6.a settimana di Pasqua
Avvenne il 30 maggio…
1431 – A Rouen, in Francia, la diciannovenne Giovanna d’Arco viene bruciata sul rogo.
1883 – A New York, voci che dicevano che il ponte di Brooklyn stava per crollare provocarono un fuggi-fuggi che causò dodici vittime.
1941 – La Germania nazista conquista Creta.
1967 – Il Biafra proclamò l’indipendenza dalla Nigeria il che provocò la guerra civile nigeriana
1989 – Pechino: dimostrazioni di piazza Tienanmen del 1989: la statua (8 m.) della dea della Democrazia svelata dai dimostranti
Aforisma dal Vangelo
“Dice il Signore: “Voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia”.
Santo del giorno

Figlia di contadini, analfabeta, lasciò la casa paterna per seguire il volere di Dio, rivelatole da voci misteriose, secondo il quale avrebbe dovuto liberare la Francia dagli Inglesi. Presentatasi alla corte di Carlo VII, ottenne dal re di poter cavalcare alla testa di un’armata e, incoraggiando le truppe con la sua presenza, riuscì a liberare Orleans e a riportare la vittoria di Patay.
Lasciata sola per la diffidenza della corte e del re, Giovanna non poté condurre a termine la lotta contro gli Anglo-Borgognoni; ferita alle porte di Parigi nel 1430 fu fatta prigioniera dai Borgognoni, che la cedettero agli Inglesi.
Tradotta a Rouen davanti a un tribunale di ecclesiastici, dopo estenuanti interrogatori fu condannata per eresia ed arsa viva. Fu riabilitata nel 1456. Nella Basilica di S. Pietro in Vaticano Giovanna venne beatificata dal papa Pio X il 18-4-1909 e poi canonizzata il 16-5-1920 da papa Benedetto XV.
Preghiera Colletta
Esaudisci, o Padre, le nostre preghiere, perché con l’accoglienza del Vangelo si compia in ogni luogo la salvezza acquistata dal sacrificio di Cristo, e la moltitudine dei tuoi figli adottivi ottenga la vita nuova promessa da lui, Parola di verità. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di Dio Giovanni 16,20-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo.
Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
Riflessione frammenti di vita.
«Diligam Te, Domine» (Che io ami Te, Signore). Don Giuseppe Vavassori.
Questo slancio del cuore del Fondatore del Patronato è rivolto a Dio per essere rafforzato nella fede e guidato nel cammino dell’amore. Risale al tempo di guerra per ricordare non solo a sé stesso, ma anche ai suoi giovani di custodire la domenica che salvaguardia dalla dispersione e orienta il cuore verso l’essenziale della vita.
Nel romanzo «I fratelli Karamazov» (1879-80) di F. Dostoevskij, Zosima, il vecchio maestro spirituale, rievoca le parole che il fratello Markel gli aveva confidato per infondergli fiducia e speranza prima della morte. «Ricordo – scrive – che una volta entrai da solo nella camera di mio fratello ammalato, mentre non c’era nessuno.
Era una sera limpida: il sole tramontava e illuminava con un raggio obliquo tutta la stanza. Vedendomi, mi fece un cenno; mi accostai ed egli mi prese per le spalle con le mani. Per un minuto mi fissò, poi mi disse: «Su, adesso va’ a giocare! Vivi per me!». Io, allora, uscii e andai a giocare. Mille volte, poi, nella vita mi ricordai tra le lacrime come egli mi avesse ordinato di vivere per lui».
Una consegna potente e rigenerante da raccogliere, custodire, condividere e far continuare specie quando perdiamo parenti o amici o persone che ci hanno guidato e sostenuto. Tocca a noi riprendere il filo dello Spirito che ha operato in loro e continuare a farlo respirare nella storia e nel mondo. È ciò che anche Gesù risorto affida ai suoi discepoli: «Abbiate forza dallo Spirito Santo e siate miei testimoni».
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché i cristiani non si stanchino di dare esempi concreti di vita buona a tutti.
Don’t forget! Santi e Beati della carità
S. Annibale Maria di Francia 1851-1927


Annibale Di Francia nacque a Messina il 5-7-1851 da famiglia della nobiltà cittadina. Fin da ragazzo, mentre era in adorazione dell’Eucaristia, sentì chiara la vocazione al sacerdozio ed era ancora diacono quando l’incontro con un mendicante lo portò alla scoperta delle “Case Avignone”, il quartiere più povero di Messina, ritenuto da tutti “terra maledetta” perché covo di ogni miseria morale e materiale.
Dopo l’ordinazione sacerdotale (16-3-1878), ottiene dal Vescovo di stabilirvisi, facendone il campo del suo apostolato di promozione umana e di evangelizzazione. Fu lì che iniziò le opere di soccorso e di educazione dell’infanzia e gioventù maschile e femminile, fondando gli Orfanotrofi Antoniani per accogliere “civilmente e religiosamente” i più bisognosi. Per mantenerli egli, di famiglia nobile, andava di porta in porta a chiedere aiuti e sovvenzioni.
Tali Istituti poi si svilupparono in laboratori di arti e mestieri, collegi, centri di formazione professionale, colonie agricole e scuole di ogni tipo. Prete zelante, poeta prolifico, giornalista battagliero, predicatore di parola convincente, P. Annibale seppe conciliare il binomio azione-contemplazione, mostrando la sua completezza di uomo spirituale, attivo ed instancabile.
Tormentato dal pensiero che nel mondo vi erano milioni di persone bisognose di pane materiale e spirituale, afflitto per la scarsità di anime generose che si dedicassero alla loro salvezza spirituale e materiale, il Di Francia trovò la risposta nel comando di Gesù: Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe: il Rogate (la preghiera per le vocazioni) divenne il programma della sua vita, “idea-risorsa e chiodo fisso” per tutte le sue opere.
Attratti dal suo carisma, uomini e donne si unirono a lui che fondò le due Congregazioni delle Figlie del Divino Zelo (1887) e dei Rogazionisti (1897), che esprimono con un quarto voto l’impegno di pregare e di agire in attività specifiche per le vocazioni. Perciò, Padre Annibale, chiamato a ragione “vero padre degli orfani e dei poveri”, volle che i membri degli Istituti da lui fondati esprimessero concretamente il loro impegno per le vocazioni facendosi essi stessi operai del Vangelo a favore dei piccoli e poveri in orfanotrofi, scuole, istituti professionali, centri per portatori di handicap.
P. Annibale compose, stampò e diffuse preghiere a scopo vocazionale in varie lingue e sollecitò Papi e Vescovi a farsene maggior carico e il suo anelito trovò la risposta ecclesiale nella Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, istituita da Paolo VI nel 1964. Logorato dalle fatiche e pieno di meriti, si spense a Messina il 1° giugno 1927, confortato dalla visione della Vergine Maria, sempre da lui amata e venerata. Giovanni Paolo II lo ha proclamato Beato il 7-10-1990 e il 16-5-2004 lo ha iscritto nell’albo dei Santi.
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