Alla fine del rito il sagrato è pieno di genitori, parenti e padrini dei cresimati che si salutano. Uno dei ragazzi esclama: «Anche questa è fatta: adesso l’hanno finita di romperci le…». Il papà scoppia a ridere, la mamma invece si contiene, ma non ce la fa a nascondere l’espressione sollevata di chi ha archiviato una fatica in più.
Eppure poco prima in chiesa la catechista aveva ringraziato i cresimati definendoli «questi nostri meravigliosi ragazzi» con un entusiasmo decisamente eccessivo e il parroco – più terra terra – aveva ricordato che essendo stati «confermati» ora toccava a loro il compito di «confermare» l’impegno preso.
La strafottente battuta del bulletto ha messo in evidenza che purtroppo i cresimati si stavano di fatto congedando dalla pratica della vita cristiana. Ma è probabile che questa sia solo la lettura esteriore dei fatti e che ce ne sia anche un’altra, tutta interiore. Infatti il protagonista della Cresima è lo Spirito Santo che a differenza di noialtri, è serio e sicuro, non lascia a metà le cose, non perde chi gli è stato affidato e soprattutto non ha fretta.
I ragazzi si accorgeranno, strada facendo, che non sarà facile sbarazzarsi di Lui, il che è una grossa fortuna per gente che di sapienza, intelletto, consiglio e via discorrendo non sembra averne molto nelle sue corde.
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