XXXI Settimana Tempo Ordinario
Accadde il 9 – 11 – …
694 – Nel 17° Concilio di Toledo, Egica, re Visigoto in Spagna, accusa i giudei di aiutare i musulmani, condannando gli ebrei alla schiavitù
1799 – Colpo di Stato del 18 brumaio: Napoleone Bonaparte va al potere
1921 – In Italia, viene fondato il Partito Nazionale Fascista
1938 – Reichskristallnacht (Notte dei cristalli), pogrom contro gli ebrei in Germania
1989 – Guerra fredda: cade il Muro di Berlino che divideva in due la città dal 1961
2016 – Elezioni presidenziali negli USA: Donald Trump (R) viene eletto presidente
Aforisma di Esopo
I bugiardi si vantano specialmente quando sanno che non c’è nessuno che possa smentirli.
Preghiera del giorno
O Dio, che con pietre vive e scelte prepari una dimora eterna per la tua gloria, continua a effondere sulla Chiesa la grazia che le hai donato, perché il popolo dei credenti progredisca sempre nella edificazione della Gerusalemme del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
All’inizio del IV secolo, Roma cominciò a cambiare il suo tradizionale aspetto architettonico grazie all’imperatore Costantino e all’attività edilizia da lui favorita. Egli fece costruire la basilica di S. Giovanni in Laterano con un battistero e un palazzo che divenne la residenza dei vescovi di Roma.
Cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano è la madre di tutte le chiese dell’urbe e dell’orbe. È il simbolo della fede dei cristiani nei primi secoli, che sentivano la necessità di riunirsi in un luogo comune e consacrato per celebrare la Parola di Dio e i Sacri Misteri. La festa odierna, come ben evidenzia la liturgia, è la festa di tutte le chiese del mondo.
Vennero celebrati in essa o nell’attiguo Palazzo Lateranense (ora sede del Vicariato di Roma) ben cinque concili, negli anni 1123, 1139, 1179, 1215 e 1512. “Ma il tempio vivo e vero di Dio dobbiamo esserlo noi”, dice S. Cesario di Arles.
Parola di Dio del giorno Giovanni 2,13-22
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.».
Riflessione di Mons. Ravasi Mattutino
Pregava, chiedeva a Dio di aiutarlo, di dimorare in lui e di purificarlo, ma in realtà ciò che chiedeva si era già compiuto. Dio, che viveva in lui, si era destato nella sua coscienza. Lo sentì in sé, e per questo sentì non solo libertà, coraggio e gioia di vivere, ma sentì anche tutta la potenza del bene.
Il 7 novembre 1910, Lev N. Tolstoj si spegneva in solitudine nel gelo della stazioncina di Astàpovo, durante una fuga dalla sua famiglia e anche da sé stesso. Fra le sue molte pagine abbiamo scelto poche righe, emblematiche della sua concezione religiosa che esaltava la presenza di Dio nella coscienza di ogni persona. A percepire questa potenza vitale e salvifica nel testo citato è un principe, Dmitrij I. Nechljudov, il protagonista del romanzo Resurrezione (1899). Questo avviene quando egli riconosce in tribunale nell’imputata di omicidio Katjusha Maslova una cameriera delle sue zie da lui sedotta quand’era ancora ragazza.
Da quell’istante il rimorso, ma anche un amore puro e assoluto spinge il principe a seguire la donna ormai indurita dalle violenze e dal male, fino ai lavori forzati in Siberia ai quali è condannata. È la storia di un’espiazione, ma anche di una “risurrezione” interiore, in mezzo ai diseredati e alle vittime che diventano gli annunciatori inconsapevoli del Vangelo di Cristo.
Questa storia ha la sua radice in quella presenza divina che vive nella coscienza a cui tutti dovremmo lasciare più spazio. Non lasciamoci distrarre col pericolo che la voce di Dio sia ridotta al silenzio. Ci sarà sempre una Katjusha che risveglierà la nostra anima e libererà quella voce.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché tutti i cristiani riscoprano l’affetto nei confronti della chiesa in cui è nata la loro fede attraverso il battesimo e la frequentino di più nella partecipazione all’eucaristia domenicale.
Don’t forget! Santi della carità
S. Diego de Alcalà 1400-1463
Diego nasce verso il 1400 in Spagna, a S. Nicolas del Puerto (Andalusia), da una modesta famiglia. Fin da giovane, sceglie di condurre vita solitaria: è uomo gradito a Dio, prega e ha il dono di guarire le malattie. Trova rifugio nella natura e per cibarsi coltiva un orto, svolge lavori umili ed è ripagato con vecchi vestiti per coprirsi. La gente lo nota e parla di lui; diventa famoso, ma è l’ultima cosa che lui, molto umile, vorrebbe. Allora decide di entrare in convento ad Arizafe presso Cordoba. Indossa il saio francescano e nel 1441 è inviato missionario nelle Isole Canarie. Diego si dà tanto da fare come guardiano del convento ed è così bravo da essere nominato superiore. È ben voluto dai religiosi e dai poveri indigeni.
Non dai colonizzatori che dominano quella gente analfabeta e lontana da Dio. Così il buon Diego nel 1449 deve tornare in patria dove riprende le sue mansioni di cuoco e portinaio. Un anno dopo si reca a Roma mentre infuria l’epidemia di peste. In tanti fuggono dal contagio e lo stesso papa Niccolò V ripara a Fabriano (Ancona). Ma non Diego che rimane con i poveri disperati, li cura, organizza con coraggio e successo, la distribuzione di cibo per le strade. Si occupa dei frati malati e molti di loro, grazie a lui, guariscono.
Anche in Spagna Diego è protagonista di miracoli eclatanti: un giorno cerca di portare fuori dal convento una cesta di pane per i poveri affamati: il buon Dio, per agevolargli il compito, trasforma i pani in petali di rose, che tornano a essere pani una volta arrivato. Quando, poi, il lavoro in cucina è troppo gravoso, alcuni angeli aiutano il frate. Diego muore nel 1463 ad Alcalà de Henares (Madrid). S. Diego è popolarissimo in Spagna e in America Latina. In California, una città porta il suo nome. Diventa santo nel 1588 anche grazie al sostegno del re Filippo II, riconoscente per avergli salvato il figlio Carlos da un mortale rischio. S. Diego è invocato contro ogni malattia.
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