Pace, a parole la vogliono tutti

     

    Ci voleva la guerra per capire che pace, libertà, giustizia, eguaglianza, prima che diritti da esigere, sono doveri da compiere con tutti, sempre, senza stancarsi?

    Che cortei, marce, slogan non bastano e che la guerra ha messo allo scoperto la nostra incapacità (o non volontà) di salvaguardare un bene così prezioso?

    Perché se a parole tutti vogliono la pace, negli ultimi anni i livelli di aggressività, di pretesa, di sospetto, di risentimento sono aumentati a tal punto che c’è da stupirsi che la guerra non sia scoppiata prima. I talk-show televisivi come giustificano i toni esaltati e le aggressioni verbali?

    Chi bandisce pacatezza, riflessione, ascolto, rispetto, come fa a dichiararsi pacifista?

    Chi sacrifica la realtà dei fatti alla soggettività delle opinioni, come fa a non capire che se non c’è guerra senza menzogna, non ci può essere pace senza verità?

    Chi in problemi di enorme complessità ricorre agli schemini ideologici triti e ritriti, come fa a parlare senza vergognarsi?

     

    E a fare così sono in tanti: politici, intellettuali, economisti, generali, studiosi, giornalisti, impresari, sindacalisti e persino preti, “esperti” che spergiurano di mettere la pace al primo posto… ma che per fortuna non possono entrare armati ai dibattiti, altrimenti non esiterebbero a spararsi addosso.

     

    – don Davide Rota

     

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