32a Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno (Marco Aurelio)
Ricordati che l’uomo non vive altra vita che quella che vive in questo momento, né perde altra vita che quella che perde adesso.
Preghiera del giorno (S. Giovanni Crisostomo)
Grazie, Signore, perché ci hai dato l’amore capace di cambiare la sostanza delle cose. Quando un uomo e una donna diventano uno nel matrimonio non appaiono più come creature terrestri ma sono l’immagine stessa di Dio. Così uniti non hanno paura di niente.
Con la concordia, l’amore e la pace l’uomo e la donna sono padroni di tutte le bellezze del mondo. Possono vivere tranquilli, protetti dal bene che si vogliono secondo quanto Dio ha stabilito. Grazie, Signore, per l’amore che ci hai regalato.
Santo del giorno
DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI S. GIOVANNI IN LATERANO A ROMA.
All’inizio del IV sec. Roma cambiò il suo tradizionale aspetto architettonico grazie all’imperatore Costantino e all’attività edilizia da lui favorita.
Egli fece costruire la basilica di S. Giovanni in Laterano con un battistero e un palazzo che divenne la residenza dei vescovi di Roma. Cattedrale di Roma, S. Giovanni in Laterano è la madre di tutte le chiese dell’urbe e dell’orbe.
E’ il simbolo nei primi secoli della fede dei cristiani, riunire la necessità di dirsi in un comune e consacrare per celebrare la Parola Dio ei Sacri Mister. La festa odierna, come ben evidenzia la liturgia, è la festa di tutte le chiese del mondo.
Parola di Dio del giorno Giovanni 2,13-22
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Riflessione per il giorno
Quando l’imperatore romano Costantino si convertì alla religione cristiana, verso il 312, donò al papa Milziade il palazzo del Laterano, che egli aveva fatto costruire sul Celio per sua moglie Fausta.
Verso il 320, vi aggiunse una chiesa, la chiesa del Laterano, la prima, per data e per dignità, di tutte le chiese d’Occidente. Essa è ritenuta madre di tutte le chiese dell’Urbe (la città di Roma) e dell’Orbe (tutto il mondo).
Consacrata dal papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto a essere pubblicamente consacrata.
Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a S. Giovanni Battista; donde la sua corrente denominazione di basilica di S. Giovanni in Laterano.
Per più di dieci secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero 250 concili, di cui 5 ecumenici. Semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il pontificato di Benedetto XIII e venne di nuovo consacrata nel 1726.
Per tutti i cristiani perseguitati, la basilica del Laterano fu il luogo dove potevano finalmente adorare e celebrare pubblicamente Cristo Salvatore. Quell’edificio di pietre, costruito per onorare il Salvatore del mondo, era il simbolo della vittoria, fino ad allora nascosta, della testimonianza dei numerosi martiri.
Segno tangibile del tempio spirituale che è il cuore del cristiano, esorta a rendere gloria a colui che si è fatto carne e che, morto e risorto, vive nell’eternità.
Intenzione di Preghiera per il giorno
Preghiamo per tutti gli ammalati e per tutte le persone che si trovano in pericolo di vita.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
WILLIAM TURNER: SOLE NASCENTE NELLA FOSCHIA
1807 – olio su tela – 91 × 122 cm – National Gallery, Londra
Questo dipinto, uno dei primi del pittore inglese JOSEPH MALLORD WILLIAM TURNER (1775-1851) è il ritratto di una scena indefinita, alla quale però Turner attribuì significato simbolico.
Il quadro infatti, è animato da un fresco naturalismo e da una vibrante forza stilistico-compositiva: Turner era consapevole dei risultati raggiunti e, con questa tela, intendeva dimostrare come avesse eguagliato se non addirittura superato i paesaggi classici luminosi di Claude Lorrain, il maestro antico da lui venerato.
Il Sole nascente nella foschia, in effetti, è permeato da un fascino e una naturalezza particolari. A esser raffigurata è una spiaggia olandese del XVI secolo, con alcune imbarcazioni che veleggiano sullo specchio d’acqua e un gruppo di pescatori seduti sotto uno sperone roccioso.
Al centro della tela si libra in aria il sole: dall’astro promana un fulgore tenue e abbagliante che comunica un rasserenante senso di pace.
La tessitura luministica dell’opera, in effetti, è delicata, morbida e soffusa e coadiuvata dallo sconfinato sfondamento prospettico, dalla strana prospettiva e dalle «figure di pescatori simili a personaggi di Brueghel» (Borghesi), rende la scena irreale, quasi fantastica, come se fosse avvolta dalla nebbia dei ricordi.
Turner passò tutta la vita vicino all’acqua di mari e fiumi e nutriva un profondo amore per i luoghi e i soggetti legati all’acqua e alla luce: difatti sono proprio i raffinati effetti di luminosità, riflesso, atmosfera, colore gli elementi centrali dell’opera di questo grande artista che apparteneva al movimento romantico e il cui stile pose le basi per la nascita dell’impressionismo e fu addirittura anticipatore dell’astrattismo.
Figura controversa ai suoi tempi, Turner è oggi considerato l’artista che elevò la pittura paesaggistica a un livello tale da competere con la più blasonata pittura storica e fu anche uno dei più grandi maestri britannici nella realizzazione di paesaggi all’acquerello, e meritò il soprannome di «pittore della luce».
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