33a Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno di Albert Einstein
Chi non ha mai commesso un errore, non ha mai provato nulla di nuovo.
Preghiera del giorno di John Henry Newman
Guidami, luce amabile, tra l’oscurità che mi avvolge. Guidami innanzi, oscura è la notte, lontano sono da casa. Dove mi condurrai?
Non te lo chiedo, o Signore! So che la tua potenza m’ha conservato al sicuro da tanto tempo, e so che ora mi condurrai ancora, sia pure attraverso rocce e precipizi, sia pure attraverso montagne e deserti sino a quando sarà finita la notte.
Non è sempre stato così: non ho sempre pregato perché tu mi guidassi! Ho amato scegliere da me il sentiero, ma ora guidami! Amen.
Santo del giorno: S. Elisabetta d’Ungheria
Figlia di Andrea, re d’Ungheria e di Gertrude di Merano, ebbe vita breve. Nata nel 1207, fu promessa in moglie a Ludovico figlio ed erede del sovrano di Turingia.
Sposa a 14 anni, madre a 15, restò vedova a 20. Il marito, Ludovico IV morì ad Otranto mentre era in attesa di imbarcarsi per la crociata.
Elisabetta aveva tre figli e alla morte del marito scelse come dimora una modesta casa di Marburgo dove fece edificare a sue spese un ospedale, riducendosi in povertà.
Iscrittasi al 3° ordine francescano, si offrì agli ultimi, visitando i malati due volte al giorno, facendosi mendicante e attribuendosi sempre le mansioni più umili.
La sua scelta di povertà scatenò la rabbia dei cognati che la privarono dei figli. Morì a Marburgo, Germania il 17-11-1231. Canonizzata nel 1235.
Parola di Dio del giorno
Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”.
Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”.
Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”.
Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”.
Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.
E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Riflessione del giorno di Fabrice Hadjadj
Ripeto spesso che se anche mi confermassero che nel dicembre 2022 ci sarà per davvero la fine del mondo, ciò non mi impedirebbe di avere un figlio nel novembre 2022 e di scrivere poesie, e di piantare un albero, perché non faccio queste cose solo per l’avvenire terreno, le faccio perché questo è già partecipare alla vita eterna.
Ripenso a una frase del geniale pianista e compositore Franz Liszt il quale in una lettera alla donna che ama, usa queste parole straordinarie: “Se non giungiamo alla felicità forse è perché noi valiamo più di questo. C’è troppa energia, troppa passione, troppo fuoco nelle nostre viscere per accomodarci borghesemente in ciò che è possibile”.
Certo queste parole sono ambigue, tanto più che Liszt le scrive a una donna sposata con la quale fuggirà, ma dietro questo senso passionale ce n’è un altro più radicale che rimanda alla vera, all’alta passione, che è la passione di Cristo».
Intenzione di Preghiera per il giorno
Preghiamo per i defunti più dimenticati e per le anime del purgatorio.
Don’t Forget! RIFORMA PROTESTANTE: LE LOTTE RELIGIOSE IN GERMANIA
L’Imperatore Carlo V
Federico di Sassonia
Papa Leone X
Dopo la scomunica di Lutero, l’imperatore Carlo V convocò Lutero a Worms ed egli vi giunse il 16 aprile 1521: quando gli venne chiesto se era disposto a ritrattare, lui chiese un giorno per riflettere.
Carlo V si allontanò da Worms e in sua assenza nessuno arrestò Lutero: Federico di Sassonia, anzi, ne organizzò un falso rapimento e il 4 maggio Lutero venne posto in salvo nel castello di Wartburg dove intraprese la traduzione in tedesco della Bibbia.
Espresse in seguito la dottrina dei due regni, secondo la quale il cristiano interiormente riconosce solo la legge evangelica (regno della chiesa) ed esteriormente deve ubbidire all’autorità politica voluta da Dio per garantire l’ordine nel mondo (regno dello stato).
I primi a prendere l’iniziativa furono i cavalieri. La piccola nobiltà cercò di impadronirsi dei principati ecclesiastici (dei Vescovi-principi); i contadini aderirono ai movimenti riformatori più estremisti e si ribellarono contro nobiltà e clero, ma i principi tedeschi spinti dal Lutero, repressero duramente le loro rivolte.
Il riferimento diretto alla Bibbia diede una base comune alle richieste dei contadini. Il manifesto di questa rivoluzione furono i 12 articoli del 1525, al cui interno si trovavano molte innovazioni dell’ordinamento politico, sociale e religioso.
Tra i partecipanti vi furono anche nobili, minatori e borghesi, che si allearono coi contadini per contrastare i governi delle città. Thomas Muntzer rifiutò la teoria dei due regni, predicando invece l’avvento in terra del regno di Cristo.
Lutero prese le distanze da questo movimento che usava la scrittura per esercitare violenza e definì Muntzer un diavolo. Ad Augusta fu redatta la Confessio Augustana, che cercava di conciliare cattolici e luterani, ma il documento risultò troppo duro per i primi e troppo conciliante per i secondi.
Carlo V si schierò dalla parte dei cattolici e contro di lui nacque la Lega di Smalcalda formata da principi protestanti e da 11 città imperiali, appoggiata da Francia, Inghilterra e Danimarca. Il protestantesimo stava diventando una grande potenza politica.
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