Sabato 25 novembre 2023

     

    XXXIII Settimana T. Ordinario

     

    Accadde il 25 – novembre …

    1177 – Baldovino IV di Gerusalemme e Rinaldo di Châtillon sconfiggono Saladino

    1343 – Napoli viene colpita da un terremoto e conseguente tsunami, descritti da Francesco Petrarca

    1992 – L’Assemblea Federale Cecoslovacca vota la divisione del paese in Repubblica Ceca e Slovacchia a partire dal 1º-1-1993

    1999 – L’ONU istituisce la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

    2020 – Muore la leggenda del calcio Diego Armando Maradona

     

    Aforisma di Lafontaine

    L’uomo conosce l’universo, ma non conosce sé stesso.

     

    Preghiera salmo 9

    Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, annuncerò tutte le tue meraviglie. Gioirò ed esulterò in te, canterò inni al tuo nome, o Altissimo. Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato, nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede. Perché il misero non sarà mai dimenticato, la speranza dei poveri non sarà mai delusa.

     

    Santo del giorno

    La letteratura popolare parla di Caterina come di una bella 18enne cristiana, figlia di nobili, di Alessandria d’Egitto. Qui, nel 305, arriva Massimino Daia come governatore di Egitto e Siria. Per l’occasione si celebrano feste grandiose, con il sacrificio di animali alle divinità pagane.

    Caterina però invita Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore e rifiuta di offrire il sacrificio: non riuscendo a convincere la giovane, Massimino propone a Caterina il matrimonio. Al suo rifiuto il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo.

    Sarà un miracolo a salvare la ragazza che verrà però decapitata. Secondo la leggenda, gli angeli porteranno il suo corpo da Alessandria al Sinai, dove ancora oggi l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo sarebbe avvenuto nel novembre 305.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 20,27-40

    Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”.

    C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

    Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.

    Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

     

    Riflessione Il Mattutino di Mons. Ravasi

    «Questa è la mia idea dell’inferno: uno se ne sta seduto là, completamente abbandonato da Dio, e sente che non può più amare, mai più e che mai più incontrerà un’altra persona, per tutta l’eternità». Così scriveva la romanziera tedesca Luise Rinser, echeggiando le parole di Georges Bernanos: «L’inferno è non amare più».

    Forse per questo si potrebbe dire che non si deve parlare del «fuoco dell’inferno» perché «l’inferno è freddo», come ogni luogo senza la luce e il calore dell’amore. Si dice che i predicatori di oggi, rispetto ai loro colleghi del passato, non sono inclini a mettere a tema i “Novissimi”.

    Non così Benedetto XVI che li ha affrontati nella sua enciclica Spe salvi (2007) che offre un’efficace rappresentazione dell’inferno come stato interiore che può già crearsi nell’anima di una persona in vita. Due sono i sintomi inequivocabili: spegnere ogni ricerca della verità e, quindi, ogni cammino verso il mistero, il trascendente, il divino. Segue a ruota proprio la chiusura all’amore che raggela ogni spiritualità profonda.

    Solo una piccola nota di commento. Il Papa fa balenare la possibilità che l’inferno inizi già ora, qui nella storia. Il filosofo americano William James (1842-1910) l’aveva già intuito: «L’inferno di cui parla la teologia non è peggiore di quello che creiamo a noi stessi in questo mondo».

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo oggi per tutte quelle persone che si sono raccomandate alla nostra preghiera.

     

    Don’t Forget! VENERDÌ 17 NOVEMBRE – KHAN YUNIS, STRISCIA DI GAZA

    Un uomo con una bambina mentre altre persone cercano sopravvissuti tra le macerie il giorno dopo un attacco israeliano – FOTO AHMAD HASABALLAH/GETTY IMAGES

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