giovedì 22 giugno ’17

    XI settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quadro di James Tissot – 1882

     

    Proverbio del giorno

    «L’uomo, a qualunque età, non è mai perfetto (Cina)»

     

    Iniziamo la giornata Pregando – preghiera

    Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Che perfezione ti aspetti da noi, Signore, quale impossibile santità esigi da noi tuoi discepoli, poveri peccatori? Ma sappiamo, Signore, che se ciò è impossibile per le nostre povere forze, noi sappiamo che tutto è possibile a te. Quando sei tu che ami in noi, non può essere che un amore perfetto.

     

     

    PAOLINO DA NOLA

    Nacque nel 355 a Bordeaux, dove il padre era funzionario imperiale e favorito nella carriera politica da amicizie altolocate, divenne governatore della Campania. Dal vescovo Ambrogio e dal giovane Agostino fu avviato alla fede cristiana. Ricevuto il battesimo, in Spagna conobbe e sposò Therasia. Dopo la morte dell’unico figlioletto, Celso, si dedicarono interamente all’ascesi cristiana, distribuirono le ricchezze ai poveri e si ritirarono in Catalogna, deve fu ordinato prete. A Nola eresse un ospizio per i poveri destinandone il primo piano a monastero, dove si ritirò con Therasia e amici. Eletto vescovo di Nola, morì a 76 anni, nel 431. Oggi si ricordano anche S. TOMMASO MORO (1478-1535) martire e S. GIOVANNI FISCHER (1469-1535) Vescovo e martire

     

    Parola di Dio del giorno – Matteo 6,7-15

    Gesù disse ai discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.»  

     

     

     

    Riflessione Per Il Giorno – Saggezza indiana

      Un anziano Apache stava insegnando la vita ai suoi nipotini e disse loro: “Dentro di me infuria una lotta, è una lotta terribile fra due lupi. Un lupo rappresenta la paura, la rabbia, l’invidia, il dolore, il rimorso, l’avidità, l’arroganza, l’autocommiserazione, il senso di colpa, il rancore, il senso d’inferiorità, il mentire, la vanagloria, la rivalità, il senso di superiorità e l’egoismo. L’altro lupo rappresenta la gioia, la pace, l’amore, la speranza, il condividere, la serenità, l’umiltà, la gentilezza, l’amicizia, la compassione, la generosità, la sincerità e la fiducia. La stessa lotta si sta svolgendo dentro di voi e dentro ogni altra persona.” I nipoti rifletterono su queste parole per un po’ e poi uno di essi chiese: “Quale dei due vincerà?” L’anziano rispose semplicemente: “Quello che nutri”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché sappiamo sempre rispettare tutti gli altri come vorremmo esserlo noi

     

    178° QUADRO: “1.000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO”

    MICHELANGELO MERISI DETTO CARAVAGGIO: CANESTRA DI FRUTTA 1594 – Olio su tela – Cm 47 x 62 – Pinacoteca Ambrosiana – Milano

     

    L’opera, commissionata dal card. Del Monte per farne dono al Borromeo, è presente nella collezione del cardinale Federico Borromeo già dal 1607. Nel 1618 Borromeo, divenuto arcivescovo di Milano, decise di far costruire la futura Pinacoteca Ambrosiana, accanto alla preesistente Biblioteca attiva dal 1609. La Canestra venne donata alla Pinacoteca dal Borromeo a lavori ultimati, con tutte le opere della collezione personale. Il cardinal Borromeo amava moltissimo questo quadro, pur esprimendo un giudizio severo sull’artista, che –secondo lui- “era di sozzi costumi, et andava sempre mal co’ panni stracciati, e lordi a maraviglia”. L’opera, definita la più bella natura morta che sia mai stata dipinta, mostra una canestra con frutti e foglie di ogni genere.

    Il canestro sporge impercettibilmente in avanti, in situazione precaria, il che, con la presentazione di frutti bacati o intaccati, simboleggia la “vanitas” ovvero il richiamo alla caducità della vita, bene effimero destinato a svanire nel tempo.  Lo sfondo è chiaro, uniforme e luminoso e la luce sembra provenire da una fonte naturale e svela tutte le minime gradazioni di colore. Nel quadro la frutta è protagonista, ma ha un significato ambiguo: all’apparenza è fresca e fragrante, ma se si presta attenzione, comincia in realtà a marcire, a rinsecchirsi. Del quadro si possono fare due letture diverse: una dal punto di vista nettamente figurativo, in cui prevale l’interesse e il piacere per l’imitazione del naturale…e che imitazione! La capacità di rendere anche i più piccoli dettagli con una straordinaria fedeltà alla natura, lascia sbalorditi. E poi non era comune, all’epoca, vedere un soggetto simile almeno in Italia e il Caravaggio è anche in questo campo un iniziatore e un innovatore del concetto di natura morta, preso nella sua unicità e naturalezza ed elevato al rango di una pittura di storia. L’altra lettura è quella simbolica, filosofica e teologica che, data la formazione culturale del destinatario, è in qualche modo rappresentata per allusioni nei vari elementi del quadro: così ad es. nell’uva è impossibile non pensare all’eucaristia: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv 15,1ss) e per opposizione al pagano Bacco, dio del vitalismo più sfrenato e caotico. La mela è allusiva al peccato di Adamo: il frutto è bacato e fa pensare al peccato dei progenitori. Il fico è nell’Antico Testamento insieme all’ulivo e alla vite, uno dei simboli del popolo eletto ecc. Si noti poi come nel quadro la luce provenga da sinistra e lasci in ombra la parte destra del canestro: non a caso i frutti più colorati e le foglie più verdi sono i più illuminati. Man mano ci si allontana dalla fonte luminosa le foglie rinsecchiscono e i frutti sembrano troppo maturi. Il canestro, la frutta, le foglie, i rametti …tutto fa pensare alla vita nella sua mescolanza di bene e male, luci e ombre, freschezza e caducità…che però non compromette ma anzi esalta la straordinaria bellezza dell’insieme. E infine lo sfondo dorato, caldo e luminoso, non alluderà forse alla misteriosa e provvidente presenza divina?   

     

    Don’t forget!

    Oggi si festeggia il compleanno di don Davide – Superiore del Patronato San Vincenzo

    i nostri migliori auguri e un ringraziamento per la testimonianza incessante di carità unita alla fede.

     

     

     

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