Venerdì 29 dicembre 2023

     

    1a Settimana di Natale anno b

     

    Avvenne il 29 -12 – …

    1170 – Assassinio di Tommaso Becket nella cattedrale di Canterbury.

    1845 – Il Texas viene ammesso come 28º stato degli Stati Uniti d’America.

    1891 – Thomas Edison brevetta la radio.

    1940 – La Luftwaffe sgancia bombe incendiarie su Londra, provocando almeno 3.000 vittime.

    2013 – Michael Schumacher in una discesa con gli sci, esce di pista e sbattela testa contro una roccia

    2022 – Muore il calciatore Edson Arantes do Nascimento, noto come Pelé

     

    Antifona di Natale

    «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16)».

     

    Preghiera del giorno

    Onnipotente e invisibile Dio, che nella venuta del Cristo, vera luce, hai vinto le tenebre del mondo, volgiti a noi con sguardo sereno, perché possiamo celebrare con lode unanime la nascita gloriosa del tuo unico Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Davide Re

    Davide è il personaggio che dominò la storia di Israele dalla prima metà dal X sec. a.C. Dopo aver abbattuto il gigante Golia, ridiede fiducia alle tribù d’Israele e le raccolse in un unico popolo forte e rispettato. Davide è l’uomo che peccò gravemente davanti al Signore (adulterio con Bersabea e uccisione dei Uria il marito di lei) ma che seppe riconoscere le sue colpe e chiederne perdono.

    A lui il Signore assicurò una posterità eterna (2 Sam 23,5), perché dalla sua discendenza sarebbe nato il Salvatore, il vero Re che avrebbe portato la salvezza fino ai confini della terra, raccogliendo tutte le genti in un unico Israele. Gesù viene definito “figlio di David” (cfr. Mt 22,41-45), “nato dalla sua stirpe” (Lc 1,27; Rm 1,3).

    In Davide la promessa del Salvatore si storicizza progressivamente e l’Incarnazione del Verbo acquista tratti sempre più concreti. Oggi si ricorda anche S. TOMMASO BECKET vescovo e martire nel 1170.

     

    Parola di Dio del Giorno Luca 2,22-35

    Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

    Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

    Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

    Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

     

    Riflessione di Mons. Ravasi – Mattutino

    Il tempo è ciò che l’uomo è sempre intento a cercare d’ammazzare, ma che alla fine ammazza lui.

    Una manciata di ore, ed ecco il botto di fine anno con la tradizionale e un po’ tribale chiassata della notte di S. Silvestro. Proviamo invece a interrogarci ancora una volta su questa realtà che aderisce alla nostra pelle, il tempo, con una delle frasi elaborate dal filosofo inglese Herbert Spencer (1820-1903). Egli ricorre a un’espressione che è in molte lingue, «ammazzare il tempo» e nella quale si riflette l’angosciosa attesa di chi è immerso in un’esistenza difficile o di chi non trova nessun sapore nel vivere.

    Alla fine, però, il tempo si trasforma in una mannaia che si chiama morte e, forse, in quel momento si recrimina perché il tempo è finito così presto. Vorrei, però, riprendere questa locuzione ma dall’angolatura suggerita dallo scrittore americano Henry David Thoreau che obietta: «… come se si potesse ammazzare il tempo senza ferire l’eternità!». L’idea è profondamente cristiana: nel tempo, che è l’ambito in cui è chiamato a operare, l’uomo prepara il futuro che sta oltre la frontiera della morte.

    Quindi, sporcare, sciupare e dissolvere le nostre ore è predeterminare il nostro destino ultimo. È ciò che Cristo esprime col simbolo del «tesoro»: «Non accumulate tesori sulla terra…, accumulate invece per voi tesori in cielo» (Matteo 6, 19-20). E allora condividiamo la sapienza del Virgilio dantesco: «Perder tempo a chi più sa più spiace» (Purgatorio III, 78)”.

     

    Intenzione di preghiera

    Sotto l’orologio nel cortile del Patronato è scritto “il tempo è dono di Dio”: perché ce ne ricordiamo ogni volta che siamo tentati di buttarlo via…  

     

    Don’t Forget! La foto della settimana

    BETLEMME, CISGIORDANIA: Il cardinale Pierbattista Pizzaballa alla Basilica della Natività di Betlemme, in Cisgiordania, costruita sopra la grotta in cui è nato Gesù – AP PHOTO/MAHMOUD ILLEAN

     

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