dal carattere stravagante sul quale abbonda ogni genere di aneddoti (come l’alimentarsi solo di uova, ricercare solitudini da eremita e progettare per il carnevale invenzioni fantastiche e pericolose). Il quadro di oggi faceva parte di un ciclo detto “storie dell’umanità primitiva” dipinto tra il 1495 e il 1505 e composto da cinque tavole: 1) caccia primitiva 2) ritorno dalla caccia 3) incendio nella foresta 4) ritrovamento di Vulcano 5) Vulcano ed Eolo maestri dell’umanità. Queste tavole nelle intenzioni del committente e del pittore volevano illustrare il lento evolversi della civiltà attraverso il progresso tecnico e intellettuale e si ispiravano agli autori classici Lucrezio (De rerum natura) e Vitruvio. Si trattava forse di spalliere destinate a decorare una nobile dimora fiorentina, il Palazzo di Francesco del Pugliese, dove Vasari descrisse della mano di Piero alcune «storie di figure piccole, fantastiche che egli in tutte quelle si dilettò a dipingere, e di casamenti e d’animali e d’abiti e di strumenti diversi, e altre fantasie che gli sovvennono per essere storie di favole»

    In questo pannello, il terzo, l’umanità ha fatto decisivi passi avanti verso il progresso, ma scoppia un incendio nella foresta e gli animali spaventati fuggono, allineandosi ad arte in primo piano: camosci, leoni, scrofe, orsi, un bue, un leone e un airone, mentre in alto volano stormi di ogni genere di uccelli. Alcuni di questi animali hanno volto umano, perché si riteneva che mostri del genere potessero solo nascere da incroci bestiali con l’uomo. Le figure umane compaiono in secondo piano: a destra un uomo, già ricoperto di vestiti, non si lascia spaventare dal fuoco come le bestie, ma approfitta del trambusto per catturare dei bovini. Sullo sfondo una capanna e rozze forme di vasi testimoniano i progressi della tecnologia. Ai lati le vedute di paesaggio sono meno brulle e più verdi, rese con acuta sensibilità atmosferica, mentre le figure umane ed animali dimostrano la sbrigliata e a volte trasgressiva fantasia del pittore: l’opera è ritenuta una delle prime in cui il paesaggio ha un ruolo preminente nel Rinascimento.

    gingol

     

     

     

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