Venerdì 17 giugno 2022

     

    XI settimana tempo ordinario

     

    Aforismi del giorno di N. Gomez Dàvila

    Chi si ostina a voler capire più di quel che c’è da capire capisce meno di tutti.

     

    Preghiera del giorno

    Ti rendiamo grazie, Signore, per il riposo che ci hai dato, per il nuovo giorno che ci doni, segno del tuo amore. Ti offriamo le opere di questo giorno che iniziamo nel tuo nome, con gioia e fiducia, sorretti dalla speranza che tu sempre sei con noi.

    Vogliamo ascoltare la tua Parola che ci insegna ad amarti di più nei fratelli che oggi incontreremo, negli impegni ai quali siamo chiamati. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Ranieri di Pisa – Eremita

    Nacque nel 1118 da Gandulfo Scacceri e Minarda. Malgrado la volontà dei genitori di impartirgli un’educazione rigorosa, visse la giovinezza all’insegna del divertimento.

     Ma a 19 anni cambiò vita: dopo l’incontro con Alberto, eremita della Corsica stabilitosi nel monastero pisano di S. Vito, decise di partire per la Terra Santa e vivere in povertà, liberandosi dalle ricchezze per donarle ai poveri. 

    Trascorse un lungo periodo in Terra Santa vivendo di elemosine: mangiava 2 volte la settimana e si sottoponeva a grandi sacrifici. Tornato a Pisa nel 1154, circondato da fama di santità, vi operò miracoli. Morì il 17 giugno 1161. Nel 1632 fu eletto patrono principale della diocesi e città di Pisa.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 6,19-23

    Gesù disse ai discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano.

    Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

     

    Riflessione del giorno di don Bepo (a cura di don Arturo Bellini)

    Favorire le vocazioni era desiderio vivo in don Bepo. Per questo pregava e raccomandava di pregare. Questa insistenza sulla preghiera per le vocazioni mi ha riportato alla mente un sogno raccontato da Giovanni Paolo I sull’efficacia della preghiera.

    Il papa raccontò che il vescovo Gustavo Ketteler dopo aver visto in sogno una suora, una mattina fu invitato a parlare in un istituto di religiose. Mentre distribuiva la comunione, di colpo s’arrestò, la sua mano tremava: aveva riconosciuto nella suora che stava ricevendo la comunione quella del sogno. Dopo la Messa, fece radunare tutte le religiose; però non riconobbe quella che cercava.

    Domandò allora alla superiora: “Son tutte qui le vostre suore?”. “Tutte, eccellenza!”. “Ma non ne mancar qualcuna?”. “Effettivamente sì – riprese quella – manca una vecchia suora che attende ai più umili servizi. La faccio venire subito”.

    Era proprio lei: il Vescovo le domandò se fosse solita fare preghiere speciali. E lei rispose: “Io sono una povera suora e valgo poco; però i miei sacrifici e le preghiere li offro per i sacerdoti e le vocazioni”. “Ma allora, è a voi ch’io devo la mia vocazione…”. La preghiera nascosta di un’anima buona, la generosità ardente di un giovane e la grazia di Dio avevano costruito quella magnifica vocazione di sacerdote e di vescovo.

     

    Intenzione di preghiera del giorno

    Preghiamo perché Dio susciti nella gioventù vocazioni sacerdotali e religiose, maschili e femminili.

     

    Don’t forget! Storia dei martiri cristiani

    A

    MARTIRI CRISTIANI DEL VIETNAM XVI – XIX secolo 2.A PARTE

    In Vietnam i primi contatti con la fede cristiana avvennero nel 1533 a opera di Domenicani, Francescani e Gesuiti. Nel 1627 entrò in Vietnam il gesuita Alexandre de Rhodes (nato ad Avignone nel 1591 e morto in Persia nel 1660).

    Era entrato nella Compagnia di Gesù a Roma nel 1612, con l’intenzione di dedicare la vita alla conversione degli infedeli. Fu assegnato alle missioni delle Indie dell’Est, inaugurando il lavoro di missionario nel 1624 riscuotendo un grande successo in Cocincina.

    Nel 1627 si spostò nel Tonchino, dove, in tre anni, convertì più di 6.000 persone, tra cui diversi bonzi. Fondò nel nord del Paese l’istituto «Casa del Signore dei Cieli» (Nhà Đức Chúa Trời) per formare laici per aiutare i sacerdoti e sostituirli nelle funzioni non legate all’ordine sacro.

    Nel 1630 il cristianesimo in Vietnam venne proibito, ma la Chiesa continuò a sopravvivere di nascosto. Anche le congregazioni più note, come gli «Amanti della Santa Croce», rimasero attive in maniera clandestina e continuarono la loro attività sotto il costante pericolo di essere scoperti e incarcerati.

    Nel 1658 Papa Alessandro VII istituì i vicariati apostolici del Tonchino e della Cocincina. Nel 1670 si tenne il 1° sinodo dei vescovi vietnamiti, a Nam Dinh e fu approvata la regola dell’istituto fondato da de Rhode.

     

    Il gesuita Alexandre de Rodhes

    Il feroce persecutore di cristiani imperatore Tu Duc

    Il giovanissimo martire Andrea, beato 

     

    Nel 1645, padre de Rhodes fu espulso: da allora insorsero varie persecuzioni, alternate a periodi di pace. Nei momenti di tregua, i missionari si stabilivano nel territorio, rincuorando i fedeli e istituendo le “Case di Dio” per la formazione del clero locale e dei catechisti.

    Dal 1645 al 1886 si ebbero ben 53 editti contro i cristiani, con la morte di circa 113.000 fedeli. Durante il regno di Minh Mang, re dal 1821, la persecuzione fu spietata: anche chi osava solo nascondere i cristiani veniva condannato a morte.

    Anche l’imperatore Tu Duc che regnò dal 1847 al 1883 odiava tutto ciò che fosse europeo, non distinguendo la politica dalla religione. Stabilì che chiunque avesse collaborato alla cattura di un missionario avrebbe ricevuto 300 once d’argento.

    Al missionario veniva fracassato il cranio e il suo corpo gettato nel fiume. I sacerdoti locali e i catechisti stranieri venivano sgozzati, mentre ai catechisti locali veniva impressa sulla guancia con un ferro rovente la scritta “Ta dao”, che significa “Falsa religione” per additarli al pubblico disprezzo.

    Fra i primi martiri il beato Andrea, giovane del villaggio di Phù Yên in Annam che, essendosi rifiutato di calpestare la croce, fu trafitto da frecce e decapitato nel 1644, a soli 17 anni.

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