3a settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di N. Gomez Dàvila
L’idea del “libero sviluppo della personalità” ci sembra degna di ammirazione finché non si incappa in individui la cui personalità si è sviluppata liberamente.
Preghiera del giorno Colletta
O Dio, che hai reso partecipi del carisma degli apostoli i santi Timoteo e Tito, per la loro comune intercessione concedi a noi di vivere con giustizia e pietà in questo mondo per giungere alla patria del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
SS. Timoteo e Tito
Oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica di San TIMOTEO. Nato da padre pagano e da madre ebreo-cristiana, Eunice, fu discepolo e collaboratore di Paolo e da lui preposto alla comunità ecclesiale di Efeso.
E di San TITO, Vescovo, anch’egli compagno di san Paolo nell’attività missionaria, il quale fu posto alla guida della Chiesa di Creta. I due discepoli sono destinatari di tre lettere ‘pastorali’ da parte di S. Paolo, lettere che fanno intravedere i primi lineamenti dei ministeri nella Chiesa.
Parola di Dio del giorno Luca 10,1-9
Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!
Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa.
Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Riflessione del girono dal Testamento di Benedetto XVI (29-8-2006) 1.a parte
Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto.
Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene. Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi.
La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza.
Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.
Intenzione di preghiera
Perché i candidati al diaconato e presbiterato ricevano da Dio forza, coraggio e saggezza.
Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani: Martiri vietnamiti (2.a parte)
Nel 1645 P. de Rhodes fu espulso e insorsero varie persecuzioni, alternate a periodi di pace. In quei momenti di tregua, i missionari di varie congregazioni si stabilivano nel territorio, rincuorando i fedeli e istituendo le “Case di Dio” per la formazione del clero locale e dei catechisti.
MARTIRIO DI CRISTIANI
MINH MANG
TU DUC
Dal 1645 al 1886 si ebbero ben 53 editti contro i cristiani, con la morte di circa 113.000 fedeli. Durante il regno di Minh Mang, re dal 1821, la persecuzione divenne spietata: anche chi osava solo nascondere i cristiani era condannato a morte.
Anche l’imperatore Tu Duc che regnò dal 1847 al 1883 odiava tutto ciò che fosse europeo, non distinguendo la politica dalla religione. Stabilì che chiunque avesse collaborato alla cattura di un missionario avrebbe ricevuto 300 once d’argento.
Al missionario veniva fracassato il cranio e il suo corpo gettato nel fiume. I sacerdoti locali e i catechisti stranieri venivano sgozzati, mentre ai catechisti locali veniva impressa sulla guancia con un ferro rovente la scritta “Ta dao”, che significa “Falsa religione” per additarli al pubblico disprezzo.
Fra i primi martiri il beato Andrea, giovane del villaggio di Phù Yên in Annam che, essendosi rifiutato di calpestare la croce, fu trafitto da frecce e decapitato nel 1644, a soli 17 anni.
BEATO ANDREA TRAN VAN TRONG
S. ANDREA DŨNG LẠC
Tran An Dung nasce a Bac Ninh nel 1795 in una famiglia talmente povera che fu costretta ad affidarlo alle cure di un catechista cattolico. Cresciuto nella fede, quindi, e battezzato con il nome di Andrea, il futuro martire viene ordinato sacerdote nel 1823. Diventato viceparroco a Dong-Chuoi, si fa notare per lo stile semplice, per l’attiva assistenza ai poveri e per la sua sobrietà in ogni cosa.
Nel 1833 aveva appena terminato di celebrare l’Eucaristia quando le guardie imperiali lo arrestarono la prima volta. Riscattato dietro il pagamento di una somma di denaro raccolta dai fedeli, decise di cambiare il nome da Dung a Lac per dare meno nell’occhio e si avventurò nelle province più pericolose di Hanoi e Nam-Dihn per evangelizzare quelle popolazioni.
Alla fine del 1839 Andrea venne arrestato per la terza volta assieme al confratello Pietro. Cominciò allora a capire che la sua vocazione era il martirio: il Signore voleva che bagnasse quella terra martoriata con il suo sangue, così chiese al suo vescovo di non pagare per la sua liberazione.
Durante il trasferimento verso il carcere di Hanoi furono molti i fedeli che accorsero a piangere e lui li rincuorava tutti, ricordando loro di continuare a vivere secondo gli insegnamenti della Chiesa. Nella nuova prigione, ai due sacerdoti venne chiesto di abiurare e calpestare la croce.
Per tutta risposta, essi s’inginocchiarono e la baciarono. Per loro, dunque, la sentenza fu di condanna a morte, che venne eseguita per decapitazione il 21 dicembre.
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