nell’immagine il dipinto di Gerard van Honthorst raffigurante la negazione di San Pietro
Martedì della Settimana Santa
Proverbio del giorno
A chi non vuol credere sono inutili tutte le prove.
Preghiera del giorno
Oggi ti ho incontrato, ma ho cambiato strada, perché avevo fretta. Ho sentito che avevi bisogno, ma mi sono voltato dall’altra parte, per paura. Ho visto i tuoi occhi luminosi, ma ho deviato lo sguardo, per pigrizia. Ogni giorno ti tradiamo, Signore. E tu soffri per noi. Ti preghiamo: perdonaci, e rendi i nostri cuori capaci di sfruttare le infinite “seconde possibilità” che ci offri nel tuo immenso Amore. Affinché sappiamo amarti ed esserti amici cominciando ad amare il fratello accanto a noi. Amen
GIOVANNI CLIMACO ABATE (579? – 649?)
In greco, «climaco» significa «quello della scala»: così è chiamato Giovanni, monaco e abate, che ha scritto una famosa guida spirituale in greco: «Klimax tou Paradeisou», ossia «Scala del Paradiso». Ma di lui abbiamo scarse notizie: incerte le date di nascita e morte, sconosciuta la famiglia (sappiamo però di un fratello, Giorgio, anche lui monaco). Lo troviamo nella penisola del Sinai, monaco a 20 anni, tra molti altri, dove sperimenta entrambe le forme di vita monacali, quella cenobitica e quella eremitica e poi si fissa nel monastero di Raithu. Ma a 60 anni lo chiamano a guidare come abate un altro grande cenobio: quello del Monte Sinai. E lì porta a termine la «Scala», che diventerà popolarissima.
La parola di Dio del giorno
[Mentre era a mensa con i suoi discepoli] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Riflessione del giorno
Quattro cose non si possono nascondere a lungo: il sapere, la stupidità, la ricchezza e la povertà. La citazione è da Mille e una notte e il suggerimento che se ne ricava non è male, non tanto per la seconda coppia di realtà non occultabili, cioè la ricchezza e la povertà, essendo esse esteriormente verificabili, anche se c’è chi riesce perfettamente a mimetizzare opulenza o miseria. L’idea è rilevante soprattutto per le prime due realtà, il sapere e la stupidità. Basta, infatti, che uno – pur solenne e altezzoso nel comportamento- apra bocca, e subito si denuda l’anima fatua e vacua. O al contrario, è sufficiente seguire azioni e discorsi di una persona a prima vista semplice, per scoprire generosità e profondità. I “sepolcri imbiancati” di evangelica memoria sono stati attrezzati a ingannare l’occhio superficiale, ma non quello penetrante. Oppure si può dire che l’inganno riesce a prevalere a lungo ma non per sempre, perché – come osservava Abraham Lincoln (1809-1865) – «potete ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo, ma non potete prendere per il naso tutti per tutto il tempo».
Intenzione di Preghiera per il Giorno
Perché ci prepariamo a vivere il mistero pasquale con spirito rinnovato e con l’animo pentito.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
HIERONYMUS WIERIX (C.1553-1619): IL TORCHIO MISTICO | ANONIMO PINACOTECA DI MATELICA (MC): IL TORCHIO MISTICO |
TORCHIO MISTICO
L’iconografia del “Torchio mistico” nasce nel Medioevo: all’inizio era solo la raffigurazione della vite e del grappolo. L’immagine di Cristo nel torchio si diffonde a partire dal XII secolo e, col passar dei secoli, il divin Redentore viene dipinto in modo sempre più esplicito mentre trasuda sangue sotto la pressione del torchio. L’immagine s’ispira al testo d’Isaia: «Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me. Li ho pigiati con sdegno. Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti e mi sono macchiato tutti gli abiti» (63,3). Il tema del torchio mistico fu molto caro a S. Agostino che commentando il Sal 56 scrisse: “Il primo grappolo d’uva schiacciato nel torchio è Cristo. Quando tale grappolo venne spremuto nella passione, ne è scaturito quel vino il cui calice è inebriante quanto è eccellente!”. Sia nella stampa dell’incisore tedesco che nella tela dell’ignoto pittore italiano si nota il Cristo che, mentre nel tino pigia l’uva, è a sua volta pigiato dalla croce / torchio che è azionato dal Padre stesso e dalla colomba dello Spirito Santo che preme la croce: ciò significa che il sacrificio di Cristo corrisponde pienamente alla volontà divina e al piano di salvezza della SS. Trinità la quale “ha tanto amato il mondo da dare (=consegnare) il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” Gv 3, 16. Dalle ferite di Gesù sprizza il sangue / vino eucaristico raccolto nel calice da due angeli adoranti. Nel quadro di Matelica il pittore ha ritratto a sinistra S. Giovanni Battista (sotto) e S. Giovanni Evangelista (sopra) i quali contemplano il sacrificio di Gesù, mentre a destra la Madonna col cuore trafitto dalla spada secondo la profezia di Simeone (Lc 2,34-35), partecipa intimamente alla passione del Figlio. Nella stampa di Hieronymus Wierix, invece dei due S. Giovanni, appaiono bambini in preghiera e adulti che si avvicinano al torchio eucaristico per attingervi la bevanda della vita eterna. Rispetto al quadro che sottolinea la dimensione devozionale e privata, la stampa di Wierix rivela una dimensione più ecclesiale e comunitaria.
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.