lunedì 18 maggio ’20

     

    nell’immagine un dipinto di  Gudiol Montserrat 

     

    VI.a Settimana del Tempo Pasquale

     

    Proverbio del giorno

    Un padre può dare da mangiare a dieci figli, dieci figli non possono dare da mangiare ad un padre.

     

    Preghiera del giorno (Preghiera dell’Upanishad)

    Che Dio ci protegga: che Egli ci nutra: possiamo lavorare insieme con energia. Che i nostri studi portino frutto. Che possiamo amarci a vivere in pace. Che tutte le cose siano fonte di pace per noi, che la Tua stessa pace effonda pace a tutti e che quella stessa pace scenda anche su di me

     

    BARTOLOMEA CAPITANIO (1807–1833) e VINCENZA GEROSA (1784 –1847) nel 1832

    si ritirarono in un’umile abitazione (“Conventino”) presso l’ospedale di Lovere dove si dedicarono all’ assistenza agli ammalati e all’educazione delle fanciulle. Le Suore della carità hanno come fine l’esercizio delle opere di misericordia e dell’istruzione della gioventù e assistenza negli ospedali. Sono presenti in Europa (Italia, Regno Unito, Romania, Spagna), Americhe (Argentina, Brasile, Perù, Stati Uniti, Uruguay), Africa (Egitto, Zambia, Zimbabwe) e Asia (Bangladesh, Birmania, Giappone, India, Israele, Nepal, Thailandia, Turchia). Nel 2005, la congregazione contava 5.068 religiose in 447 case.

     

    La Parola di Dio del giorno (Giovanni 15,26-16,4)

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

     

    Riflessione per il giorno

    don Sandro Sesana ricorda don Roberto Pennati nel 1° anniversario di morte –

    Non posso non scrivere niente, proprio in questa giornata del primo anniversario in cui ci ha lasciato don Roberto. Non posso non dedicare a te queste parole. Ci sei mancato, mi sei mancato e di questo tutti ne siamo certi…Ci ha consolato per un po’ riuscire a celebrare la messa ogni 17 del mese, poi il maledetto virus ci ha tolto anche questa possibilità. Perché sono finito alla tua casa? Mi sono detto: faccio comunità e aiuto don Roberto, che bello il massimo della vita. Anche qui un atto di incoscienza.

    Io aiutare un malato come te? Io gestire la casa? Ma no, tu mi hai insegnato a gestire il mio tempo, tu mi hai insegnato quanta delicatezza ci voleva per prendersi cura di un corpo malato come il tuo. E io mi sono permesso di farmi come travolgere da questo fiume che era la tua malattia e fino all’ultimo giorno ho pensato che almeno dovevo esserci. Si, dovevo esserci perché altro non sapevo fare. Che cosa posso fare io come prete? Predicare? Insegnare? Organizzare? Educare alla fede? Me se la mia fede è piccola meno di un granellino di senape! Servire l’uomo? Parola troppo grossa servire. Ci vuole umiltà nella chiesa per usare certe parole, umiltà che tu hai avuto.

    Che cosa potevo fare io? Ho scelto di stare accanto a te e di accompagnarti. Forse questa è una delle poche cose che ho nella testa come importante. Ed ora mi manca la cura del tuo corpo malato. I miei tentativi goffi di sistemarti per bene sulla sedia, sul letto, quando andavi in bagno, sulla poltrona. Le tue bende sulle gambe che mi andavano su sempre storte e tu ogni tanto sorridevi ogni tanto mi sgridavi, ogni tanto mi dicevi che provavi dolore. Mi rifugiavo nella Itala quando le cose non andavano bene, nella Olga e nella Teresa, soprattutto in quell’ultima settimana, quando mi hai detto sono pronto, voglio vedere mia mamma e mia sorella. E io ho risposto: lascia perdere non è ancora il momento. E invece era proprio il momento. Sono contento che sei in paradiso, ma a me, a noi manca un amico e un fratello. 

     

    Don’t forget!

    TINO SANA

    Oggi alle 11,00 nel Cimitero di Almenno si celebra il funerale di Tino Sana, ex-allievo e figlio di don Bepo come amava definire se stesso.

    Don FAUSTO RESMINI

    Le competenti autorità hanno deciso di intitolare le carceri di Bergamo, finora senza nome, a don Fausto Resmini. A loro il più vivo grazie

    Don ROBERTO PENNATI

    Ieri 17 maggio ricorreva il 1° anniversario della morte di don Roberto. Lo abbiamo ricordato nelle SS. Messe e chiediamo a tutti una preghiera per lui

     

    Avviso SS. Messe al Patronato

    A partire da oggi è possibile di nuovo celebrare le S. Messe con partecipazione dei fedeli ovviamente con l’obbligo di osservare scrupolosamente le norme legate al distanziamento ecc. Si ricorda che nella casa centrale del PSV la S. Messa viene celebrata ogni giorno alle 18,00 (il mercoledì anche alle 7,30 del mattino). Le SS. Messe festive sono: sabato ore 18,00. Domenica ore 11,00 e 18,00.  

     

     

     

     

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