X Settimana T. Ordinario anno B
Avvenne l’11 – 6 …
1289 – Si svolge la battaglia di Campaldino, alla quale prende parte Dante Alighieri.
1509 – Matrimonio di Enrico VIII d’Inghilterra con Caterina d’Aragona.
1594 – Filippine: Filippo II di Spagna riconosce il diritto di governare dei nobili e dei capi locali convertiti al Cattolicesimo.
1775 – Luigi XVI incoronato re di Francia.
1899 – Papa Leone XIII dedica l’intera razza umana al Sacro Cuore di Gesù
Aforisma di Kierkegaard
Per conformarmi alle usanze dirò subito quale è il mio concetto di uomo straordinario: il vero uomo straordinario è il vero uomo comune.
Preghiera Profeta Isaia 63-64
Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te i monti sussulterebbero. Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo, tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti. Amen
Santo del giorno
S. Barnaba Nativo di Cipro, levita, entrato a far parte della comunità cristiana, si spogliò dei suoi beni e li mise a disposizione degli apostoli. Nell’elogio degli Atti (11,24) si parla di lui come di “un uomo virtuoso, pieno di Spirito Santo e fede”.
E alla luce dello Spirito comprese che i pagani potevano entrare nella Chiesa a condizione che credessero in Gesù Cristo. Insieme a Paolo, che lui stesso presentò agli apostoli, si dedicò per oltre un anno all’evangelizzazione di Antiochia, dove i seguaci di Cristo furono detti per la prima volta cristiani.
Con Paolo affrontò le fatiche e i rischi del primo viaggio missionario; poi, per dissensi intercorsi con l’apostolo delle genti, si separò da lui e fece ritorno a Cipro, col suo cugino Giovanni Marco, il futuro evangelista. Dopo aver predicato il Vangelo a Roma e a Milano, secondo la tradizione, si recò a Salamina, dove morì martire intorno all’anno 63.
Parola di Dio del giorno Matteo 10,7-13
Disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».
Riflessione
Righetto: Perché i cattolici faticano a rispondere alle sfide culturali?
Non si può dare torto al filosofo Jean de Saint-Cheron, dell’Institut Catholique di Parigi, nel suo saggio polemico ma pieno di humor Les bons chrétiens: «Oggi Palestrina, Van Eyck o Racine sono più ammirati da una microscopica élite che non crede in Dio che dai cattolici. Ma una pagina di Molière, una tela di Van Gogh, una scena di Chaplin tendono più alla verità che i litri di zuppa spiritualizzante cui si abbevera la sottocultura cristiana contemporanea».
Evidentemente tanta sciatteria culturale diventa contro-testimonianza evangelica. Qualche lieve segnale, è bene dirlo, si è manifestato negli ultimi tempi nel mondo dell’editoria cattolica, come una significativa presenza al Salone del libro di Torino dopo tanti anni di latitanza e la nascita di una nuova casa editrice, Il Pellegrino.
Che la sfida per i credenti oggi sia anche e soprattutto culturale è sempre più evidente dinanzi ai nuovi fondamentalismi religiosi, alle forme volgari, violente e disumane del nichilismo contemporaneo che colpisce le donne e i giovani, alle provocazioni della “cancel culture”, alla invasione della tecno-scienza nella vita quotidiana, allo stravolgimento del concetto di natura, ai rischi connessi all’intelligenza artificiale.
Occorrerebbe perciò che la Chiesa italiana tutta si facesse promotrice di un’iniziativa di largo respiro per superare l’attuale grave stato di stagnazione della cultura cattolica. Con l’avvertenza di evitare personalismi e voci uniche soliste, ma piuttosto cercando un lavoro di rete, di comunione e di alleanze. Senza invidie, gelosie o piccinerie.
Intenzione di preghiera
Perché la chiesa non tema il confronto con il mondo d’oggi e con la cultura moderna, sapendo che il suo apporto rimane fondamentale alla comprensione della realtà.
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PAUL GAUGUIN: LA VISIONE DOPO IL SERMONE
1888 – olio su tela – 73 x 92 cm – Gallerie Nazionali Scozzesi di Edimburgo
Tra il 1888 e il 1891 Paul Gauguin (1848-1903) lavorò fianco a fianco con il giovane artista Émil Bernard a Port-Aven in Bretagna. Entrambi erano influenzati dal movimento simbolista, erano interessati al “primitivo” e raggiunsero una forma espressiva più o meno simile nello stesso periodo. La visione dopo il sermone (nota anche come la lotta di Giacobbe con l’angelo) fu preceduta di poche settimane dall’opera “Donne bretoni con parasole” di Bernard dando vita ad accuse di plagio. In occasione di alcune particolari festività di santi, le donne devote della Bretagna vestivano gli abiti tradizionali per poter ricevere le indulgenze connesse ai riti.
Nel quadro di Gauguin la composizione è divisa in due parti separate trasversalmente da un albero. Sulla sinistra le donne dalle bianche cuffie inamidate sono ritratte sul fondo rosso del campo. Lo spettatore è invitato a prendere parte alla loro visione generata dal sermone che spiega l’episodio biblico della lotta di Giacobbe con l’angelo. Dice Gauguin a commento della sua opera: “Il paesaggio e la lotta esistono solo nell’immaginazione della gente raccolta in preghiera dopo aver ascoltato il sermone”.
A segnalare la dimensione ultraterrena dell’evento, il pittore fa uso di colori vividi e arbitrari e distorce le proporzioni, rompendo in modo definitivo con il realismo e l’impressionismo e appiattendo e semplificandole forme circondate da neri profili “cloisonnist”. Possiamo ben dire che la “modernità” in pittura cominciò, oltre che con Cézanne e Van Gogh, soprattutto con Gauguin: non con gli impressionisti che sono da considerare come la splendida conclusione della grande stagione del paesaggismo naturalistico ottocentesco.
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