martedì 1 dicembre ’20

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di Emile Claus

     

    I.a Settimana di Avvento

     

    Proverbio del giorno

    «Gettando la polvere non si può nascondere la luna (India)»

     

    Iniziamo la giornata pregando (preghiera avvento)

    Dio, Padre misericordioso, che per riunire i popoli nel tuo regno hai inviato il tuo Figlio unigenito, maestro di verità e fonte di riconciliazione, risveglia in noi uno spirito vigilante, perché camminiamo sulle vie di libertà e amore fino a contemplarti nell’eterna gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen

     

    CHARLES DE FOUCAULD

    Nato nel 1858 a Strasburgo, dopo una gioventù dissipata, intraprese la carriera militare, ma fu congedato «per indisciplina e cattiva condotta». Si dedicò a viaggiare, esplorando il Marocco, il che gli meritò la medaglia d’oro dalla Società di Geografia di Parigi. Scosso dalla fede dei musulmani, si riavvicinò al cristianesimo e si convertì. Deciso a «vivere solo per Dio», si recò in Terrasanta per abitarvi come Gesù, in povertà e nascondimento. Si fece ordinare prete per poter celebrare l’Eucaristia e si stabilì in un’oasi del Sahara algerino, indossando una tunica bianca, con cucito un cuore rosso e una croce di stoffa. A tutti si presentava come fratello e offriva ospitalità, ma si addentrò ancora più nel deserto, fino al villaggio di Tamanrasset. Vi trascorse 13 anni pregando fino a 11 ore al giorno e componendo un dizionario di francese-tuareg usato ancor oggi. Il 1-12-1916, la sua casa fu saccheggiata da predoni: il corpo fu trovato presso l’ostensorio con l’ostia.

     

    La Parola di Gio del Giorno Lc 10,21-24

    In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita)

    Alla fine dell’incontro, si avvicina e, quasi scusandosi, mi porge un pacchetto: “Sono calzini di lana fatti da me: li metta e starà al caldo”. A casa scopro che fra i calzini c’è una bustina che la signora si è premurata di decorare, con dentro l’offerta “per i poveri”. Non mi ha detto chi era e si è schermita di fronte ai ringraziamenti: “per così poco!” ha sussurrato ed è scomparsa, lasciando il profumo di lei, della bustina disegnata, dei calzini, dell’offerta, del grazie. Insieme a un ricordo. Estate 1985: dopo 3 anni di missione, torno per le vacanze a casa dai miei genitori. La stanza è sempre la mia, ma è come se la vedessi per la prima volta, col vasetto di fiori sul comodino, le foto di noi da piccoli, i centrini sul comò, il cuscino ricamato sulla sedia…Per la prima volta mi rendevo conto che la stanza era disseminata di segnali di affetto, riguardo e dedizione; per la prima volta capivo come parlasse di una sollecitudine e una cura donate senza pretendere nulla in cambio. Dopo tre anni vissuti in una stanza – dormitorio trasandato (ero troppo occupato per averne cura), scoprivo cosa significasse vivere circondati dall’affetto cioè dalla gioia e dalla bellezza. È strano, ma a volte il bene occorre perderlo, perché ci si accorga di averlo avuto.      

            

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i sieropositivi e per chi si prende cura di loro

     

    …don’t forget

    8° Anniversario della morte di MONS. ANDREA SPADA direttore de l’Eco di Bergamo e grande amico di don Bepo Vavassori

     

    Don’t Forget! “1.000 quadri più belli del mondo”

    NICOLAS LANCRET: LE DÉJEUNER DE JAMBON 1735 – olio su tela – 188 × 123 cm – Musée Condé Chantilly Francia

    Il pittore Nicolas Lancret nasce a Parigi il 22-1-1690. E’ un ammiratore di Watteau di cui imita lo stile e i temi e che conosce nel 1712. Dal 1708 si iscrive come studente presso l’Académie Royale de Peinture et de Sculpture di Parigi e nel 1719 vi è accolto come pittore del genere “fêtes galantes” categoria creata appositamente per Watteau solo due anni prima. “Les fêtes galantes” descrivono scene di divertimenti di corte che riflettono la società del suo tempo. Sebbene la sua opera sia più prosaica rispetto a Watteau, Nicolas Lancret riscuote grande fascino e ha una carriera di successo. Lancret muore a Parigi nel 1743.

    Questo dipinto fu commissionato nel 1734 dal re Luigi XV a Lancret che lo realizzò l’anno successivo per la sala da pranzo nei piccoli appartamenti della Reggia di Versailles. Il dipinto rappresenta un pasto aristocratico in ambiente rurale, con i nobili che fanno bisboccia attorno a un prosciutto irrorato da abbondante champagne. Davanti al tavolo anche i cani dei commensali si servono dei resti di cibo fra bottiglie vuote, piatti rotti e il secchio dei rifiuti: a guardar bene sembrano più “umani” loro dei loro padroni che si sono abbandonati senza ritegno ai piaceri della gola e alla lascivia. Il gruppo dei servi (fra cui uno nero) resta in disparte e mostra una nobiltà di comportamento che accentua ancor di più la frivolezza del convito dei commensali che di nobile hanno il titolo, ma non il comportamento. L’ambiente rievoca lo spazio di un giardino nell’immenso parco della reggia di Versailles. Lo stile pittorico e l’atmosfera sono evidentemente rococò, eppure il pittore riesce a far trasparire la sua palese disapprovazione della società gaudente del tempo sulla quale, senza saperlo, incombe il disastro di una rivoluzione che solo pochi decenni dopo (1789) assieme ai comportamenti viziosi, taglierà anche tante teste aristocratiche. 

     

     

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