Venerdì 6 ottobre 2023

     

    XXVI Settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma del giorno

    Quanta utilità e gioia divina rechino la solitudine e il silenzio, lo sa solo chi ne ha fatto esperienza.

     

    Preghiera dal libro di Daniele 3

    Signore, quanto hai fatto ricadere su di noi, l’hai fatto con retto giudizio, poiché noi abbiamo peccato, non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti. Ma ora, salvaci con i tuoi prodigi; dà gloria al tuo nome, Signore, fa’ con noi secondo la tua clemenza, secondo la tua grande misericordia. Amen

     

    Santo del giorno

    Nato in Germania nel 1030, visse poi tra il suo Paese, la Francia e l’Italia, dove morì nel 1101. Bruno o Brunone, professore di teologia e filosofia, scelse la strada della vita eremitica e trovò sei compagni che la pensavano come lui. Il vescovo Ugo di Grenoble li aiutò a stabilirsi in una località selvaggia detta «chartusia» (chartreuse in francese).

    Lì si costruiscono un ambiente per la preghiera comune e 7 baracche dove ciascuno viveva pregando e lavorando. Quando Bruno insegnava a Reims, uno dei suoi allievi era il benedettino Oddone di Châtillon che nel 1090 è eletto papa col nome di Urbano II che sceglie Bruno come consigliere.

    Ottiene il riconoscimento e l’autonomia per il monastero fondato presso Grenoble noto come la Grande Chartreuse. In Calabria nella Foresta della Torre fondò una comunità e costruì un monastero nell’attuale Serra San Bruno.

     

    Parola di Dio Lc 10,13-16

    In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

     

    Riflessione le 12 parole dell’educazione

    1A Parola: “SALVE”. Insegnare fin da piccoli a salutare (buongiorno/sera/notte, arrivederci, ciao…) l’altro è il primo passo del processo educativo perché il saluto è il modo più semplice e insieme il migliore per fare capire all’altra persona che con il mio saluto io non solo la riconosco, ma sono anche contento di lei e della sua presenza. Nel caso poi che l’altra persona non mi sia gradita o addirittura io la consideri ostile, salutare è pur sempre un atto di cortesia che serve a tenere comunque aperta la possibilità di comunicazione e di dialogo con l’interlocutore. Infatti ogni approccio personale inizia sempre con il saluto seguito di solito dalla stretta di mano che stabilisce il contatto fisico e annulla la distanza.

    Nel caso poi di persone unite da reciproco affetto o da amicizia, il saluto può diventare abbraccio o un ancor più intimo bacio. Comunque infiniti sono le parole, i modi e i gesti del saluto che variano secondo le culture, le circostanze e le persone…Salutare tutti come si fa oggi con un banale “ciao” e dar “del tu” a tutti, non è segno di familiarità, ma di superficialità. Non avevano torto i vecchi ammonendo che l’eccessiva confidenza fa perdere la “creanza”. L’esperienza infatti dimostra che chi è amico di tutti, in fondo non lo è di nessuno e che i legami nati troppo facilmente, muoiono ancor più facilmente. Un tempo si insegnava a salutare fin da bambini; oggi non più, anzi sono i grandi a salutare il bimbo o il giovane, un saluto che spesso non viene ricambiato il che dimostra non solo maleducazione, ma anche ostentata determinazione da parte del più giovane a non riconoscere l’interlocutore più anziano (le scusanti dei genitori: “Non ci faccia caso…è timido” sono ridicole).

    Inoltre chi non saluta il prossimo che vede, a maggior ragione non si riterrà obbligato a salutare Dio che non vede e se un tempo i genitori insegnavano a iniziare e a concludere la giornata salutando il Padreterno con la preghiera…oggi chi lo fa più? In una parola: potremmo dire che chi saluta è stato educato a “riconoscere” e si rivela così disposto ad andare oltre la semplice conoscenza dell’altro, per RI (cioè in modo nuovo, più approfondito) CONOSCERE che l’incontro con altro rimane comunque opportunità di grazia, di bene, di crescita, o per lo meno occasione di dialogo, di conoscenza e quindi di maturazione. Proprio il verbo “riconoscere” offre lo spunto per il 2° passo del cammino educativo e cioè la “riconoscenza, la gratitudine”. Cioè la seconda parola: “GRAZIE”.  

     

    Intenzione di Preghiera

    Perché impariamo a salutare ogni giorno il buon Dio con la preghiera e le persone che incontriamo senza preclusioni e con simpatia.

     

    Don’t Forget! Accadde il 6 – 10 – …

    3761 a.C. – inizia l’anno 1 del calendario ebraico.

    1928 – Chiang Kai-shek diventa presidente della Repubblica Cinese

    1929 – In 9 città si gioca la prima giornata del primo Campionato di calcio di Serie A girone unico

    1938 – Il Gran consiglio del fascismo sulle leggi razziali pubblica la “Dichiarazione sulla razza”

    1973 – Israele: scoppia la guerra del Kippur

    1981 – Nel corso di un attentato viene ucciso il presidente egiziano Anwar al-Sadat

    2002 – Il fondatore dell’Opus Dei Josemaría Escrivá, è canonizzato da Papa Giovanni Paolo II

     

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