5.a settimana di pasqua
Avvenne il 22 maggio…
1099 – Viene fondato il duomo di Modena.
1498 – Morte di Savonarola al rogo
1592 – Giordano Bruno è arrestato a Venezia.
1618 – La terza defenestrazione di Praga scatena la guerra dei trent’anni.
1915 – 1.a guerra mondiale: il Regno d’Italia dichiara guerra all’Austria ed entra in guerra
1960 – Il premier israeliano Ben Gurion annuncia la cattura del criminale nazista A. Eichmann.
1992 – Capaci: in un attentato mafioso uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e i tre agenti della loro scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Aforisma dal Vangelo
“Vi ho chiamato amici, dice il Signore, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.”
Preghiera Colletta
Donaci, o Signore, di conformare la nostra vita al mistero pasquale che celebriamo nella gioia, perché con la sua forza perenne ci protegga e ci salvi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

La sua esistenza nel secolo IV, è garantita da sant’Atanasio che lo indica come partecipante del Concilio di Sardica (oggi Sofia) nel 343; il suo nome compare anche negli atti del pseudo-concilio di Colonia del 346.
San Desiderio, che occupa il terzo posto nella lista dei vescovi di Langres in Francia, sembra fosse originario di San Desiderio, nei dintorni di Genova. Varnacario, chierico di Langres, scrisse un racconto del suo martirio, dove spiega che Desiderio sarebbe stato decapitato durante un’invasione dei Vandali; probabilmente c’è confusione nelle tradizioni locali, perché Langres ebbe diverse invasioni barbariche.
Una leggenda dice che dopo la decapitazione, il vescovo raccolse la sua testa e rientrò in città, attraverso una fenditura della roccia che si era aperta per farlo passare. Questa apertura viene mostrata ancora oggi.
Parola di dio del giorno Giovanni 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».».
Riflessione Dal discorso di Papa Leone XIV nella Messa di inizio del suo Pontificato
Questo, fratelli e sorelle, vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio: una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri.
E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno. E questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace.
Questo è lo spirito missionario che deve animarci, senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo; siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo. Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore! La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, con il mio predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio «prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace?» (Lett. enc. Rerum novarum, 21).
Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per il nuovo Papa Leone XIV affinché lo Spirito Santo lo guidi, il Signore Gesù gli ponga nel cuore e sulle labbra la sua Parola e Dio Padre lo faccia segno della sua Paternità universale.
Don’t forget! Santi della carità
S. Giovanni battista de rossi 1698 -1764


Nato a Voltaggio, vicino a Genova, il 22 febbraio 1698 da famiglia rispettabile, Giovanni Battista a 10 anni venne affidato, per la sua istruzione, alle cure di un nobile genovese e di sua moglie. La parentela con membri dell’Ordine dei cappuccini gli consentì di essere chiamato a Roma e, a soli 13 anni, di entrare nel Collegio Romano. Studiò troppo duramente, fu sconsiderato nella mortificazione ed ebbe un collasso nervoso; ripresosi poté essere ordinato prete nel 1721. Amava visitare gli ospedali e un asilo notturno per bisognosi, fondato da papa Celestino III, dove operò per 40 anni, consolando e istruendo i pazienti.
Visitava spesso anche l’ospedale della SS. Trinità dei Pellegrini. Aiutava inoltre i mercanti di bestiame che vendevano animali nel mercato del Foro Romano. Nel suo asilo di S. Luigi si prendeva cura di donne e ragazze senza tetto, di mendicanti e prostitute. Per alcuni anni fu restio a esercitare il ministero della confessione, ma in seguito a un periodo di convalescenza ebbe modo di scoprire il suo carisma per la direzione delle anime. Nel 1731 divenne cappellano in S. Maria in Cosmedin.
Penitenti d’ogni tipo affollavano il suo confessionale; erano così numerosi che fu in parte dispensato dall’obbligo di recitare l’Ufficio divino. Succedette al cugino come canonico, devolvendo le sue entrate in elemosine e per dotare la chiesa di organo e organista. Viveva in povertà estrema, abitando in una soffitta. Papa Benedetto XIV gli affidò corsi d’istruzione per ufficiali delle carceri e altri funzionari statali (incluso il boia). Raggiunse una considerevole fama come predicatore, soprattutto nei conventi.
Colpito da paralisi nel 1763, morì l’anno dopo a 66 anni. Era così povero che l’ospedale della SS. Trinità dovette far fronte alle spese del funerale, che fu celebrato dall’arcivescovo, seguito da 260 sacerdoti e accompagnato dal coro del papa. Fenomeni soprannaturali e guarigioni miracolose fecero seguito alla sua morte. La causa della sua beatificazione cominciò nel 1781; fu canonizzato nel 1881.
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