Giovedì 9 maggio 2024

     

    6.a settimana di pasqua

     

    Avvenne il 9 maggio…

    1429 – Giovanna d’Arco sconfigge le truppe inglesi che stavano assediando Orléans

    1502 – Cristoforo Colombo lascia la Spagna per il suo 4° e ultimo viaggio nel Nuovo Mondo

    1946 – Re Vittorio Emanuele III di Savoia abdica in favore di Umberto II

    1978 – Viene ritrovato a Roma il cadavere di Aldo Moro

    2021 – Beatificazione ad Agrigento del magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla Stidda. È il primo magistrato beato nella storia della Chiesa Cattolica

     

    Aforisma di Nicolas Gomez Dàvila

    Il massimo trionfo della scienza sembra consistere nella velocità crescente con cui lo stupido può trasferire la sua stupidità da un luogo a un altro.

     

    Preghiera salmo 97

    Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele. Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni!

     

    Santo del giorno

    Nacque nell’Alto Egitto, nel 287, da genitori pagani. Arruolato a forza nell’esercito imperiale a 20 anni, finì in prigione a Tebe con tutte le reclute. Protetti dall’oscurità, la sera alcuni cristiani recavano loro un po’ di cibo. Il gesto di quegli sconosciuti commosse Pacomio, che domandò loro chi li spingesse a far questo. «Il Dio del cielo» fu la risposta.

    Quella notte Pacomio pregò il Dio dei cristiani di liberarlo, promettendogli in cambio di dedicare la vita al suo servizio. Tornato in libertà, compì il voto aggregandosi a una comunità cristiana di un villaggio del sud dove ebbe l’istruzione necessaria per ricevere il battesimo. Per qualche tempo condusse vita da asceta, dedicandosi al servizio della gente, poi si mise per 7 anni sotto la guida del monaco Palamone.

    Nella solitudine nel deserto, una voce lo invitò a fissare la dimora in quel luogo, al quale convennero numerosi discepoli. Alla sua morte, i monasteri maschili erano nove e uno femminile. Il luogo della sua tomba è ignoto.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 16,16-20

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».

    Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

     

    Riflessione Fatti e detti dei Padri del deserto

    Un fratello interrogò un anziano: «Abba, io interpello gli anziani ed essi mi parlano della salvezza della mia anima, ma io non trattengo nulla di quel che mi dicono. A che serve interrogarli, non poi ne ricavo nessun profitto: sono completamente corrotto!». Ora, vi erano là due vasi vuoti.

    L’anziano disse al fratello: «Va’ a prendere uno di quei due vasi, riempilo d’olio, bruciavi dentro della stoppa, poi vuota via l’olio e rimettilo al suo posto». Il che fu fatto. «Daccapo», disse l’anziano. E dopo che il discepolo l’ebbe fatto parecchie volte, gli disse: «Ora porta qui tutti e due i vasi e vedi quale dei due sia più pulito».

    «Quello dove ho messo l’olio», disse il fratello. «Così è della tua anima con le domande che poni agli anziani», continuò il vecchio; «benché non trattenga nulla di ciò che ode, tuttavia si purifica lentamente, più dell’anima che non interroga».

     

    Intenzione di preghiera

    Per i cristiani che soffrono persecuzione a causa della loro fede perché sentano l’aiuto e la protezione divina e la vicinanza nella preghiera del popolo credente.

     

    Don’t Forget!

    A partire da oggi 9 maggio, ogni settimana pubblicheremo parti della Divina Commedia di Dante Alighieri (1265-1321) facendoci aiutare da uno dei massimi studiosi dell’opera: Franco Nembrini.

    La Divina Commedia, è un poema allegorico-didascalico di Dante, scritto in terzine incatenate di endecasillabi in lingua volgare fiorentina. Il titolo originale, con cui l’autore designa il suo poema, fu Comedia. L’aggettivo «Divina» le fu attribuito dal Boccaccio, ma è nella prestigiosa edizione curata da Ludovico Dolce e stampata da Gabriele Giolito de’ Ferrari nel 1555, che la Commedia di Dante viene per la prima volta intitolata come da allora fu sempre conosciuta, ovvero “La Divina Comedia”.

    Composta secondo i critici tra il 1304/07 e il 1321, anni del suo esilio in Lunigiana e Romagna, la Commedia è il capolavoro di Dante ed è ritenuta una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi e una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale, tanto da essere conosciuta e studiata in tutto il mondo. Il poema è diviso in 3 parti, dette «cantiche» (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l’Inferno, che contiene un ulteriore canto, il proemio) formati da un numero variabile di versi, fra 115 e 160, strutturati in terzine.

    Il poeta narra un viaggio immaginario (Itinerarium mentis in Deum) attraverso i 3 regni ultraterreni che lo condurrà fino alla visione della SS. Trinità. La sua rappresentazione immaginaria e allegorica dell’oltretomba cristiano è un culmine della visione medievale del mondo sviluppatasi nella Chiesa cattolica.

    Franco Nembrini

    Dante Alghieri

     

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