Al Patronato vivono più di 300 persone, settanta italiani e 240 stranieri che, come tutti in questi mesi, sono stati obbligati all’isolamento. Oltre a dar prova di una responsabilità e di un rispetto delle regole sorprendenti, nessuno di loro è stato contagiato dal covid e non si ricorda ci sia mai stato un digiuno di ramadan così sereno e ordinato come quest’anno. Si sono date tante spiegazioni, ma nessuna convincente, così si è chiesto loro perché mai non si siano ammalati e riescano a sopportare meglio di noi le limitazioni di questo periodo. Ebbene, anche le risposte più stravaganti convergevano su un punto: ai diseredati il coronavirus non fa paura perché “se si è perso tutto, casa, lavoro, permesso di soggiorno…perdere la vita per il virus o per fame, non fa molta differenza” ha risposto uno. “No! –lo corregge un altro- Non abbiamo paura perché, avendo visto la morte in faccia più volte, possiamo sperare di scamparla anche stavolta”. Comunque sia il loro messaggio è chiaro: la paura può essere più pericolosa del virus. E lo conferma un antico racconto: “Un viandante incontrò la peste in viaggio verso Smirne. “Che vai a fare laggiù?” le chiese. “Vado a uccidere diecimila persone” rispose la peste. Tempo dopo, si incontrarono di nuovo. “Ma ne hai uccise centomila!” protestò il viandante. “Non è vero -rispose la peste- io ne ho uccise solo diecimila. Le altre le ha uccise la paura”.
– don Davide –
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