venerdì 31 marzo ’17

    4.a Settimana di Quaresima

     

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Signore Gesù, grazie dei Tuoi doni e del Tuo esempio. Fa’ che non dimentichiamo mai che Tu ci ami per davvero. Fa’ che le persone che incontriamo possano vedere in noi il Tuo amore grande Aumenta la nostra fede, affinché il nostro amore per Te sia proclamato dalle nostre opere, oltre che dalla nostra bocca. Amen

     

    BENIAMINO MARTIRE

    Il diacono Beniamino fu ucciso nel 420 in Persia dove la casa regnante aveva scatenato una lunga e crudele persecuzione contro i cristiani

     

    La Parola di Dio del giorno (Giovanni 7,1-2.10.25-3)

    In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto. Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 
    Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora. 

     

    La Riflessione del Giorno (Aletheia)

    L’World Happiness Report, pubblicato dalle Nazioni Unite, indica i «Paesi più felici», gli esempi da prendere a modello. La classifica della felicità elaborata sulla base di fattori come mancanza di diseguaglianze, trasparenza della pubblica amministrazione e politiche sociali, ha visto la Norvegia primeggiare sulla Danimarca, che lo scorso anno era al primo posto. Solo 49.a l’Italia. Per fortuna, viene da aggiungere. Sì perché vi sono lati oscuri di questi Paesi felici stranamente non considerati alle Nazioni Unite. Quali? I suicidi per esempio. Il tasso di suicidio vede le progredite Norvegia (11.9 per 100.000 abitanti) e Danimarca (11,3) distanziare la nostra Italia e non di poco (6,7). Allo stesso modo non si capisce cosa abbia l’Italia da imparare dalla Norvegia, dato che da noi la percentuale di donne che ha subito stupri è del 5,4%, mentre nel Paese più felice del mondo il 10% ha subito uno stupro almeno una volta e appena l’11% delle vittime lo denuncia. Non solo: nella felice Danimarca il consumo alcolico pro capite è pari a 11.4 litri, ben più dell’arretratissima Italia (6.7). E’ proprio il caso di prendere le classifiche ONU con un po’ più di prudenza…

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le vocazioni religiose femminili che rischiano l’estinzione in Europa

     

    Don’t forget! – 167° quadro della serie “i 1000 quadri più belli del mondo”

     

    Il pittore milanese Giuseppe Arcimboldo (1526-1593), noto per le sue bizzarre “teste composte” in cui volti umani sono costruiti accostando elementi della stessa natura, si trasferì a Praga nel 1562 chiamato dall’imperatore Ferdinando che lo nominò ritrattista di Corte. In breve tempo Arcimboldo diviene il più importante ideatore di feste e svaghi, inventando per i suoi stravaganti personaggi una serie infinita di costumi e maschere grottesche. Per 26 anni il pittore rimase al servizio degli Asburgo: oltre a una serie di ritratti della famiglia reale, dipinse le diverse serie delle “Quattro stagioni” e dei “Quattro elementi”. Già nella prima serie delle “4 stagioni”, dipinta nel 1562, si rivelano le influenze dei quadri di Bosch, Bruegel, Cranach e Altdorfer. L’Inverno è rappresentato come un vecchio la cui pelle è un tronco nodoso, con escoriazioni naturali e rigonfiamenti del legno che rappresentano le rughe e la pelle rovinata dall’età. La barba, rada e poco curata, è resa con radici o piccoli rami, la bocca è formata da due funghi. L’occhio visibile è una spaccatura nera del legno, così come l’orecchio è ciò che resta di un ramo spezzato; i capelli sono un groviglio di rami, accompagnato sulla nuca da verdi foglie d’edera. La spoglia figura è ravvivata dai colori di un limone e un’arancia che pendono dal ramo innestato direttamente sul “petto” dell’uomo: l’inverno è infatti la stagione in cui la natura

     

    GIUSEPPE ARCIMBOLDO: INVERNO  1563 – olio su tavola – 66,6 x 50,5 cm.  Kunsthistorisches Museum di Vienna

    non è rigogliosa e non dà frutti, tranne appunto gli agrumi nei paesi mediterranei. La veste dell’uomo è una stuoia di paglia, su cui però è ricamato uno stemma che forse rimanda al committente dell’opera: Massimiliano II (la M e l’insegna reale).  Nel calendario imperiale romano l’inverno era considerato la prima stagione dell’anno e perciò la più importante tra le quattro e questa immagine fu associata all’imperatore in maniera anche più diretta tra i contemporanei.

    I quadri dell’Arcimboldo hanno ritrovato nei tempi moderni il favore della critica e del pubblico per la loro fantasia e il loro anticonformismo, segno di una libertà sfrenata e di implicita ironia nei confronti dei poteri costituiti.

    Sotto gli altri 3 quadri:

    1) autunno, 2) primavera 3) estate

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com