Martedì 28 maggio 2024

     

    VIII settimana T. Ordinario (A. pari)

     

    Avvenne il 28 maggio…

    585 a.C. – Un’eclissi solare predetta da Talete, fenomeno giudicato di cattivo auspicio, interrompe una battaglia della guerra fra Persia e Lidia

    1871 – La Comune di Parigi viene soppressa.

    1942 – Per l’assassinio di Reinhard Heydrich, i nazisti uccidono 1.800 persone in Cecoslovacchia.

    1974 – Brescia, la strage di piazza della Loggia provoca 8 morti e 102 feriti.

    1999 – A Milano, dopo 22 anni di restauri, riapre al pubblico L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.

     

    Aforisma di Albert Camus

    Non camminare dietro a me, potrei non condurti. Non camminarmi davanti, potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico.

     

    Preghiera

    O Spirito Santo, anima della mia anima, io ti adoro, illuminami, guidami, fortificami, consolami, dimmi quello che devo fare, dammi i tuoi ordini: ti prometto di sottomettermi a tutto quello che desideri da me e di accettare quello che permetterai che mi succeda. Fammi soltanto conoscere la tua volontà! Amen.

     

    Santo del giorno

    Vissuto nel VI secolo, Giusto fu un importante vescovo spagnolo, dedicato al suo popolo, che guidò con saggezza e compassione. È stato il primo vescovo noto di Urgel (città nei pressi di Terragona in Spagna) e prese parte ai concili di Toledo e di Lérida nel 527 e nel 546.

    Non si conosce molto delle sue opere, a parte un breve commentario mistico sul cantico dei Cantici, dedicato al suo vescovo metropolita e notevole per erudizione e pietà. Anche tre dei suoi fratelli furono vescovi, a Valencia, a Egara e a Huesca.

    Giusto è descritto nell’opera di S. Isidoro De viris illustribus. Il suo commento sul Cantico dei Cantici rappresenta un prezioso contributo alla tradizione esegetica cristiana, mentre la sua partecipazione ai concili spagnoli evidenzia il suo ruolo di guida nella Chiesa del suo tempo.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 10,28-31

    In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

     

    Riflessione Le mosche e le api di Paisios del Monte Athos

    Alcune persone mi dicono che sono scandalizzate dalle tante cose sbagliate che vedono nella Chiesa. Io rispondo loro che se chiedi a una mosca: “Ci sono fiori da queste parti?”, ti risponderà “Non ho idea di cosa sia un fiore, ma laggiù, in quel mucchio di immondizia, puoi trovare tutta la sporcizia che vuoi!”.

    E inizierà a farti la lista delle cose sporche che si è messa a fare ultimamente. Ora, se tu chiedi a un’ape “Hai visto per caso cose sporche da queste parti?”, ti risponderà “Cose sporche? No, non ne ho viste. Qui è pieno di fiori profumatissimi!”. E inizierà a farti l’elenco dei fiori del giardino o del prato. Vedi, la mosca conosce solo dove si trovano le cose sporche, mentre l’ape sa dove si trova un bell’iris o un bel giacinto.

    Ho capito che certe persone assomigliano all’ape mellifera e altre alla mosca. Quelle che assomigliano alla mosca cercano il male in ogni circostanza e ne sono preoccupate. Non vedono del buono da nessuna parte. Ma quelle che assomigliano all’ape vedono solo del buono in tutto ciò che vedono. Lo stupido pensa stupidamente e fa tutto in maniera sbagliata, mentre chi ha buoni pensieri, non importa cosa veda, non importa cosa tu gli dica, custodisce un pensiero positivo e buono.

     

    Intenzione di preghiera

    Per i nostri sacerdoti e religiosi: perché il Signore li renda spiritualmente fecondi, lieti nella loro povertà, obbedienza e castità.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    HENRI ROUSSEAU – LA ZINGARA ADDORMENTATA

    1897 – olio su tela – 129 x 201 cm. – Museum of Modern Art New York USA

    Henri Rousseau (Laval, 1844 – Parigi, 1910), detto il Doganiere (lavorava al dazio di Parigi e faceva l’artista per diletto), occupa un posto importante nella storia dell’arte. Privo di formazione, Rousseau scoprì che la sua vocazione era l’arte, così quando a 41 anni si licenziò dal suo incarico di impiegato al dazio di Parigi, poté dedicare tutto il tempo alla pittura.

    Rousseau (che oltre alla pittura amava anche la musica) proprio grazie al suo modo di concepire l’arte e al suo stile elementare e semplice fu considerato caposcuola della pittura primitiva e dell’arte naïf (= “ingenua”) ma finché visse le sue opere furono criticate perché ritenute immature e grossolane. La sua opera “La zingara addormentata” è una delle immagini più iconiche della pittura moderna: straordinaria nella semplicità compositiva e nella maestria della composizione è un’opera indimenticabile.

    Accanto alla figura monumentale della zingara che, impugnando un bastone, dorme serena in un deserto che si stende a perdita d’occhio, si trovano uno strumento musicale, il suo mandolino, e un vaso di terracotta, mentre un leone veglia su di lei; la scena è immersa nella luce carica di mistero di una luna piena. L’immagine è intensamente onirica, ma anche stranamente reale e funziona su entrambi i piani interpretativi.

    Pittore all’apparenza ingenuo e incolto, Rousseau fu invece partecipe dei fermenti innovativi della sua epoca, tanto che i primi convinti riconoscimenti gli vennero da artisti del calibro di Guillaume Apollinaire, Odilon Redon, Paul Gauguin, Robert Delaunay, Georges Braque e Pablo Picasso. Ma quando il pittore offrì il suo quadro alla città natale di Laval per poche centinaia di franchi, la città lo rifiutò con la motivazione che era troppo infantile.

     

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