Venerdì 16 maggio 2025

     

    Ottava di Pasqua

     

    Avvenne il 16 maggio…

    218 – A Raphana, Siria, Eliogabalo è acclamato imperatore romano dalla Legio III Gallica.

    1204 – Baldovino IX di Fiandra, alla fine della 4.a crociata, incoronato 1° imperatore dell’Impero latino di Costantinopoli.

    1532 – Sir Thomas More si dimette dalla carica di Lord cancelliere d’Inghilterra

    1929 – a Los Angeles si tiene la 1ª edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar.

    1943 – La rivolta del ghetto di Varsavia viene soffocata nel sangue dalle forze tedesche.

     

    Aforisma dal Vangelo

    “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me, dice il Signore.”

     

    Preghiera Colletta

    O Dio, autore della nostra libertà e della nostra salvezza, esaudisci le preghiere di chi ti invoca, e fa’ che i redenti dal Sangue del tuo Figlio vivano per te e godano della beatitudine eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Simone Stock fu Priore Generale dei Carmelitani, venerato per la sua santità, e morto nel 1265 a Bordeaux in Francia. Verso il sec. XV, nei Paesi Bassi, emerse una leggenda circa un certo “S. Simone” che aveva avuto una visione della N. S. in cui la Madonna appariva con lo scapolare promettendogli: “Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo.”

    In pochi anni a Simone Stock, il Priore Generale, fu accreditata la visione della N. Signora. Il racconto fu arricchito con dettagli biografici immaginari sulla vita di Simone, come la nascita a Kent in Inghilterra, la vita eremitica vissuta in un tronco di un albero ecc. Il culto a Simone Stock e la devozione allo scapolare si diffusero nei sec. XV – XVI e molti fedeli furono iscritti allo Scapolare. Nel sec. XVI, il culto a San Simone Stock fu inserito nel calendario liturgico di tutto l’Ordine.

     

    Parola di dio del giorno Giovanni 14,1-6

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore.

    Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

    Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

     

    Riflessione di don Arturo Bellini

    sabato 10 maggio 2025: IL LEONE TENERO. «Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostro parlare e agire abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento».  È la preghiera imparata in seminario e recitata all’inizio di ogni attività. È la preghiera che il servo di Dio don Giuseppe Vavassori conosceva e pregava in mezzo alle tante cose da fare ogni giorno.

    È la preghiera adatta ad accompagnare i primi passi di Papa Leone XIV.  Ieri, testate televisive e giornalistiche hanno giocato sul nome “Leone”. Il titolo più simpatico ha accostato “leone” e “tenero”, una felice immagine che indica lo stile di Dio: forte e mite, paziente e umile, tenace e perseverante. 

    Molti dal nome e dalle prime parole del nuovo Papa hanno tratto indicazioni per un programma d’azione che privilegia la dimensione sociale e l’ottica politica. Pochi hanno privilegiato l’annuncio del Risorto ai discepoli: “La pace sia con tutti voi”, annuncio che coniuga la sorgente della pace con l’attuazione di opere di pace che nascono dal cuore e della volontà di camminare uniti, mano nella mano con Dio e tra noi…e di guardare avanti.

    La speranza che non delude è monito a non fermarsi, a non voltarsi indietro, richiusi nella nostalgia, e a non deviare sulle vie illusorie del pensiero ideologico. Dalle prime parole, papa Leone lascia trasparire lo slancio missionario che lo muove: non fare la propria volontà; non perseguire proprie idee; ma farsi carico della volontà di Dio perché sia chiaro che è Lui a guidare la Chiesa, in questo, come in tutti i tornanti della storia. Dio ripeteva spesso don Giuseppe Vavassori non invecchia. Lui è l’eternamente giovane.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per il nuovo Papa Leone XIV affinché lo Spirito Santo lo guidi, il Signore Gesù gli ponga nel cuore e sulle labbra la sua Parola e Dio Padre lo faccia segno della sua Paternità universale.

     

    Don’t forget! Santi della carità

    S. Felice da Cantalice (1515-1587)

    È “il Santo dei fanciulli”: li consola, li guarisce, li diverte perché il suo animo è semplice e puro come quello di un bambino. Felice Porri nasce nel 1515 a Cantalice (Rieti), in una famiglia di umili contadini e lui stesso lavora la terra fino a trent’anni. Da bambino aiuta i genitori nei lavori domestici. Ai compagni regala crocifissi di legno da lui intagliati e, a chi gli fa un dispetto, risponde con il perdono. Non sa leggere né scrivere, ma ha tanta fede e ascolta estasiato i racconti della vita dei santi. Un giorno rischia di morire travolto da alcuni cavalli. Miracolosamente si salva e per lui questo è uno speciale messaggio che gli arriva dal Cielo.

    Diventa frate e, indossando il saio, si trasferisce a Fiuggi, poi a Tivoli, infine a Roma. Per tutta la vita raccoglie pane, frutta e fave da distribuire ai confratelli e agli affamati. Chiede, con la mano tesa, l’elemosina ai ricchi per aiutare i poveri, assiste i malati, dona pace e serenità a chi lo avvicina. Le briciole sono per i suoi amici uccellini che lo accompagnano sempre festosi.

    Cammina scalzo e accetta di calzare sandali solo da anziano. Felice lo è di nome e di fatto: sorridente, saluta e ringrazia tutti dicendo Deo Gratias. Così viene chiamato “frate Deogratias”. Compie tanti miracoli e guarisce soprattutto i fanciulli dalle malattie perché è spontaneo e gioioso come i bambini che chiama angioletti; per loro racconta filastrocche, inventa favole, gioca, balla, canta, regala pane e parla di Gesù e per tutti diventa “il Santo dei fanciulli”.

    Il cappuccino sostiene anche i contadini con i suoi prodigi: in piena estate fa scaturire l’acqua da una sorgente e, utilizzando alcune foglie bagnate, salva un allevamento di bachi da seta da una malattia. Egli ama il Natale e ogni anno, nella sua misera celletta, allestisce un piccolo presepio con la S. Famiglia, l’angelo, il bue e l’asinello, i pastori e i Re Magi. Un giorno, prega davanti a un dipinto della Madonna (alla quale è devotissimo) e la implora di fargli tenere in braccio il Bambinello.

    Il quadro si anima e la Madonna porge al frate Gesù Bambino: piangendo il frate lo stringe a sé. Felice non è mai andato a scuola ma diventa famoso per le sue prediche fatte di parole semplici, proverbi e poesie. Muore a Roma nel 1587 dove riposa nella Chiesa dell’Immacolata Concezione. Le due immagini in alto: a sinistra S. Felice di Cantalice riceve Gesù Bambino dalle mani della B.V. Maria. Opera di Carlo Ceresa

    a destra: S. Felice di Cantalice distribuisce la carità ai poveri. Opera di Francisco de Zurbarn

     

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