Ma quella statua non ti assomiglia

     

    L’installazione del monumento a Dante e alla Divina Commedia nel cortile del Patronato ha suscitato, com’era prevedibile, commenti, domande e qualche perplessità.

    Dopo aver precisato che si tratta di un’opera d’arte regalata al Patronato su indicazione del Vescovo, si cerca di fare chiarezza. “Quella statua non ti assomiglia per niente” fa notare un ospite africano il quale pensa a me come a certi leader del suo paese che mettono dappertutto la loro immagine.

    Un ex allievo invece nota con soddisfazione: “Era ora che faceste una statua a don Bepo, ma questa gli somiglia solo nel naso. E che c’entra quella donna (Beatrice)? Noi eravamo tutti maschi!”.

    I più devoti identificano nelle immagini, Gesù e Maria: “ma non è un po’ troppo moderna come Madonna?” commentano perplessi. Si è spiegato agli italiani che si tratta del sommo poeta, invitandoli a rinfrescare i loro sbiaditi ricordi scolastici.

    Agli stranieri invece non ci si è limitati a spiegare chi sia Dante e cosa rappresenti la sua opera, ma si è detto che quel monumento parla anche di loro.

    Il loro infatti non è stato forse un percorso che attraverso gli inferni del deserto e del mare è approdata al purgatorio dell’accoglienza, in vista del paradiso di un futuro più sereno e dignitoso? Che in fondo è quanto il Patronato cerca di fare per loro e che Dio, in modi e con risultati ben più alti, vuole fare per tutti.  

     

    – don Davide Rota

     

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