I.A Settimana di Quaresima

     

    Avvenne il 23 febbraio…

    303 – Inizio della persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano

    1455 – Si pubblica la Bibbia di Gutenberg, il primo libro occidentale stampato con caratteri mobili.

    1893 – L’ingegnere tedesco Rudolf Diesel brevetta il motore Diesel.

    1903 – Cuba affitta la Baia di Guantánamo agli Stati Uniti “in perpetuo”

    1904 – Gli USA, per 10 milioni di dollari, ottengono il controllo del canale di Panama.  

    1998 – Osama bin Laden emette una fatwā dichiarando un jihād contro tutti gli ebrei e i crociati

     

    Aforisma di S. Francesco di Sales

    Il mondo è nato dall’amore, è sostenuto dall’amore, va verso l’amore ed entra nell’amore.

     

    Preghiera

    Concedi, o Signore, alla tua Chiesa di prepararsi interiormente alla celebrazione della Pasqua, perché il comune impegno nella mortificazione corporale porti a tutti noi un vero rinnovamento dello spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    Nato a Smirne nell’anno 69 «fu dagli Apostoli stessi posto vescovo per l’Asia nella Chiesa di Smirne». Così scrive di lui Ireneo, suo discepolo e vescovo di Lione in Gallia. Policarpo è messo a capo dei cristiani del luogo verso il 100.

    Nel 107 è testimone del passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che va sotto scorta a Roma dove subirà il martirio. Policarpo lo ospita e più tardi Ignazio gli scriverà una lettera divenuta famosa. Nel 154 Policarpo va a Roma per discutere con papa Aniceto sulla data della Pasqua.

    Dopo il suo ritorno a Smirne scoppia una persecuzione. L’anziano vescovo (ha 86 anni) è portato allo stadio, perché il governatore Quadrato lo giudichi. Policarpo rifiuta di difendersi davanti al governatore, che vorrebbe risparmiarlo, e alla folla, dichiarandosi cristiano. Per questo verrà ucciso con la spada. Era il 23 febbraio 155.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 5,20-26

    Gesù disse ai discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella di scribi e farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

    Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

    Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

     

    Riflessione da “Gesù di Nazareth” di Benedetto XVI

    «L’interpretazione della Scrittura non può essere una faccenda solo accademica e non può essere relegata nell’ambito esclusivamente storico. La Scrittura porta in ogni suo passo un potenziale di futuro che si dischiude solo quando le sue parole vengono vissute e sofferte fino in fondo. Francesco d’Assisi ha colto la promessa della Beatitudine (beati i poveri in spirito) nella sua radicalità estrema, fino a dare via anche il suo vestito e farsene dare uno dal Vescovo, rappresentante della bontà di Dio, che veste i gigli del campo meglio di come vestiva Salomone (cfr. Mt 6,28s).

    Per Francesco questa umiltà estrema significava libertà di servire, libertà per la missione, estrema fiducia in Dio che non provvede solo ai fiori del campo, ma si prende cura dei suoi figli; significava un correttivo alla Chiesa medievale che aveva perso libertà e slancio missionario; significava intima apertura a Cristo a cui con le stigmate era stato conformato così da non vivere più per se stesso, ma per Cristo e in Cristo.

    Il poverello di Assisi non aveva intenzione di fondare un Ordine religioso, ma solo voleva radunare il popolo di Dio per un ascolto della Parola che non facesse sconti alla serietà della chiamata. Ma con la fondazione del Terz’ordine, Francesco ha accettato la distinzione tra l’impegno radicale e la necessità di vivere nel mondo. Terz’ordine significa accettare con umiltà proprio il compito di professare la fede vivendo nel mondo cioè là dove ci si trova, ma nello stesso tempo vivere protesi verso una profonda comunione interiore con Cristo.

    «Avere come se non si avesse» (1 Cor 7,29ss): apprendere questa tensione interiore è la sfida più difficile e poterla veramente vivere in modo sempre nuovo, sostenuti in ciò da coloro che hanno scelto di seguire Cristo in modo radicale: in questo si rivela che cosa significa la Beatitudine per tutti. Francesco era totalmente dentro la Chiesa, ma in persone come lui la Chiesa si protende verso la meta futura, ma in lui già presente: il regno di Dio».

     

    Intenzione di preghiera

    Perché impariamo a vivere ogni istante della vita come momento di grazia e di incontro con Dio, con noi stessi e con il prossimo.

     

    Don’t Forget! Cronache dal P.S.V. venerdì di Quaresima

    Preghiera silenziosa e digiuno: è la proposta del GRUPPO PACEM IN TERRIS DI BERGAMO. Tutti possono partecipare i venerdì di quaresima dalle 18,30 alle 19,30 nella chiesetta del Patronato S. V. (alle 18,00 S. Messa). A fare da guida ogni settimana ci sarà la figura di un testimone: da Lanza del Vasto, filosofo, poeta e scrittore a Thomas Merton, scrittore e monaco trappista.

    Da sorella Maria di Campello, a Martin Luther King, Vinoba, Marianella Garcia Villas. A questi incontri è associato un appello “alle donne e agli uomini di buona volontà” a partecipare a un digiuno per la pace e la nonviolenza. Ecco il volantino della proposta alla quale invitiamo caldamente ad aderire:

     

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