Venerdì 19 gennaio 2024

     

    II Settimana del Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 19 gennaio…

    1840 – Charles Wilkes circumnaviga l’Antartide, reclamando la Terra di Wilkes per gli USA.

    1915 – Zeppelin tedeschi bombardano due città del Regno Unito. È il 1° bombardamento di civili della storia.

    1939 – Italia: il fascismo sostituisce il Parlamento con la Camera dei fasci e delle corporazioni.

    1969 – Muore Jan Palach che si era dato fuoco in piazza S. Venceslao di Praga, per protesta contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia

    2000 – Muore ad Hammamet Bettino Craxi, segretario del Partito Socialista Italiano

     

    Aforisma dei padri del deserto

    «Dio esige tre cose da ogni uomo che abbia ricevuto il battesimo: per l’anima la retta fede, per la parola la sincerità, per il corpo la castità».

     

    Preghiera di Léon Bloy

    O Dio dell’imprevisto, fa’ che io non tema mai l’imprevisto, l’inconsueto, l’impensato poiché proprio Tu fosti tutto ciò e feristi il cuore degli uomini con la tua assoluta Novità. Scioglimi il cuore perché anch’io sappia sorprendermi e sorprendere per diversità di pensiero, novità di vita, fantasia d’amore, prontezza di fronte al male.

    Fa’ che un pochino almeno ti somigli, o Dio dell’imprevisto, che nel tuo Figlio desti il giro a un mondo rappreso e senza senso. Fa’ che io diventi immagine e strumento della tua Buona Novità. Amen

     

    Santo del giorno

    La biografia di Macario il grande è spesso confusa con quella dell’omonimo san Macario Alessandrino, anch’egli monaco a Scete e suo contemporaneo. Ambedue insieme a Isidoro furono discepoli di S. Antonio abate. Macario nasce intorno al 300.

    Giovanissimo diventa cammelliere, occupato nel trasporto del salnitro; nel 329-30. Tra il 330 e il 340 incontra Antonio abate e vive a lungo con lui. È ordinato prete quando è già noto come «padre spirituale» di quella area di deserto. Dal 356 al 384 si avvicendano nel monastero tre gruppi di discepoli che costituiranno la colonia monastica di Scete.

    Tra il 373 e il 375 Macario è esiliato con il suo omonimo Macario l’Alessandrino in un’isola del Nilo per ordine di Lucio, vescovo ariano di Alessandria. La sua grande notorietà si deve soprattutto all’importanza che rivestì il monastero di Abu Macario nella storia del monachesimo egiziano. 

     

    Parola di Dio del giorno Marco 3,13-19

    In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni.

    Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

     

    Riflessione di un anonimo arabo

    C’era in città un uomo che disperava dell’amore di Dio. Un giorno, mentre errava sulle colline che attorniavano la sua città, incontrò un pastore. Questi, vedendolo afflitto, gli chiese: “Che cosa ti turba amico?”. “Mi sento immensamente solo”. “Anch’io sono solo, -rispose il pastore- eppure non sono triste”.

    “Forse perché Dio ti fa compagnia” gli fece l’altro. “Hai indovinato!”. “Ma io non ho la compagnia di Dio. Non riesco a credere nel suo amore. Com’è possibile che ami proprio me? Uno come me?”. “Vedi laggiù la nostra città? – gli chiese il pastore, – Vedi le case? Vedi le finestre?”.

    “Sì, vedo tutto questo”, rispose il viandante. “Allora non devi disperare. Il sole è uno solo, ma ogni finestra della città, anche la più piccola e la più nascosta, ogni giorno viene baciata dal sole. Forse tu disperi perché finora hai tenuto chiusa la finestra della tua anima”.

     

    Intenzione di preghiera dei vescovi

    Preghiamo perché la scuola, luogo di crescita e di relazione, sappia sostenere il cammino di bambini e ragazzi che provengono da ogni condizione sociale.

     

    Don’t Forget! SANTI e BEATI di CARITÀ

    Beato TERESIO OLIVELLI Martire

    1916-1945

    Teresio Olivelli nacque il 7-1-1916 a Bellagio (Como) e dopo il ginnasio a Mortara (PV) e il liceo a Vigevano, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza di Pavia. Oltre a essere ottimo studente Teresio giocò la sua partita di cristiano su più fronti: fu membro attivo della Fuci, partecipò a ritiri, conferenze e attività, si distinse per fede e carità. Nell’Azione Cattolica e nella S. Vincenzo si formò in lui lo stile del «farsi tutto a tutti” che segnerà la sua vita. Laureato in giurisprudenza nel 1939 fu assistente di Diritto amministrativo all’Università di Torino.

    Si sforzò di cogliere nel fascismo quegli elementi che sembravano compatibili col Vangelo, il che si si mostrerà poi una illusione. Tutto il fervore di attività culturale e politica non riuscì a spegnere il suo impegno caritativo e di condivisione: durante il suo soggiorno torinese, ad esempio, lo vedevano impegnato a fianco della gioventù sbandata e accanto ai poveri del Cottolengo. Nel febbraio 1941 si arruolò volontario e partì per la Russia: era ufficiale degli alpini, ma con uno stile tutto suo di cameratismo e servizio, che lo portò durante la disastrosa ritirata a soccorrere feriti e assiderati, anche a rischio della vita.

    Il suo rientro in Italia segnò la rottura con il fascismo, di cui aveva conosciuto le aberrazioni: abbandonò ogni collaborazione, anche culturale, con il regime e il 9-9-1943 fu fatto prigioniero dai tedeschi. Rinchiuso prima a Innsbruck e poi in altri campi, il 20 ottobre riuscì a evadere e ritornare in Italia, dopo una lunga fuga solitaria. Partecipò alla Resistenza cattolica, ma la sua fu una rivolta morale, per promuovere la quale nel febbraio 1944 fondò il giornale «Il Ribelle» che diffondeva un umanesimo cristiano, contrario al nazifascismo. Il 27-4-1944, Teresio fu arrestato a Milano come esponente di spicco delle associazioni cattoliche milanesi, ritenute ostili ai nazifascisti e collaboratrici dei partigiani.

    A S. Vittore cominciò il calvario delle torture, che continuarono nel campo di Fossoli. L’11-7-1944 il suo nome venne inserito in una lista di 70 prigionieri da fucilare, ma riuscì a sottrarvisi, nascondendosi nel campo. Nuovamente catturato, fu trasferito nel campo di Gries (Bolzano): sulla sua casacca, oltre al triangolo rosso dei “politici”, c’era anche il disco rosso cerchiato di bianco dei prigionieri che, avendo tentato la fuga, subivano un trattamento particolare. Fu trasferito a Flossenburg in Baviera e a Hersbruck, dove svolse un vero e proprio ruolo di “supplenza sacerdotale”: molti sopravvissuti riconobbero di essersi salvati grazie al conforto e sostegno da lui ricevuti. Deperito e reso l’ombra di sé stesso, nei giorni di Natale assistette sul letto di morte Odoardo Focherini (oggi Beato).

    Morì il 17-1-1945, in seguito alle percosse ricevute da un kapò, mentre cerca di far scudo a un giovane prigioniero ucraino brutalmente pestato. Il suo corpo fu bruciato nel forno crematorio di Hersbruck. La Diocesi di Vigevano ne ha promosso la causa di beatificazione celebrata nel 2018 nel palasport cittadino.

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com