venerdì 3 agosto ’18

    XVII Settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine una scultura del messicano Gustavo Aceves 

     

    Proverbio del giorno (Gilbert Keith Chesterton)

    La vita è la più bella delle avventure ma solo l’avventuriero lo scopre.

     

    Iniziamo la giornata Pregando

    O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora ti cerco. Di te ha sete l’anima mia, come terra deserta, arida, senz’acqua. Al mattino, Signore, fammi sentire il tuo amore: a te innalzo l’anima mia. Fammi conoscere la via da percorrere nel giorno perché confido in te. Amen

     

    Lidia

    Visse nel 1° sec. Era di Tiatira, città della Lidia, in Asia minore. Abitò a Filippi, dove commerciava la porpora. Discepola di Paolo, lo ospitò a casa sua dove nacque la prima Chiesa fondata in Europa dall’apostolo dei gentili.

     

    La Parola di Dio del giorno (Matteo 13,54-58)

    Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?». E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità. 

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Quello che ci salva è l’essere credenti…viene in mente in proposito una frase di don Divo Barsotti: “Non mi stupisco che siano pochi i credenti, mi stupisco che ce ne possano essere”. E con S. Agostino: “Credo Signore, che io creda sempre più fermamente; spero Signore, che io speri più fiduciosamente; amo Signore, che io ami più ardentemente”.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Martin Buber: L’eclissi di Dio)

    “Dio è la parola più sovraccarica di tutto il linguaggio umano. Nessun’altra è stata tanto insudiciata e lacerata. Proprio per questo non si deve rinunciare ad essa. Generazioni di uomini hanno lacerato questo nome con la loro divisione in partiti religiosi; hanno ucciso e sono morti per questa idea e il nome di Dio porta tutte le loro impronte digitali e il loro sangue. Dove potrei trovare una parola che gli assomigliasse per indicare l’Altissimo? Se prendessi il concetto più puro e più splendido dalla tesoreria più riposta dei filosofi, vi potrei trovare soltanto una pallida idea ma non la presenza di colui che intendo, di colui che generazioni di uomini con le loro innumerevoli vite e morti hanno onorato e denigrato. Intendo parlare di quell’Essere a cui si rivolge l’umanità straziata ed esultante. Certo essi designano caricature e scrivono sotto ‘Dio’; si uccidono a vicenda e lo fanno ‘in nome di Dio’. Ma quando scompare ogni illusione e ogni inganno, quando gli stanno di fronte nell’oscurità più profonda e non dicono più ‘Egli, Egli’, ma sospirano ‘Tu, Tu’ e implorano ‘Tu’, intendono lo stesso essere; e quando aggiungono ‘Dio’, non invocano il vero Dio, l’unico vivente, il Dio delle creature umane?”

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché siamo sale della terra e luce del mondo

     

    Don’t forget! Il personaggio della settimana: Martin Buber (1878-1965)

    Martin Buber nasce a Vienna l’8-02-1878. Dopo la separazione dei genitori viene affidato ai nonni e subisce il forte influsso del nonno Solomon, studioso della tradizione midrashica. Abita con loro a Lemberg dove conosce il chassidismo, movimento religioso ebraico che nel XVIII sec si sviluppò tra Ucraina e Polonia. Buber sin da giovane si avvicina ai testi di Pascal, Nietzsche e Kierkegaard. All’età di vent’anni aderisce al movimento sionista, fondato da Herzl, ma l’anno seguente come delegato al III Congresso Sionista di Basilea, tiene una relazione dove dalle posizioni di Herzl, propone un sionismo come “educazione”. Per Buber il sionismo è ansia di conoscenza delle proprie radici, consapevolezza di una profonda identità ebraica in grado di aprire l’ebreo all’impegno e al confronto nel mondo.

    La sua idea politica fu quella per cui gli ebrei avrebbero dovuto costituire una comunità nella forma di insediamenti ebraici in Palestina, che scegliessero come norma il dialogo e contribuissero con gli arabi a trasformare la comune madrepatria in una repubblica dove i popoli avessero la possibilità di libero sviluppo. Per circa 40 anni lavora alla traduzione della Bibbia in tedesco, con l’idea che questo lavoro possa essere esempio di un possibile dialogo fra cultura tedesca e tradizione ebraica. Diviene professore di religione ed etica ebraica all’Università di Francoforte e lo rimane dal 1925 al ‘33. Dopo la salita al potere di Hitler, nel 1938 si stabilisce a Gerusalemme dove gli è offerta la cattedra di antropologia e sociologia. Continua a lavorare alla traduzione della Bibbia e nel 1946 pubblica “Vie dell’Utopia”. Al termine della 2a guerra mondiale intraprende un giro di conferenze in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1951 riceve il premio Goethe dall’Università di Amburgo; nel 1958 muore la moglie Paula e riceve il Premio Israele; nel 1963 il premio Erasmus ad Amsterdam. Muore il 13-06-1965 nella sua casa di Talbiyeh, a Gerusalemme.

    Letture consigliate:

    1. Il problema dell’uomo, LDC, Leumann (Torino) 1983
    2. IL CAMMINO DELL’UOMO, QIQAJON, TORINO 1990
    3. L’eclissi di Dio, Mondadori, Milano 1990
    4. La leggenda del Baal-Shem, Milano 1995

     

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