Mercoledì 27 luglio 2022

     

    XVIIA settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Antoine de Saint-Exupéry

    La vita ci ha insegnato che amare non consiste nel guardarsi l’un l’altro, ma nel guardare insieme nella stessa direzione.

     

    Preghiera del giorno

    A Te, Signore Dio che sei bontà infinita, affido la mia vita per viverla con Te. La voce Tua, Signore, vogliamo sempre udire, perché dà gioia al cuore, perché ci porta a Te.

    La vita Tua, Signore, a tutti vuoi donare, ma vuoi che ogni cuore, Te solo sappia amar. A Te, Signore Dio, che sei bontà infinita, affido la mia vita per viverla con Te. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Pantaleone

    Pantaleone nacque nella seconda metà del III secolo a Nicomedia, nell’odierna Turchia. Divenne poi medico e si convertì alla fede cristiana: fiducioso da allora nell’efficacia della preghiera, compì parecchi miracoli, guarendo in particolare un giovane morso da un serpente e ridando la vista a un cieco.

    Per questo fu perseguitato dall’imperatore di Costantinopoli Galerio per la sua adesione alla fede cristiana. Fu condannato a morte nel 305: gli furono inchiodate le braccia sulla testa, che poi il boia gli mozzò.

    È il patrono di medici (insieme ai santi Cosma e Damiano) e delle ostetriche. Viene considerato uno dei quattordici santi ausiliatori (viene invocato contro le infermità di consunzione).

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 13,44-46

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

    Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

     

    Riflessione del giorno – Il metodo educativo di don Bosco

    La formula della santità? Per San Giovanni Bosco era semplice: “Primo: allegria. Secondo: doveri di studio e di preghiera. Terzo: far del bene agli altri”.

    Una formula che egli stesso visse da testimone con tutte le energie, contribuendo a realizzare una grande “scuola di santi”: la famiglia salesiana e fornendo uno stile educativo (il metodo preventivo) valido tutt’oggi al cui cuore c’è l’impegno a educare le nuove generazioni: “Miriamo a formare onesti cittadini e buoni cristiani”. Giovanni Bosco fu il grande apostolo dei giovani: ne guidò tanti alla salvezza e alla felicità, attraverso un metodo fondato sull’amore, sulla persuasione e sulla fede.

    Se vogliamo capire appieno il suo messaggio, il modo più efficace è guardare a Domenico Savio, un santo giovanissimo cresciuto alla sua scuola e che aveva capito benissimo la sua lezione: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”. Don Bosco morì nel 1888: al mondo aveva donato le basi per una nuova “pedagogia del cuore”.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché don Bosco e i grandi santi educatori ci insegnino il segreto per realizzare una vera educazione.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    I martiri della rivoluzione francese (4.a parte)

    La tradizione che i rivoluzionari francesi volevano distruggere ed estirpare fin dalle radici, continuava però a segnare la vita delle persone e della società e si dimostrava nonostante tutto ancora capace di educare la persona e di fondare i rapporti culturali e sociali. Per questo motivo, dall’Assemblea degli Stati Generali (1789) fino al regicidio (1793) e al Terrore giacobino, la Rivoluzione francese assunse un volto anti-ecclesiale e anti-monarchico.

    L’inizio della lotta contro la Chiesa è dato dalla promulgazione della Costituzione civile del clero (1790) che impose alla chiesa francese, in quanto struttura della vita sociale e proposta di una cultura, una morale ed una immagine di società “formata dallo Stato”.

    Ufficialmente si parlava di “separazione della Chiesa dallo Stato”, ma in realtà la Chiesa veniva legata e sottomessa alla struttura giuridica ed amministrativa dello Stato. Così le oltre 300 diocesi francesi furono ridotte a un centinaio e vennero fatte coincidere coi dipartimenti; a loro volta le parrocchie furono fatte coincidere con le province; vescovi e parroci dovevano essere eletti dalle assemblee degli aventi diritto al voto (che erano meno dello 0,5% del popolo francese).

    In questo modo venne spezzato il vincolo di comunione e di dipendenza della chiesa dal Papa, a cui la rivoluzione riconosceva solo un primato di onore, ma non di giurisdizione. A dire il vero solo un’infima minoranza del clero francese giurò la Costituzione civile e formerà la chiesa “giurata”; la quasi totalità dei preti rifiutò il giuramento e formerà la cosiddetta “chiesa refrattaria”.

    A partire da questa decisione centinaia di migliaia di cattolici francesi scriveranno una delle pagine più crude e fulgide del martirio della Chiesa nei tempi moderni.

    Foto a lato: quel che resta dell’immensa abbazia di Cluny (vedi immagine sotto): l’enorme complesso monastico fu distrutto a cannonate dai rivoluzionari francesi. Si trattò di una perdita immensa non solo per la chiesa, ma anche per la cultura francese

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