XXXIII settimana del tempo ordinario
nell’immagine una fotografia di Pedro Luis Raota
Proverbio del giorno
Una tempesta di sabbia passa, le stelle rimangono. Proverbio arabo
Iniziamo la giornata pregando
O Dio, fonte di ogni paternità, che hai mandato il tuo Figlio per farci partecipi del suo sacerdozio regale, illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire è regnare, e con la vita donare ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà al Cristo, primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra. Egli è Dio…
La Parola di Dio del giorno
Gesù disse una parabola: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».
Riflessione Per Il Giorno (Alessandro Baricco)
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita… Se quella tastiera è infinita, allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. Tu sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio…Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla?
Intenzione del giorno
Preghiamo per i musicisti, i cantori e coloro che attraverso la musica cercano il contatto con Dio
Don’t forget! 192° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”
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LUIS DE MORALES (1509 – 1586) detto “il divino” è uno dei pittori spagnoli più rappresentativi dello stile manierista che si sviluppò in tutta Europa durante il XVI sec. Non ci sono molti dati sulla sua vita e per quanto riguarda la sua formazione, sembra abbia iniziato i suoi studi a Siviglia e in seguito sia andato in Portogallo. Alcuni storici dell’arte parlano di possibile viaggio in Italia dove Morales sarebbe entrato in contatto con le opere dei geni del Rinascimento. Comunque sia, l’artista circoscrisse la sua attività all’ Estremadura, ma la sua pittura esercitò una forte influenza sulla penisola iberica e giunse fino alle Colonie spagnole dell’oltreoceano (pittura cuzqueña del Perù). |
Questa tavola tratta un tema spesso ripetuto da Morales che voleva andare incontro al gusto della clientela devota. Il pittore crea un’icona devozionale e si concentra esclusivamente sulle figure di Maria e il Bambino Gesù, collocandole su uno sfondo nero. Lo scopo della rappresentazione è di suscitare nell’osservatore sentimenti simultanei di tenerezza e compassione. In effetti, il tema scelto è la medievale Virgen de la Leche che Morales adatta al clima controriformista della chiesa di Spagna. Il bimbo incrocia lo sguardo della madre e ne ricerca il petto per il latte. Figlio e madre intrecciano gli sguardi, ma quello di Maria è triste e malinconico, come se presentisse, dopo la tragica profezia di Simeone, l’angoscia e sofferenza della futura passione. A intensificare i sentimenti contribuiscono i dolci lineamenti del viso della Vergine, le sue palpebre abbassate, la pelle candida e le lunghe dita con cui abbraccia il figlio. Incredibile la cura con la quale il pittore ha disegnato il velo trasparente della madre e le ciocche bionde di capelli del Bambino e con il morbido sfumato Morales dimostra di aver recepito la lezione dei grandi maestri dell’arte italiana.
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