Il Centro Meta del Patronato San Vincenzo, percorsi “su misura” per ritrovare la strada

    per gentile concessione di www.santalessandro.org

    C’è uno scultore, Pierantonio Volpini, che ogni settimana esce dal suo studio in Città Alta per entrare nel laboratorio dei gessi del Centro Meta del Patronato San Vincenzo. Bergamo Boxe accoglie i ragazzi gratuitamente ogni martedì mattina. Ci sono artigiani del legno pronti a trasmettere con pazienza e attenzione i segreti della loro arte. Gli esperti dell’associazione Bergamo Bonsai vengono a spiegare i fondamenti della coltivazione di queste piante delicate e affascinanti, mentre fuori c’è un orto per la produzione di erbe aromatiche. Altri volontari gestiscono laboratori di “laser cut”, taglio del legno con il laser, fotografia e grafica creativa.

    Ognuno fa la sua parte: l’équipe multidisciplinare è composta da un coordinatore responsabile di progetto e da tre referenti per le aree psicologica, educativo formativa e orientamento-lavoro-territorio. Poi ci sono i volontari e i ragazzi per cui viene attivato un percorso, 146 nell’anno 2018/19. Sono tutte tessere che compongono un quadro variegato e interessante, e dimostrano con piccoli gesti concreti e quotidiani che davvero, come diceva don Bepo Vavassori «educare deve essere un’esperienza progressiva, una pedagogia vissuta. Non si parte da un’idea preconcetta, si sviluppa, si fa…Educare è una pratica».

    Il «Centro Meta», nato una quindicina d’anni fa, si sostiene con risorse ricavate dalle proprie attività, con i fondi dell’Otto per mille e con l’aiuto di benefattori. È come un’àncora offerta ai ragazzi più fragili, quelli che vengono spazzati via dal vento di una società spesso indifferente e troppo competitiva, e che per il mondo sono neet, giovani che non studiano e non lavorano. Una “famiglia allargata” in cui gli adolescenti vengono prima di tutto accolti e ascoltati, incoraggiati a guardare in se stessi, a scoprire i propri talenti e a rimetterli in gioco per trovare la strada che hanno smarrito.

    “Alcuni arrivano per passaparola – racconta don Mauro Palamini, direttore del Centro Meta – altri ci vengono segnalati dai consigli di classe delle scuole. Sono ragazzi che per motivi diversi non si ritrovano nel percorso scolastico e hanno scelto di abbandonarlo, vorrebbero lavorare ma non cercano lavoro. Spesso finiscono per isolarsi e chiudersi in se stessi”.

    I percorsi non sono “obbligati” ma personalizzati e flessibili, studiati in modo che ogni azione compiuta, ogni oggetto realizzato rappresenti anche una conquista dal punto di vista educativo: familiarizzare con la disciplina, rispettare gli orari, instaurare relazioni positive con gli altri. Quando i ragazzi sono pronti, si può passare anche alla fase “Centro Meta out”: cercare tirocini e occasioni di lavoro all’esterno.

    Quando arrivano al Patronato i giovani sono spesso smarriti: “Il primo passo da fare – sottolinea Damiano Gregis, responsabile dei laboratori – è aiutarli a recuperare l’autostima. Nei laboratori lo possono fare in modo semplice, per esempio realizzando personalmente degli oggetti”. Ognuno, all’inizio del percorso, costruisce la propria lampada: un lavoro che stimola a sviluppare abilità manuali, ma che diventa anche un simbolo: il sentiero del Centro Meta è proprio quello che conduce a “riaccendere la luce” nella vita dei ragazzi. Per informazioni: Centro Meta, via Gavazzeni 3, lunedì – venerdì 8-13, 14-16. Tel. 0354598145 centrometa@patronatosanvincenzo.it

     

     

     

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