XVIIA settimana tempo ordinario
Aforisma del girono di Antoine de Saint-Exupéry
Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore.
Preghiera del giorno
A Cristo Re glorioso, speranza delle genti, potenza, lode e onore nei secoli per sempre! O Re di eterna gloria, che irradi sulla Chiesa i doni del tuo amore, assisti i tuoi fedeli.
Illumina le menti, la volontà rinfranca; infondi in ogni cuore propositi di pace. E quando tornerai a rinnovare il mondo, accoglici, Signore, nel regno dei beati. Amen.
Santo del giorno
SS. Nazario e Celso
Paolino, biografo di S. Ambrogio riferisce che il santo vescovo di Milano ebbe un’ispirazione che lo guidò sulla tomba sconosciuta di due martiri negli orti fuori città. Si trattava dei martiri Nazario e Celso.
Il corpo del primo era intatto e fu trasportato in una chiesa davanti a Porta Romana, dove sorse una basilica a suo nome.
Sulle reliquie di Celso, le ossa, sorse una nuova basilica. Nazario che ebbe la fortuna di avere una piissima madre di nome Perpetua la quale fu ammaestrata nella fede da S. Pietro, o almeno da alcuni dei suoi primi discepoli, da adulto aveva predicato in Italia, a Treviri e in Gallia.
Qui battezzò Celso che allora aveva solo nove anni. I due furono martirizzati a Milano nel 304, durante la persecuzione di Diocleziano.
Parola di Dio del giorno Matteo 13,47-53
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo.
Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Riflessione del giorno di don Arturo Bellini su don Bepo
L’ascolto ci mette in relazione con l’altro, con noi stessi, con Dio: solo le tre dimensioni che dicono tutto della nostra vita. Don Bepo possedeva l’arte dell’ascolto: sapeva ascoltare il bisogno dell’altro, le sue esigenze, le sue fatiche, ma anche le sue conquiste.
Gli ex allievi confermano che don Bepo era un padre dal cuore senza limiti. I ragazzi avvertivano nella sua severità la forza che poteva aiutarli a camminare diritto; e sapevano che dietro a quella forza c’era delicatezza e amore.
Sono innumerevoli gli esempi del perdono concesso sempre e comunque, dell’interessamento personale nei confronti di ciascuno, dell’attenzione ai problemi singoli anche quando premevano quelli collettivi: quando lo incontravi, nei cortili o nel suo studio o per le officine e lo avvicinavi, immediatamente tutto il resto del mondo spariva per lui.
C’eri solo tu con i tuoi problemi: non era un interessamento di maniera o frettoloso, ma ne sentivi tutto il calore e avvertivi la sua disponibilità a darti una mano. Magari avevi scambiato solo poche parole; ma venivi via sereno perché sapevi che lui ti voleva bene, che avrebbe pensato a te, nei fatti e nelle preghiere. Proprio come succede oggi a chi si accosta alla sua cripta.
Il segreto sta nel prestare ascolto all’altro con tutto sé stessi. Bonhoeffer protagonista della resistenza al Nazismo scrisse che: “Il primo servizio che si deve agli altri nella comunione, consiste nel prestare loro ascolto”.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché il Signore ci conceda il dono e la capacità dell’ascolto nei confronti di Lui, della nostra coscienza e del prossimo.
Don’t Forget! News Today
Viaggio del Papa in Canada
Accogliendo l’invito delle autorità civili ed ecclesiali e Papa Francesco sta compiendo il 37° viaggio apostolico in Canada dal 24 luglio per incontrare le comunità indigene. In questo viaggio Francesco visiterà le città di Edmonton, Québec e Iqaluit.
Come ha ripetutamente tenuto a sottolineare il Papa, si tratta di “un pellegrinaggio penitenziale” cioè riparatore delle ferite inferte ai popoli indigeni anche da membri della Chiesa cattolica, ma lo stesso viaggio mantiene sullo sfondo anche altri temi cari al Papa come la cura del creato e la guerra in Ucraina.
Al centro c’è la storia delle “scuole residenziali” istituite per cancellare cultura, identità, spiritualità e la lingua dei popoli indigeni: 150 mila bimbi delle Prime Nazioni, Métis e Inuit furono strappati alle famiglie e obbligati a frequentare una delle 139 scuole distribuite nel Paese e spesso rette da religiosi anche cattolici.
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