XXXI Settimana tempo Ordinario
Preghiera del Giorno (Preghiera Di Paolo VI)
Dalla tua mano, o Dio, noi vogliamo accettare tutto. Tu stendi la tua mano e abbatti i potenti nella loro stoltezza. Tu l’apri, la tua dolce mano, e tutto ciò che vive, colmi di benedizione. E anche se sembra che il tuo braccio si sia abbreviato, accresci la nostra fede e la nostra confidenza così che ti restiamo tutti fedeli. E se sembra che alle volte tu allontani da noi la tua mano, fa’ che allora noi sappiamo che tu la chiudi soltanto, per raccogliere in essa una sovrabbondanza di benedizione, che tu la chiudi soltanto, per aprirla e riempire ogni cosa, che vive di benedizione.
Carlo Borromeo Vescovo
Nato nel 1538 nella Rocca dei Borromeo, sul Lago Maggiore, secondo l’uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni. Chiamato a Roma, fu creato cardinale a 22 anni e inviato al Concilio di Trento. Nel 1563 fu consacrato vescovo e inviato a Milano diocesi vastissima che comprendeva terre lombarde, venete, genovesi, svizzere e che visitò in ogni angolo, preoccupandosi della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli. Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi. Utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri. Impose ordine nelle strutture ecclesiastiche, difendendole dai potenti: per questo fu obiettivo di un fallito attentato. Nella peste del 1576 assistette personalmente i malati. Si dedicò con tutte le forze al ministero episcopale guidato dal suo motto: «Humilitas». Morì a 46 anni, consumato dalla malattia il 3 novembre 1584
La Parola di Dio del Giorno (Lc 16,1-8)
Gesù disse ai suoi discepoli: «C’era un uomo ricco che aveva un amministratore che fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. Questi disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d’olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Riflessione del Giorno (Ora et Labora: S. Benedetto)
L’ozio è nemico dell’anima; per questo i fratelli in determinate ore devono dedicarsi al lavoro manuale e in altre alla lectio divina. Ecco come pensiamo di regolare il tempo dell’una e dell’altra occupazione. Da Pasqua fino all’inizio di ottobre, al mattino appena uscita da Prima (ore 6 a.m.), si occupino nei vari lavori necessari sin verso l’ora quarta (10 a.m.); dall’ora quarta sin verso l’ora sesta (mezzogiorno) si dedichino alla lectio. Dopo sesta, levatisi da mensa, si riposino nei loro letti nel massimo silenzio; se qualcuno vorrà leggere per conto suo, lo faccia pure ma in modo da non disturbare gli altri. E si celebri Nona (ore 15,00) un po’ prima, a metà dell’ora ottava, e poi vadano di nuovo al lavoro assegnato fino a vespro (ore 18,00). (Cap.48,1-6.).
Intenzione del giorno
Preghiamo per i caduti e dispersi di tutte le guerre e per i civili che ne sono vittime innocenti
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