XXIV Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Charles Pèguy
Quanto vi è di più contrario alla salvezza, non è il peccato, ma l’abitudine.
Preghiera del giorno
Signore, aiutami ad alzare lo sguardo a Te, a intraprendere il cammino là dove Tu sai e vuoi, a portare Te a chi Ti cerca, senza giudicare mai nessuno, ma camminando insieme con ognuno quel tratto di strada che ci è dato da percorrere. Amen.
Santi del giorno
SS. Cornelio e Cipriano
S. CORNELIO, originario di Roma, fu eletto papa nel 251 per la sua umiltà e la sua bontà, dopo un periodo di sede vacante a causa della violenta persecuzione di Decio. L’eretico Noviziano lo contrastò scatenando lo scisma, ma Cornelio fu riconosciuto da quasi tutti i vescovi, primo fra tutti S. Cipriano.
Morì nel 253, imprigionato a Civitavecchia, durante la persecuzione dell’imperatore Gallo. S. CIPRIANO nacque a Cartagine verso il 210. Tre anni dopo la sua conversione al Cristianesimo, fu eletto vescovo della sua città.
Ritiratosi in clandestinità durante la persecuzione di Valeriano, venne a sapere di essere stato condannato a morte e perciò tornò a Cartagine per dare testimonianza di fronte ai fedeli e qui venne decapitato nel 258.
Parola di Dio del giorno 1Cor 15,12-20
Fratelli, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede.
Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.
Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Riflessione del giorno Mons. Ravasi Mattutino
Signore, tu sai che invecchio di giorno in giorno e che un giorno sarò vecchia: difendimi dall’impulso di dover dire sempre la mia in ogni occasione. Liberami da quell’immenso desiderio di voler mettere ordine negli affari degli altri. Insegnami ad essere riflessiva e soccorrevole, ma non prevaricante. Insegnami la meravigliosa saggezza dell’ammettere che io posso anche sbagliarmi. Fa’ che io sia il più possibile amabile.
Era il 4 ottobre 1582 e ad Avila moriva Teresa di Gesù o d’Avila, proclamata dottore della Chiesa da Paolo VI nel 1970. Teresa aveva carattere forte, mente lucida e penna non di rado tagliente. Lo testimoniano le righe citate, molto realistiche e vivaci. Il lento scorrere degli anni invecchia corpo e intelligenza e in agguato c’è sempre il rischio della petulanza nei confronti degli altri o delle novità.
In italiano per dire questo vizio, che non colpisce solo gli anziani, c’è un termine familiare: il «ficcanaso». L’impiccione che è in tutti noi è sempre in agguato, pronto a giudicare, a criticare, ad assegnare pagelle agli affari altrui. Lo stesso gossip (che è purtroppo ben diverso dal tradizionale e più bonario pettegolezzo) diventa ai nostri giorni sempre più aggressivo e fa prosperare riviste e programmi televisivi indegni.
Ecco perché è opportuno il richiamo di Teresa all’amabilità, al rispetto, all’autocritica, al «non giudicare per non essere giudicati» e al saper invecchiare con grazia.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per gli anziani e per chi fatica ad accettare le limitazioni dell’età.
Don’t Forget! Storia dei Martiri cristiani
Martiri della Rivoluzione Francese
16 CARMELITANE MARTIRI di COMPIÈGNE
† Parigi, Francia 17-07-1794
La “dichiarazione dei diritti dell’uomo” promulgata a Parigi il 26-07-1789 ebbe come conseguenza la soppressione degli Ordini religiosi. Infatti secondo i principi “rivoluzionari”, non poteva essere libero chi si consacra a Dio con i voti ed era compito della “Nazione” liberarlo. Tre Monasteri Carmelitani, a nome anche di tutti gli altri, inviarono all’Assemblea Nazionale una dichiarazione: «Alla base dei nostri voti c’è la libertà più grande: nelle nostre case regna la più perfetta uguaglianza e noi confessiamo davanti a Dio che siamo felici».
Ma non appena la rivoluzione francese degenerò nel terrore, le 16 Carmelitane Scalze del monastero di Compiègne offrirono a Dio sé stesse come vittime di espiazione per la Chiesa e per il loro tribolato Paese.
Arrestate e incatenate il 24 giugno 1794, non vennero meno ai voti e testimoniarono anche ai persecutori la loro gioia e fede. Condannate a morte per la fedeltà alla Chiesa e alla vita consacrata, furono ghigliottinate a Parigi il 17-07-1794: salendo al patibolo cantavano inni, dopo aver rinnovato i voti nelle mani della priora, Teresa di S. Agostino che ottenne di essere ghigliottinata per ultima così da poter assistere e incoraggiare le consorelle.
A loro si ispirarono Gertrud von Le Fort col romanzo «L’ultima al patibolo» e Georges Bernanos con i «Dialoghi delle Carmelitane». Furono beatificate da S. Pio X il 13-5-1906.
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