XXIXa Settimana t. Ordinario
Proverbio del Giorno (Afganistan)
Le cose a buon mercato portano grane, quelle costose richiedono sforzo
Iniziamo la giornata pregando
O Padre, a te obbedisce ogni creatura nel misterioso intrecciarsi delle libere volontà degli uomini; fa’ che nessuno di noi abusi del suo potere, ma ogni autorità serva al bene di tutti, secondo lo Spirito e la parola del tuo Figlio, e l’umanità intera riconosca a te solo come unico Dio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli. Amen
Ascoltiamo la Parola di Dio Letture della XXIX Domenica del Tempo Ordinario Anno A Isaia 45,1.4-6 Salmo 95 1 Tessalonicesi 1,1-5b; Matteo 22,15-21
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In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».».
La Riflessione del giorno (Commento al Vangelo)
L’ipocrisia di farisei e sadducei proclama la verità di Gesù, che essi cercano di attrarre nella rete di un dilemma: o afferma che il tributo a un Impero straniero e idolatra è lecito, ma così perde la stima di chi non accetta il dominio romano; o dichiara che il tributo è illecito, e sarà accusato di istigare la sedizione. “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare”. Gesù non è il capo di un movimento di rivolta: il discepolo deve compiere gli obblighi civici. Così l’ha capito la prima Chiesa (Rm 13,1-7; 1Pt 2,13-17). Ma ciò che è importante e decisivo, è il seguito: “E a Dio quello che è di Dio”. Solo a Dio si devono adorazione e culto; né lo Stato né alcun’altra realtà di questo mondo possono pretendere ciò che è dovuto a Dio. A Dio ciò che è di Dio! Ma tutto appartiene a Dio, che è il creatore. E’ per questo che non si può eliminare Dio dalla costruzione della città terrena, “quasi che Dio non meriti interesse nell’ambito del disegno operativo e associativo dell’uomo”. L’uomo può realizzare la pretesa di costruire un mondo senza Dio, ma “questo mondo finirà per ritorcersi contro l’uomo”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i cristiani impegnati nell’ambito della politica e del sociale
Don’t Forget! Luca Evangelista
Figlio di pagani, compagno e collaboratore di Paolo, che lo chiama «il caro medico», è l’autore del 3° Vangelo e Atti degli Apostoli. Da osservatore attento, Luca conosce le debolezze della comunità cristiana e ha preso atto che la venuta del Signore non è imminente. Dischiude dunque l’orizzonte storico della comunità cristiana, destinata a crescere e a moltiplicarsi per la diffusione del Vangelo. Secondo la tradizione, Luca morì martire a Patrasso. I suoi resti si trovano a Padova nella Basilica di S. Giustina.
Il ricordo e il grazie… Luigi Fassi Il socialista che scambiava tabacco con Pertini Morto il 15 aprile 2020
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Pezzi da novanta, i nostri nonni, che hanno fatto la storia della Bergamasca dal dopoguerra in poi. Luigi Fassi, conosciuto ovunque per l’impegno nel mondo della politica e del sindacato è tra questi. Per anni emigrante in Svizzera lavorando come minatore nella galleria del San Gottardo è tornato in Italia nella sua Albino solo negli anni ‘60 per fare il muratore, entrando a far parte del sindacato prima legato all’edilizia e poi nel tessile. Iscritto fin da giovane al partito socialista, Luigi ha fatto parte del comitato centrale. Proprio questa fase della sua vita era una delle più impresse nella sua memoria: si commuoveva ogni volta che parlava di Sandro Pertini, del quale era amico. Lo riteneva il numero uno per umanità. Come lui, fumava la pipa e capitava che si scambiassero il tabacco. A Bergamo ha organizzato tanti eventi per il partito incontrando vari personaggi: in Città Alta riuscì a portare il clan di Celentano. Nel corso della lunga carriera è stato membro anche del consiglio di amministrazione dell’ospedale di Alzano Lombardo e lottò per portare la Pediatria in Val Seriana. È stato per diversi mandati consigliere comunale nella sua Albino. Si impegnò per il Sindacato Inquilini Casa Bergamo, come dirigente regionale e provinciale fino all’addio alle scene. Ai figli Diana e Andrea lascia grandi insegnamenti: l’umiltà, l’onestà e la correttezza di una vita condotta nell’amore e nel rispetto reciproco condiviso con la moglie Adele.
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