Venerdì 20 giugno 2025

     

    11.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 20 giugno…

    451 – Campi Catalaunici: Attila sconfitto dall’esercito romano guidato dal generale Flavio Ezio

    1819 – Il vascello USA Savannah arriva a Liverpool. È la 1.a nave a vapore ad attraversare l’oceano Atlantico, anche se gran parte del viaggio venne effettuato a vela.

    1837 – La regina Vittoria del Regno Unito ascende al trono britannico.

    1960 – Indipendenza del Mali e del Senegal

    1963 – Viene stabilita la “linea rossa” tra Unione Sovietica e Stati Uniti d’America

    1990 – Il parlamento tedesco decide di spostare la capitale da Bonn a Berlino.

     

    Aforisma dal Vangelo di Matteo

    “Dice il Signore: “dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.”

     

    Preghiera Colletta

    Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santi del giorno

    Sappiamo che s. Ettore fu un martire al tempo di Diocleziano, forse in Grecia, del resto non si trovano notizie nei testi più autorevoli, la sua festa è al 20 giugno, riportata in molti calendari, in certe località viene festeggiato il 23 dicembre.

    La Madonna Consolatrice (degli afflitti) viene ricordata in particolar modo dalla città di Torino, in quanto i Savoia hanno dimostrato sempre una certa devozione a Maria e a questa sua specifica declinazione.

     

    Parola di dio del giorno Matteo

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

     

    Riflessione di don Arturo Bellini

    «Lo Spirito è Amore: Potenza del Padre: crea. Sapienza: governa. Amore: dà il benessere». Don Giuseppe Vavassori. (Pentecoste 1/6/1941). Lo Spirito Santo, Spirito del Padre e del Figlio è potenza creatrice. Rinnova l’uomo secondo l’immagine di Dio. Con la sua sapienza fa scoprire che Gesù…è l’umano più autentico e realizzato; la verità e la bellezza di Gesù sono modello di umanità perfetta. Lo Spirito lavora in noi come artista, perché in tutto ciò che siamo emerga l’originale.

    Nessuno è fotocopia. La vita di ciascuno è una realtà unica, irrepetibile, firmata. Lo Spirito è amore che fa sentire vivi, contenti di restare nell’amore che Gesù ha donato e diffuso senza misura. In questi giorni è ricorso l’anniversario dei preti ordinati nel Giubileo dell’anno Duemila. C’era anche don Giò Bertocchi, tornato a Dio giovanissimo. Lo ricordo con questa preghiera da lui scritta durante il corso di esercizi ignaziani: «Ti prego, Signore, stammi vicino.

    Proteggimi con la tua benevolenza e la tua Grazia.  Donami il coraggio e la fortezza per scegliere la via giusta da percorrere e non fermarmi mai.  Donami mitezza per esser docile alla tua volontà.  Continua a donarmi Te stesso perché anch’io, un giorno, diventi come Te, per Te, in Te. (don Giò 11 gennaio 1996)”.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per gli operatori nell’ambito della carità perché siano testimoni dell’amore di Cristo per i piccoli e i poveri in tutto ciò che fanno.

     

    Santi e Beati della carità

    S. ABRAMO DI AL-FAYYŪM VESCOVO 1829-1914

    Nella provincia copta di al-Minyā, in Egitto, nel 1829 nacque Giuseppe, destinato a divenire S. Abramo di al-Fayyūm, figura esemplare di vescovo e servitore degli ultimi. La vocazione si manifestò a 18 anni, quando varcò la soglia del monastero della Vergine di al-Muḥarraq, vicino ad Asyūṭ. È qui che Giuseppe abbracciò la vita monastica, distinguendosi per un’intensa dedizione al prossimo, in particolare ai più bisognosi.

    La fama di Giuseppe per la sua carità e il suo impegno verso i poveri crebbe rapidamente. A 37 anni, venne nominato abate del monastero di al-Muḥarraq, assumendo la guida di una comunità in forte espansione. La sua capacità pastorale e la sua profonda spiritualità attirarono numerosi discepoli, desiderosi di seguire il suo esempio di vita consacrata. Ma, l’aumento del numero di monaci generò anche tensioni interne. Accusato ingiustamente di dissipare i beni del monastero a favore dei poveri, Giuseppe fu costretto ad abbandonare al-Muḥarraq e con 4 compagni, trovò rifugio nel monastero di al-Barāmūs, situato nel Wādī al-Naṭrūn.

    L’alto valore spirituale di Giuseppe e dei suoi confratelli non passò inosservato: l’abate del monastero, divenuto poi patriarca, li consacrò tutti vescovi. Nel 1881, Giuseppe assunse il nome di Abramo e divenne vescovo di al-Fayyūm. Il suo episcopato fu caratterizzato da un’incessante dedizione ai più poveri, senza distinzioni di religione o condizione sociale. Abramo si sentì chiamato a servire coloro che erano ai margini della società, incarnando l’ideale evangelico della carità e della compassione.

    La sua attenzione per gli ultimi si tradusse in gesti concreti: condivideva la mensa coi poveri e rifiutava i segni di distinzione esteriore, abbracciando una vita di estrema semplicità e umiltà. Il 10 giugno 1914, all’età di ottantacinque anni, dopo oltre trent’anni di servizio episcopale e quasi settant’anni di vita monastica, Abramo di al-Fayyūm si spense. La sua morte fu un lutto profondo per la sua diocesi e per l’intera Chiesa copta. Una folla immensa di cristiani e musulmani, si riversò per rendergli omaggio, testimoniando la stima e l’affetto che egli aveva saputo conquistare nel corso della sua vita.

     

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