Il silenzio del cortile reso deserto dal sole meridiano e dall’afa soffocante, è improvvisamente rotto dallo schianto di una sedia che qualcuno ha lanciato dalla terrazza: cade a pochi metri dall’unica persona che si sta muovendo nella canicola, la quale, stupita più che spaventata, avvisa chi di dovere del fatto che in quest’estate invece dell’acqua, piovono sedie e segnala l’autore del gesto.
Lui prima prova a negare il fatto, poi, messo alle strette, ammette di aver lanciato la sedia perché sulla terrazza non solo era fuori posto, ma “era anche mezza rotta”.
Di fronte alla nostra arrabbiatura per il gesto sconsiderato che poteva procurare danni a qualcuno, non si scompone e con calma ancor più irritante, offre la sua interpretazione: “La sedia era fuori posto e a me piace l’ordine –ci tiene a sottolineare- e prima di lanciarla ho controllato che non ci fosse nessuno e come vedete nessuno è stato colpito”.
Cercando di resistere alla voglia di prenderlo a sediate, lo si minaccia di chiamare la polizia, ma lui non reagisce come se la cosa non lo riguardasse. Intervengono alcuni connazionali: “Portate pazienza con lui perché he’s out of mind” (è fuori di testa). Decidiamo di espellerlo dalla struttura giusto il tempo perché capisca. Effettivamente pochi giorni dopo si ripresenta chiedendo scusa e ammettendo lo sbaglio. E viene riammesso.
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