Calendario 2024 edizione speciale – Patronato San Vincenzo

     

    Il calendario annuale che il Patronato San Vincenzo da 80 anni che dona ai dipendenti, al personale docente e non docente di AFP e Cooperative, ai volontari, ai benefattori riserva per il 2024 una bella sorpresa.
    «Dodici parole educative». Ogni mese il calendario presenta una parola legata al progetto educativo del PSV nel 1927 fondato dal Servo di Dio don Giuseppe Vavassori, considerato “Il don Bosco” di Bergamo.

    Le 12 parole educative sono per tutte le persone di ogni nazionalità, cultura, fede religiosa, perché tutti possono riconoscere in esse i tratti della comune appartenenza alla condizione umana.
    La copertina del calendario 2024 a piede di un dipinto di una scolaresca sregolata dell’artista André Henry Dargelas, presenta una domanda provocatoria: “Educare si deve, ma si può?”, raccolta da un libro del teologo don Giuseppe Angelini che esprime non solo le difficoltà che oggi si incontrano in ambito educativo familiare, scolastico ed ecclesiale, ma anche i dubbi di un numero crescente di educatori e genitori convinti che ‘educare’ equivalga tout court a ‘reprimere’ perché impedisce il libero sviluppo della personalità.

    Le “dodici parole educative” si aprono con l’invito a un rito resettato dallo stile di vita odierna: “il saluto”. Salutare è il primo passo del processo educativo perché ti porta a riconoscere l’altro. E se non si saluta il prossimo che si vede … non si saluterà neanche Dio che non si vede.

    Con felice intuizione don Davide Rota accompagna ogni mese del calendario con un murales di impatto immediato. Il murales del “saluto” dell’artista di strada Julien Malland, si trova all’imbocco di una via di Grenoble). A seguire la parola “grazie” con un murales di Millo, al Giardino delle culture a Milano; la parola “discernimento” trova in un murales a Brooklin la provocazione a pensare per scegliere ciò che è bene nelle vicende della vita; “il limite” è commentato da un dipinto di Pere Borrell del Caso, che si trova in Spagna al Banco de Españate; la parola “scusa” è interpretata dal dipinto del figlio prodigo di Pompeo Batoni, al museo di Vienna; la sesta  parole “per favore” è una foto simbolica che mette in primo piano l’esigenza di rispettare l’altro nella sua bellezza e fragilità. La seconda metà dell’anno è illustrata con murales: “l’autonomia” ricorda che la libertà è percorso arduo, un dovere da vivere ogni giorno, ben espresso dal murales in via Conventino, Bergamo, realizzato da Ericailcane (Cooperativa PSV): “la responsabilità” con il murales  di Natalia Rak a Białystok, Polonia: evoca la cura del Piccolo Principe per la sua rosa: la parola educativa “maturità” che è capacità di prendere decisioni “giuste” viene rispecchiata in un murales a Tor Marancia, nel quartiere di Roma; “sacrificio” che richiama il dono di sé, è ben spiegato dal un murales di Igor Scalisi Palminteri nel quartiere  Sperone di Palermo; “la fiducia fedeltà” si accompagna al dipinto di arte moderna dell’artista argentino Francisco Bosoletti al museo Carrara di Bergamo; da ultimo, ma prima nella scala dei valori, la parola  “spiritualità” che mette in luce la cura del dialogo con Dio nella fede e nella preghiera: il murales di Eduardo Kobra artista brasiliano, mette in fila quattro volti di religione diversa con le mani giunte in preghiera. Una dimensione oggi negata o ridotta a un vago sentimento per stare in armonia con sé stessi, con la natura e il mondo.

    Nulla da spartire coi grandi educatori, tra i quali S. Giovanni Bosco, don Milani e il Servo di Dio don Giuseppe Vavassori che ai suoi collaboratori raccomandava: «Non abbiamo esaurito il nostro compito quando abbiamo dato al nostro giovane un tetto, un mestiere, una professione, un sorriso. Potremmo aver formato un egoista, geloso della sicurezza raggiunta, attento a non perderla. Questo ci sta a cuore: inserire nell’animo dei nostri ragazzi la carità. Non debbono solo ricevere, ma devono anche saper donare».

    – don Arturo Bellini –

     

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