Mercoledì 7 settembre 2022

     

    XXIII Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Miguel de Unamuno

    Il mondo intellettuale si divide in due classi: da una parte i dilettanti, dall’altra i pedanti.

     

    Preghiera del giorno di Clemente Rebora

    «Qualunque cosa tu dica o faccia c’è un grido dentro: Non è per questo, non è per questo! E così tutto rimanda a una segreta domanda: l’atto è un pretesto. […] C’è un cuneo nel cuore, e non si osa levarlo perché si teme il getto del sangue.”

     

    Santo del giorno

    B. Guido di Arezzo

    Guido nacque nel 991 in luogo incerto. Monaco benedettino, curò l’insegnamento della musica nell’Abbazia di Pomposa (Ferrara) notando la difficoltà che i monaci avevano a ricordare i canti gregoriani.

    Per questo ideò e adottò un metodo d’insegnamento che lo rese famoso in tutta Italia. L’ostilità e l’invidia degli altri monaci gli suggerirono di trasferirsi ad Arezzo, città che aveva una fiorente scuola di canto. 

    Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove proseguì gli studi arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica. Dal 1040 al 1050, anno della sua morte, Guido fu priore del monastero di Pomposa.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 6,20-26

    In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.

    Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.

    Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

     

    Riflessione del giorno di Guido d’arezzo

    Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell’inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono per denotare gli intervalli dell’esacordo musicale: «Ut queant laxis Resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum Solve polluti Labii reatum Sancte Iohannes» da cui derivarono le note Ut-Re-Mi-Fa-Sol-La.

    In questo modo Guido pose le basi del sistema teorico detto solmisazione (la prima forma di solfeggio). Il teorico della musica italiano Giovanni Battista Doni propose infine, per ragioni eufoniche, di sostituire il nome “Ut” con “Do”, derivato dalla parola ‘Dominus’ cioè ‘Signore’ in riferimento a Dio.

    A partire da quell’epoca, i nomi dati da Guido hanno sostituito nei paesi latini la notazione alfabetica (ancora in uso in area tedesca e anglosassone); in francese si usa ancora “Ut” in luogo del “Do”. Guido codificò inoltre il modo di scrivere le note definendo le posizioni di esse sulle righe e negli spazi del rigo musicale e proponendo un sistema unificato per la loro scrittura (utilizzando, per la parte terminale della nota, un quadrato, che sarebbe poi diventato un rombo ed infine un ovale).

    Il rigo usato da Guido aveva quattro righe (a differenza del moderno pentagramma, introdotto invece da Ugolino Urbevetano da Forlì, che ne ha cinque) ed era perciò detto tetragramma. A Guido si deve inoltre l’invenzione di un sistema mnemonico, detto mano guidoniana, per aiutare l’esatta intonazione dei gradi della scala o esacordo.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per i cori parrocchiali e per tutti coloro che curano il canto nelle celebrazioni liturgiche.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani

    MARTIRI DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE

    4 FIGLIE della CARITÀ di ARRAS
    † Cambrai, Francia, 26 giugno 1794

    MARIA MADDALENA FONTAINE Nata il 22-4-1723 religiosa dal 1748

    MARIA FRANCESCA LANEL Nata il 24-8-1745 e religiosa dal 1764

    TERESA MADDALENA FANTOU Nata il 29-7-1747 e religiosa dal 1771

    GIOVANNA GERARD Nata il 23-10-1752 e religiosa dal 1776.

    La comunità di Arras era formata da 7 suore, dedite alla cura dei malati e alla gestione di una scuola per ragazze. La loro opera si fece rischiosa dal 1793, quando Giuseppe Lebon, prete apostata, confiscò loro i beni e pose un laico alla direzione della scuola.

    Le suore poterono continuare a curare i malati, ma indossando abiti civili. Presagendo che il peggio dovesse ancora venire, la superiora M. Maria Maddalena Fontaine fece fuggire in Belgio le due suore più giovani e un’altra raggiunse i familiari.

    La superiora con tre consorelle si rifiutò di prestare il giuramento di Libertà ed Eguaglianza imposto al clero e ai religiosi: le 4 sospettate di “attività controrivoluzionaria” vennero arrestate il 14-2-1974 e dopo un sommario processo salirono al patibolo incoronate dal Rosario (che era stato loro strappato dalle mani e collocato sulla testa a mo’ di corona di spine) cantando l’Ave Maris Stella.

    Suor Maddalena rivolse alla folla un breve discorso: “Saremo le ultime, la persecuzione sta per finire, i patiboli saranno distrutti e gli altari di Gesù saranno ricostruiti nella loro gloria”. L’anno dopo sarà ghigliottinato Robespierre e anche Giuseppe Lebon subì la medesima sorte: il terrore ricadeva così anche sui suoi promotori

     

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