«Io non ho paura, non abbiatene neanche voi» è il titolo del libro di Aleksej Naval’nyj (ucciso il 16-2-2024) che mi è stato regalato da un amico. Leggendolo sentivo crescere dentro di me la gratitudine a Dio per avermi permesso, mettendomi al mondo, di conoscere con lui e come lui, tanti altri uomini e donne la cui vita e i cui esempi ci fanno sentire orgogliosi di appartenere al genere umano.
Essi infatti hanno riscritto una storia che i prepotenti, gli ingiusti e i delinquenti del mondo pensavano di avere già scritto, anzi fissato a loro favore a scapito di milioni di persone vittime dei loro soprusi. L’hanno riscritta con il coraggio della verità e la fermezza del loro credo, mettendoci la faccia, non tirandosi indietro, dimostrando che anche nel nostro mondo è possibile amare il prossimo e Dio, come e persino più di sé stessi.
Costoro hanno portato la sfida all’estremo, rischiando a tal punto che i nemici hanno dovuto sopprimerli per averne ragione, senza accorgersi che li stavano rendendo immortali e che, come nel caso di Gesù e di tutti i martiri a causa della giustizia e della verità, dopo tre giorni la loro vita e le loro scelte sarebbero rifiorite in milioni di esistenze.
Naval’nyj ha perso la battaglia contro il regime che l’ha eliminato nel gelo della Siberia, ma quella della verità e del coraggio l’ha vinta alla grande. Il suo feroce persecutore nel frattempo continua a combattere la sua di battaglia, ma farebbe bene a non illudersi, perché comunque vadano le cose, la battaglia della verità e della giustizia lui e gli altri come lui l’hanno persa da tempo.








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