Mercoledì 21 dicembre 2022

     

    4a Settimana di Avvento

     

    5.a Antifona della novena di Natale

    «O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte».

     

    Preghiera del giorno

    Esaudisci con bontà le preghiere del tuo popolo, o Padre, perché coloro che si rallegrano per la venuta del tuo Figlio unigenito nella nostra carne possano giungere al premio della vita eterna quando verrà nella gloria. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    Pietro Kanijs (Canisio) nasce a Nimega, Olanda nel 1521. Figlio del borgomastro della città, studia diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia.

    In questa città si verifica la svolta decisiva della sua vita: entra nella Compagnia di Gesù ed è l’8° gesuita a emettere i voti. A lui si deve la pubblicazione delle opere di S. Cirillo di Alessandria, di S. Leone Magno, di S. Girolamo e di Osio di Cordova. Prende parte al concilio di Trento, come teologo del Card.

    Truchsess e consigliere del papa. S. Ignazio lo manda prima in Sicilia, poi a Bologna e quindi in Germania, dove resta per 30 anni, come superiore provinciale. Pio V gli offrì il cardinalato, ma Pietro pregò il papa di lasciarlo al suo umile servizio della comunità. Morì a Friburgo, in Svizzera, il 21 dicembre 1597.

     

    Paola di dio del giorno Luca 1,39-45

    In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!

    A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

     

    Riflessione del giorno di don A. Lonardo

    Tutti desiderano che gli si dia ascolto, anche se sono peccatori, anche se sono incapaci, anche se sono piccoli da qualche punto di vita…e questo è giusto, anzi giustissimo. Ma questa esigenza evangelica ha il suo corrispettivo.

    Tutti siamo chiamati anche a riconoscere doti, carissimi qualità gli uni degli altri e anche di chi è più in gamba di noi. Noi cioè non abbiamo diritto soltanto a essere riconosciuti, ma abbiamo anche il dovere di riconoscere. Essere in gamba implica il riconoscere chi è più in gamba di noi.

    Il riconoscere l’altro più in gamba di noi, si manifesta nella fiducia che si offre a quella tal persona, così come si manifesta nell’indirizzare ad essa altre persone, nell’essere un richiamo per tutti a rivolgersi a quella persona saggia. A volte chi si lamenta di non essere apprezzato lo fa giustamente, perché non c’è chi ci si accorge di lui. 

    Altre volte, invece, chi si lamenta lo fa impropriamente, perché è lui stesso che si condanna all’isolamento, perché non sa riconoscere le giuste “misure” della vita. Tale fiducia vale al di là dei ruoli ministeriali che questo o quello ricopre. Ciò che rovina il cammino personale è l’incapacità di accettare di divenire discepoli di chi è sapiente e buono.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Per tutti gli ospiti delle case per anziani e le persone che passeranno il Natale in solitudine, perché insieme alla benedizione divina possano godere della vicinanza del prossimo.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri Cristiani

    Martiri dell’Uganda

    L’UGANDA è una Repubblica dell’Africa Orientale, con capitale KAMPALA (vedi mappa a sx). Confina a nord con il sud-Sudan, a est con il Kenya, a sud con la Tanzania e il Ruanda e a ovest con la Repubblica Democratica del Congo; non ha sbocchi al mare.

    La parte meridionale comprende buona parte del Lago Vittoria che, per il resto, appartiene a Kenya e Tanzania. La superficie del paese è di 241.038 Km2 e la popolazione di 46.000.000 (alta la densità: 190 ab/km). Il PIL pro capite di 600 $ colloca il paese agli ultimi posti del mondo (174º) per ricchezza.

    Lingue ufficiali swahili e inglese che testimonia il dominio coloniale britannico del paese fino all’indipendenza ottenuta il 9 -10-1962.  Delle 4 grandi regioni in cui è suddiviso il paese fa parte anche la centrale che anticamente era detta REGNO del BUGANDA (mappa a dx) e che ci interessa per la vicenda dei martiri ugandesi.

     

     

    Nel 1886, nel cuore dell’Uganda, alle sorgenti del Nilo, viveva la tribù dei Buganda, erede dei Bantù provenienti dall’Etiopia, che si dicevano evangelizzati da S. Matteo. Popolo essenzialmente guerriero, si dedicavano anche all’agricoltura e all’allevamento. Le leggende locali parlano di Kintu, fondatore dell’impero, messaggero del cielo e uomo bianco che aveva orrore del sangue e chiamava tutti suoi figli…

    In questa storia miti e realtà si intrecciano, mantenendo intatti alcune cerimonie cristiane, come l’acqua versata sul capo dei nascituri (=battesimo) e la credenza che la morte non distrugge ma «custodisce» la vita. Verso il 1852 il re Suma iniziò però a favorire nelle sue terre l’insediamento degli Arabi che costruirono una moschea e diffusero l’islamismo, facendo proseliti anche perché l’Islam favoriva la poligamia, al contrario del cristianesimo.

    Quando nel 1875 l’esploratore britannico Henry M. Stanley (1841–1904) scoprì questo popolo così curioso e differente dagli altri, si affrettò a chiedere missionari alla madre patria, pensando che in poco tempo sarebbe riuscito a far accettare la Bibbia. Nel 1877 ne arrivarono alcuni che erano ingegneri ed architetti, desiderosi di mettere a disposizione anche la loro competenza professionale.

    In seguito furono coadiuvati da un missionario cattolico che giunse col Crocifisso in mano. All’inizio il re Muteesa provò simpatia per la religione cristiana ma dopo un po’ optò per l’islam. Nonostante tutto, la missione cristiana prosperava, ma il re temendo che l’Inghilterra si appropriasse del suo regno cominciò ad allontanare i missionari cristiani.

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