martedì 9 ottobre ’18

    XXVIII Settimana del tempo ordinario

     

     

    nella fotografia un opera di Wallasse Ting

     

    Proverbio del Giorno

    Denaro ed amicizia corrompono la giustizia. (Italia)

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera di R. Tagore)

    Quale divina bevanda vorresti, mio Dio, da questa coppa straripante della mia vita? Mio poeta, la tua gloria è vedere la tua creazione attraverso i miei occhi e ascoltare attraverso i miei orecchi la tua stessa eterna armonia? Il tuo mondo tesse parole nella mia mente, e la tua gioia le mette in musica. Ti sei dato a me con amore e senti in me tutta la tua dolcezza.

     

    Giovanni Leonardi

    Nato a Diecimo (Lucca) nel 1541, a 26 anni fa il farmacista. Quando la città è colpita da grave crisi decide di diventare prete nel 1572. Ama l’insegnamento e nel 1574 fonda i «Chierici regolari della madre di Dio». Ma a Lucca non lo amano più e nel 1584 mentre si trova a Roma, viene bandito dalla città per disturbo dell’ordine pubblico e mancanza di rispetto all’autorità costituita. Ma a Roma cresce il suo prestigio e Clemente VIII lo incarica di riordinare le congregazioni religiose e riformare monasteri. Muore a Roma nel 1609 ed è proclamato santo nel 1938.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 10,38-42)

    Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». 

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Maria ascolta la Parola: l’atteggiamento contrasta con quello pieno di affanno e tensione della sorella. Da Gesù il lettore apprende che non ci sono due parti di cui una è migliore dell’altra, ma solo quella buona: accogliere la Parola che non significa evasione dai propri compiti o responsabilità quotidiane, ma consapevolezza che l’ascolto della Parola precede ogni servizio, attività.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Gustave Thibon)

    Un uomo è invischiato nel male o nell’abbiezione. Prima di compiangerlo o di dargli addosso, bisognerebbe sapere in quale misura egli emerga, col suo desiderio, dal fango. Ci son dei disgraziati le cui membra sono immerse nella melma, ma lo sguardo impotente e torturato resta levato verso il cielo. Ed è forse meglio, agli occhi di Dio, quest’essere parzialmente affondato nel fango che non il seppellimento totale in una materia più nobile agli occhi degli uomini, come la verità sociale, il senso della dignità e delle convenienze…Preferisco il peccato, che pur legandomi le membra mi lascia almeno liberi gli occhi per guardare verso il cielo e piangere sulla mia misera, alla virtù che mi accieca e mi soddisfa; il male che non è per me altro che piacere, debolezza o tormento al bene che è idolo…

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le vittime dei disastri ambientali dovuti sia a cause naturali che agli errori dell’uomo

     

    Don’t forget!

    Giornata mondiale della POSTA e delle VITTIME dei DISASTRI AMBIENTALI

     

    237° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”

    FRATELLI LE NAIN: VENERE NELLA FUCINA DI VULCANO 1641 – Olio su tela – 150 X 117 cm – Musée St. Denis – Reims – Francia

    I fratelli Le Nain, Antoine (1598-1648) Louis (1600-1648) Mathieu (1607-1677) lavoravano insieme nella Parigi degli anni ’30 e ’40 del 1600. Gli storici non cercano più di attribuire con precisione all’uno o all’altro i dipinti da loro firmati e i tre sono ormai considerati alla stregua di un unico artista. I tre fratelli Le Nain, famosi per le scene di genere che mostrano episodi di vita rurale nella provincia francese dell’epoca, hanno anche realizzato scene di carattere mitologico e storico come quella che di seguito presentiamo.

    L’opera mostra Vulcano, in dio romano del fuoco e della metallurgia, nei panni di un maniscalco di paese. La storia della relazione fra Venere e l’anziano marito Vulcano era un mito molto conosciuto, nel quale Vulcano perdutamente innamorato della splendida moglie e umiliato dalle sue frequenti infedeltà, era sovente deriso. In questa versione del mito, Venere è una dea rinascimentale che appare del tutto smarrita nell’umile bottega del marito e Vulcano, seduto con l’inerte martello posato a terra, appare come disarmato dalla bellezza della moglie, mentre gli operai continuano il loro lavoro. Sullo sfondo, illuminato dalla fucina, uno degli uomini osserva la dea con espressione rapita, forse anche lui segretamente innamorato di Venere. La resa di Venere e di Cupido potrebbe anche apparire povera di dettagli, ma Vulcano e i suoi operai sono ritratti con un naturalismo che rivela uno spiccato senso dell’osservazione. Gli effetti luminosi sono pregevoli e le figure in secondo piano hanno il sapore di un attimo catturato secoli prima che la fotografia rendesse consuetudinaria questa possibilità.    

     

     

     

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