Lunedì 27 febbraio 2023

     

    1a settimana di Quaresima  

     

    Aforisma del giorno di Mark Twain

    “Le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi”.

     

    Preghiera del giorno

    Convertici a te, o Dio, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l’impegno quaresimale porti frutto nella nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    San Gregorio nacque in Armenia nel 951 da insigne famiglia sacerdotale — suo padre era arcivescovo — ed era ancora fanciullo quando fu affidato alle cure del cugino Anania, abate del monastero di Narek.

    Qui Gregorio rimase per tutta la vita, raggiungendo un alto grado di perfezione spirituale e una profonda cultura che mise a frutto nei suoi scritti che costituiscono anche una delle fonti della lingua letteraria armena e nei quali Gregorio espose la sua dottrina mistica che consisteva nell’abbandono alla volontà di Dio e nel non curarsi delle traversie terrene.

    Le opere di Gregorio di Narek sono state tradotte in varie lingue e costituiscono uno dei maggiori tesori della letteratura cristiana; alcuni poemi sono stati messi in musica dal compositore russo Alfreel Schnittke. Il mistico scrittore morì nel 1003 e fu subito venerato come santo dalla chiesa Armena.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 9,14-29

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.

    Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

    Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

    Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.

    Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

     

    Riflessione del giorno di Papa Benedetto XVI

    Joseph Ratzinger il grande teologo, divenuto Papa Benedetto XVI, abituato ad attestare anche la ragionevolezza della fede nelle dispute accademiche e nel confronto con le gnosi della modernità, ha voluto confidare i bambini quale fosse la sua unica fortuna e il tesoro ricevuto lungo tutta la sua vita.

    E lo ha fatto il 15 ottobre 2005, raccontando il giorno della sua prima comunione ai ragazzi e alle ragazze di Roma che avevano da poco ricevuto per la prima volta l’eucaristia. Non parlò dei concetti trovati sui libri, delle conoscenze acquisite che pure accendevano in lui e nei suoi allievi un vero e proprio «entusiasmo» teologico.

    «Era un giorno di sole», raccontò quella volta, ricordando «la chiesa molto bella, la musica», e la pienezza di una «grande gioia, perché Gesù era venuto da me». Poi aggiunse: «Ho promesso al Signore, per quanto potevo: “Io vorrei essere sempre con te” e l’ho pregato: “Ma sii soprattutto tu con me”.

    E così sono andato avanti nella mia vita. Grazie a Dio, il Signore mi ha sempre preso per la mano, mi ha guidato anche in situazioni difficili». È andata così, fino alla fino alla fine. «Perché andando con Gesù andiamo bene, e la vita diventa buona».

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per le vittime dell’ennesimo drammatico naufragio di profughi sulle coste della nostra penisola avvenuto ieri e perché si faccia di tutto per evitare che si ripetano.

     

    Don’t Forget! Personaggi famosi e credenti

    Benito Jacovitti, Autore di fumetti, Cattolico 1923 – 1997

    Nato il 19 marzo 1923 a Termoli, in provincia di Campobasso, Benito Jacovitti a otto anni lascia il suo paese per Ortona a Mare; a undici è a Macerata, a sedici è a Firenze dove frequenterà il liceo artistico e avrà come compagni Franco Zeffirelli e Federico Fellini. Ed è proprio qui al liceo di Firenze che gli verrà dato il soprannome “Lisca di pesce” tanto era alto e magro.

    È per questo che firmerà ogni lavoro con una lisca di pesce rossa sotto il cognome. Jacovitti esordisce giovanissimo nel mondo dell’editoria, collaborando con vignette umoristiche al settimanale “Il Brivido”. Nell’ottobre del 1940 a 17 anni, approda al “Vittorioso”, creando il terzetto dei 3 P: Pippo, Pertica e Palla, e diventando ben presto una delle colonne del popolare settimanale cattolico. Autore assai prolifico, Jacovitti ha al suo attivo decine di personaggi, nati tanto sulle pagine del “Vittorioso” (come i 3 P, l’arci-poliziotto Cip e il suo stolido assistente Gallina, la furbissima e temibile Signora Carlomagno ed il bassotto Kilometro, Mandrago il Mago e l’Onorevole Tarzan) quanto su quelle del “Giorno dei Ragazzi”, il supplemento settimanale pubblicato dal 1956 al 1967, (dal popolarissimo Cocco Bill, pistolero alla camomilla, al fantascientifico Gionni Galassia al giornalista Tom Ficcanaso ad una miriade di scanzonati interpreti: il pirata Gamba di Quaglia, Baby Tarallo, il marziano Microciccio Spaccavento, Pape, Satan e Aleppe, i tre assurdi diavoloni) e del “Corriere dei Piccoli” (Zorry Kid, parodia del celebre Zorro, e Jack Mandolino, un malvivente sfortunato quanto incapace). Ha pubblicato il “Diario Vitt”, che fu un vero e proprio compagno di scuola soprattutto per i ragazzi degli anni Cinquanta e Sessanta.

    Jacovitti illustrò, nel 1943, in piena guerra, il Pinocchio di Collodi in un’edizione, pubblicata dalla Scuola di Brescia, che ebbe grandissimo successo e un’infinità di ristampe. Sposatosi nel 1949 con Floriana Jodice, ha avuto una figlia, Silvia. Jacovitti, dopo una carriera di rara intensità se ne è andato il 3-12-1997 non prima di aver dettato con uno sberleffo l’epitaffio per la sua tomba: “Fui, sono e sarò un clown”. Carlo Della Corte, studioso di fumetti, ha scritto che «Jacovitti ha creato un tipo di fumetto esclusivamente suo, a sua immagine e somiglianza, infischiandosene di tutti i canoni…».

    Esatta radiografia di un artista graffiante e burlone, la cui fantasia galoppante e vulcanica sembrava in apparenza abbeverarsi a una sorgente di sadica perfidia per irridere a tutte le distorsioni del mondo. In realtà non era affatto così, perché Jack era una creatura angelica, un allegro bonaccione che dispensava a raffica pillole di umorismo come sicuro antidoto a malessere e depressione. «Il mondo in cui viviamo è caotico e disordinato, stupido e crudele», disse una volta. «A guardarlo verrebbe da piangere. Io reagisco ridendo… e spero di essere contagioso».

     

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