Venerdì 26 luglio 2024

     

    XVI settimana T. Ordinario

     

    Avvenne il 26 luglio…

    1788 – Lo Stato di New York ratifica la Costituzione degli USA e viene ammesso come 11° stato.

    1805 – Un fortissimo terremoto colpisce l’Appennino molisano, in particolare il Matese: 5000 vittime

    1936 – Le potenze dell’Asse decidono l’intervento nella guerra civile spagnola.

    1956 – Gamal Abd el-Nasser nazionalizza il Canale di Suez, attirandosi il biasimo internazionale

    1971 – Viene lanciato l’Apollo 15.

     

    Aforisma di S. Agostino

    Quando troverai in Dio la tua delizia, sarai libero. Non temere il castigo, ma ama la giustizia.

     

    Preghiera

    O Signore, Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna hai dato la grazia di generare la Madre del tuo Figlio fatto uomo, per le loro preghiere concedi anche a noi la salvezza promessa al tuo popolo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni.

    Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia.

    Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant’Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.

     

    Parola di Dio Matteo 13,18-23

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.

    Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno.

    Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

     

    Riflessione di G. K. Chesterton

    Quando noi facciamo un’opera caritativa vogliamo sapere che le si possono affidare non solo i corpi delle persone ma anche le loro anime. Di un’opera caritativa vogliamo sapere che è umana, attenta, comprensiva verso uomini liberi, magnanima. In breve – che stranezza! – di un’opera caritativa vogliamo sapere che è caritatevole. Ma questo, di regola, non lo sappiamo né lo sapremo mai. Io non so se esistano metodi con cui si possa provare se chi riceve un’elemosina ne ha davvero bisogno. Ma sono sicurissimo che il metodo adottato comunemente, soprattutto dalle signore caritatevoli, è una totale scemenza.

    Sentirete di continuo classificare un affamato come imbroglione perché non appena ottiene i soldi dell’elemosina “entra in un bar”. Questo prezioso test è adottato di continuo per dimostrare che un uomo affamato è un impostore. Nessuno sembra possedere la normale intelligenza per ricordarsi che entrare in un bar è esattamente la cosa che quello farebbe se fosse non un impostore ma un uomo affamato.

    Va lì prima di tutto perché è l’unico posto in cui i gestori hanno il buonsenso di vendere grossi pezzi di pane e formaggio o prosciutto a poco costo. E se ci va anche per una stimolante bevanda alcoolica fa esattamente ciò che farebbe qualunque Vescovo o Giudice capo se davvero si sentisse svenire per la mancanza di cibo. Lo aggiungo come puro e semplice dettaglio, ma un dettaglio urgente. Qualunque test di mendicanza vogliate impegnare, non servitevi di questo test cretino, universalmente diffuso tra i filantropi moderni.

     

    Intenzione di preghiera

    Dall’inizio 2024, nelle carceri italiane 50 persone si sono tolte la vita…ma non risulta che qualcuno abbia fatto qualcosa per loro (come è stato fatto per l’ineffabile eurodeputata Salis): facciamolo noi pregando per i morti e perché ai carcerati non sia negato almeno il diritto alla speranza.

     

    Don’t Forget!

    VENERDÌ 19 LUGLIO CITTÀ DEL MESSICO, MESSICO

    Ali Gomez, migrante venezuelano, si fa la barba sui binari ferroviari in un campo profughi
    (AP PHOTO/MARCO UGARTE)

     

     

     

     

     

     

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