Venerdì 22 marzo 2024

     

    V Settimana di Quaresima

     

    Avvenne il 22 marzo…

    1457 – Johannes Gutenberg completa la stampa del primo libro: la Bibbia

    1895 – Prima proiezione (privata) di un film da parte dei fratelli Lumière

    1945 – Egitto: Al Cairo nasce la Lega araba

    2016 – Un attentato terroristico colpisce Bruxelles, con un bilancio di 35 morti e 340 feriti

    1995 – Il russo Valeri V. Polyakov stabilisce il record di 438 giorni di permanenza nello spazio

     

    Aforisma dal libro dei proverbi

    Sei sono le cose che il Signore odia e sette le detesta: gli occhi che si alzano, la lingua che mente, le mani che versano sangue innocente; il cuore che fa disegni perversi, i piedi che corrono a fare il male, il falso testimone che sparge menzogne e chi semina discordia tra fratelli.

     

    Preghiera

    Dio, che in questo tempo concedi alla Chiesa di imitare la beata Vergine Maria nella contemplazione della passione di Cristo, donaci, per sua intercessione, di conformarci sempre più al tuo Figlio unigenito e di giungere alla pienezza della sua grazia. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    La vita di questa santa ci è nota solo attraverso gli scritti di san Girolamo, che ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella, animatrice di una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull’Aventino. Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova in giovane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console.

    Ma lei è entrata invece nella comunità di Marcella, dove si studiano le Scritture e si prega insieme, vivendo in castità e povertà. Con questa scelta, Lea capovolge modi e ritmi della sua vita. Marcella ha in lei una fiducia totale: tant’è che le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carità nascosta e silenziosa. Quando Girolamo ne parla, nel 384, Lea è già morta.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 10,31-42

    In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».

    Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre».

    Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

     

    Riflessione don Bepo commentato da don Arturo Bellini

    «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». La risposta di Gesù: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato»”.  La maturità della vita spirituale non consiste nel molto sapere e nel molto fare, ma nel “credere”.

    E credere implica fissare gli occhi della mente e del cuore sul Signore. Un santo bergamasco, fra’ Tommaso da Olera un frate pieno della sapienza del vangelo Faceva consistere la fonte della sua sapienza nello sguardo continuamente rivolto al Crocifisso, com’è nella più schietta tradizione francescana. «Non ho mai letto una sillaba de’ libri» ebbe a scrivere il beato Tommaso, «ma bene mi fatico a leggere il passionato Christo».

    Fra Tommaso era cercato e stimato dal popolo per la sua straordinaria umiltà e bontà, ed era ascoltato dai potenti dell’epoca come guida spirituale, perché capace di discernimento, la virtù che sa tradurre la fede nelle opere e sa passare dal credere alla testimonianza concreta. È la vita la nostra vera professione di fede, come ha scritto nel suo diario don Bepo Vavassori: «Vorrei saper nascondermi per riuscire a fare sull’esempio del Maestro quello che Lui ha insegnato con la sua vita».

     

    Don’t Forget! Foto della settimana

    LUNEDÌ 18 MARZO – BUENOS AIRES, ARGENTINA La polizia blocca una manifestazione contro la scarsità di cibo nelle mense dei poveri e le riforme economiche proposte dal presidente Javier Milei (AP / NATACHA PISARENKO)

     

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